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Covid/ Primo report Istat-Agenas sui ricoveri: nel 2020 impatto del virus al 5,5% con punte del 18% nella prima ondata. Effetto shock per le degenze complessive: -20% e si tocca - 45% ad aprile
di Radiocor Plus
24 Esclusivo per Sanità24
"La percentuale dei ricoveri Covid-19 rispetto ai ricoveri ordinari totali fornisce una misura dell'impatto della malattia sul sistema ospedaliero. Tale percentuale, pari al 5,5% a livello nazionale per l'intero 2020, sale al 18% nella prima ondata e al 15,2% nella seconda". È quanto si legge nel primo rapporto Istat-Agenas relativo all'impatto del Covid sul sistema ospedaliero, guardando come termine di paragone al triennio 2017-2019. Nel Nord-ovest - rilevano Istat e Agenas - la 'saturazione' del sistema ospedaliero è stata più evidente, con una percentuale di ricoveri Covid-19 pari al 43,1% nei mesi di marzo-aprile e del 22,9% nei mesi di ottobre-dicembre (9,2% nell'arco di tutto il 2020). Il Nord-est segue a distanza con valori prossimi alla media nazionale mentre nelle altre ripartizioni geografiche le percentuali sono sempre inferiori alla media e minime nelle Isole (2,6% nella prima ondata, 9,1% nella seconda e 2,4% nei dodici mesi)". L'emergenza sanitaria ha determinato nel complesso un vero e proprio "shock" sul sistema ospedaliero, secondo l'Istituto nazionale di statistica e l'Agenzia per i servizi sanitari regionali. Ciò "emerge chiaramente dai tassi mensili di dimissione ospedaliera in regime ordinario standardizzati per età registrati nel 2020 e confrontati con il triennio precedente": nel 2020 il tasso complessivo di ospedalizzazione ordinaria, al netto della struttura per età, scende del 20% e cioè a 81,3 per 1.000 residenti rispetto a 101,9 nel triennio 2017-2019. In corrispondenza dei mesi di maggior diffusione del Covid-19 si osserva una diminuzione molto marcata dei tassi standardizzati rispetto alla media degli stessi mesi 2017-2019, pari al 32% nel mese di marzo, al 45% in aprile, al 39% in maggio e al 24% in giugno.
Il dettaglio. Nel 2020, si sono registrati circa 6,5 milioni di dimissioni ospedaliere (al netto dei neonati sani), rispetto a una media di 8,4 milioni nel triennio precedente (-22,1%). L’80,4% è stato effettuato in regime ordinario e il 19,6% in regime diurno (day hospital). La diminuzione dei ricoveri, attribuibile principalmente al differimento delle ospedalizzazioni non urgenti, è stata più consistente per il regime diurno (-29,4%), in particolare nel Sud (-39,8%) dove sono diminuiti di più anche i ricoveri ordinari (-24,5%) rispetto alla media nazionale(-20,1%). Nel Nord-est e al Centro il decremento è stato significativo ma più contenuto per entrambi i regimi di ricovero. La pandemia ha comportato una diminuzione anche dei ricoveri ordinari urgenti (-15,3%), in particolare al Sud (-22,4%) e nelle Isole (-19,5%). In regime ordinario le dimissioni ospedaliere connesse al Covid-19 sono state 286.530, pari al 5,5% del totale. Nelle aree geografiche la quota di ricoveri Covid-19 varia dal 2,4% delle Isole al 9,2% del Nord-ovest. Tale variabilità territoriale "rispecchia in larga misura la diversa diffusione del virus", ma non sono da escludere, sottolineano Istat e Agenas, problemi legati a una non sempre corretta registrazione dei casi nelle schede di dimissione ospedaliera.
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