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Diabete: colpiti 3,5 milioni di persone con un trend in lento aumento, il 21% è over 75
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Sono circa 422 milioni le persone che nel mondo soffrono di diabete mellito e 1,5 milioni i decessi direttamente attribuiti al diabete ogni anno. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), la prevalenza del diabete mellito è in costante aumento negli ultimi decenni. Cresce soprattutto il diabete tipo 2, che rappresenta circa il 90% dei casi, fortemente legato all’eccesso ponderale, a sua volta riferibile a iperalimentazione e a scarsa attività fisica ma anche alla struttura stessa della società. Il diabete tipo 1, invece, insorge, di solito, in giovane età e l’unico trattamento possibile è quello con insulina.
Mentre il diabete di tipo 2 è, in parte, prevenibile modificando gli stili di vita dei soggetti a rischio, particolarmente per quel che riguarda la nutrizione e l’attività fisica, il diabete di tipo 1 può essere difficilmente prevenuto, in quanto sono ancora poco chiari i fattori di rischio che interagiscono con la predisposizione genetica scatenando la reazione autoimmunitaria.
Questi, alcuni dati contenuti nella Relazione al Parlamento 2021 sul diabete mellito, elaborata dal Ministero della Salute, come previsto dalla legge 16 marzo 1987, n. 115, e trasmessa al Parlamento il 21 aprile 2022.
Nella Regione europea dell’OMS, quasi 62 milioni di persone convivono con il diabete. La prevalenza di questa malattia è in crescita in tutta la Regione, arrivando, in alcuni Stati, a tassi del 10-14%. Tale crescita, in parte dovuta all’invecchiamento generale della popolazione, è principalmente secondaria alla diffusione di condizioni a rischio, come sovrappeso e obesità, scorretta alimentazione, sedentarietà e diseguaglianze socio-economiche (diabete tipo 2).
Nel 2021, in Europa, oltre 1,1 milioni di decessi sono stati causati dal diabete, che rappresenta la quarta causa di morte nell’Unione Europea.
In Italia i dati di prevalenza del diabete derivano dal monitoraggio annuale dello stato di salute della popolazione condotto dall’ISTAT e dal sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), che raccoglie informazioni sugli stili di vita e sui fattori di rischio comportamentali della popolazione italiana adulta. I dati del sistema Passi rilevano la prevalenza del diabete tipo 2.
Secondo i dati ISTAT 2020, la prevalenza del diabete diagnosticato in Italia è di circa il 5,9% (5,9% negli uomini, 5,9% nelle donne) pari a oltre 3,5 milioni di persone, con un trend in lento aumento negli ultimi anni. La prevalenza aumenta al crescere dell’età fino a un valore del 21% nelle persone con età uguale o superiore a 75 anni.
Secondo il sistema Passi 2017-2020: il 4,7% della popolazione adulta di 18-69 anni riferisce una diagnosi di diabetela prevalenza del diabete cresce con l'età (è inferiore al 3% nelle persone con meno di 50 anni e supera il 9% fra quelle di 50-69 anni), è più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,3% vs 4,1%), è più frequente nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche.
Nella Relazione si è posta anche l’attenzione sugli approcci terapeutici e sulle azioni nazionali e internazionali messe in atto dal Ministero nel campo della prevenzione e della gestione della patologia. Si è, inoltre, riportata un’indagine sul funzionamento dei Servizi diabetologici nel corso dell’emergenza da SARS-Cov2 svolta, col supporto del Ministero, dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD).
Nella Relazione si è, poi, dato spazio sia alle azioni di prevenzione e comunicazione del Ministero sul diabete sia alle linee di intervento nazionali e internazionali sulle malattie croniche. Tra queste, in particolare, rientrano quelle su Urban Health (l’influenza dell’urbanizzazione e delle politiche urbanistiche sullo stato di salute della popolazione) ed Health Literacy (l’alfabetizzazione alla salute, cioè la capacità dei cittadini di comprendere le informazioni per la propria salute e orientarsi nel mondo sanitario) che influiscono indirettamente ma in modo importante sull’insorgenza e sull’evoluzione della patologia diabetica così come delle principali patologie croniche.Cosa dice la leggeL’Italia è stata la prima nazione al mondo ad approvare una legge specifica e innovativa sulla prevenzione e sulla cura del diabete.
La legge 16 marzo 1987, n. 115 ha regolamentato e riorganizzato il settore della diabetologia in Italia, prevedendo l’istituzione dei Servizi specialistici diabetologici, sia per gli adulti sia per i bambini, capillarmente diffusi sul territorio nazionale, e definendo le modalità organizzative delle attività finalizzate alla prevenzione della malattia e al miglioramento della qualità dell’assistenza.
La legge 115/87 definisce il diabete una patologia “di alto interesse sociale” e stabilisce alcuni obiettivi fondamentali da realizzare:prevenzione e diagnosi precoce; miglioramento della cura attraverso una rete di assistenza specializzata; prevenzione delle complicanze; inserimento dei diabetici nella scuola, nel lavoro, nello sport; miglioramento dell’educazione sanitaria e della conoscenza tra la popolazione; aggiornamento del personale sanitario; individuazione della popolazione a rischio; distribuzione gratuita dei fondamentali presidi diagnostici e terapeutici; istituzione della tessera personale del diabetico.
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