Dal governo
Previdenza: una Flat Tax per riscattare il potere d'acquisto delle pensioni
di Claudio Testuzza
24 Esclusivo per Sanità24
Che i pensionati, nel lungo periodo di sofferenze Covid, abbiano potuto, comunque, avere una condizione più favorevole rispetto ad altre categorie che, avendo perduto la possibilità di lavorare, si sono trovate in gravissime ristrettezze economiche, è indiscutibile. Ma questo, spesso piccolo privilegio, non può farci dimenticare che per i pensionati l’inflazione è una vera e propria disgrazia. L’attuale forma d’incremento delle loro pensioni, come oggi previsto, comporta e comporterà un sempre più ridotto adeguamento al costo della vita. Ricordiamo che la così detta “perequazione” delle pensioni prevede un incremento annuo sulla base della percentuale dell’inflazione, calcolata dall’Istat, dell’anno precedente. Per l’anno 2021, la perequazione delle pensioni è stata determinata in misura pari a 1,7% dal 1° gennaio 2022.Ma l’inflazione, già nettamente più alta negli ultimi mesi nel duemila e vent’uno, si accresciuta enormemente da gennaio 2022 raggiungendo in poche settimane livelli vicini al 7 per cento. E’ chiaro che la perequazione futura non consentirà di allineare i trattamenti pensionistici alla realtà dell’economia e il potere d’acquisto dei pensionati si troverà, ancora una volta, a ridursi e a niente serviranno gli eventuali aumenti previsti dai prossimi contratti di lavoro ininfluenti in questo settore. In pratica anche a fronte di incrementi stipendiali le pensioni resteranno ferme. Pensioni che continuano, invece, a rimanere soggette ad un sistema fiscale e alle stesse aliquote equivalenti a quello dei redditi da lavoro. Appare pertanto necessario trovare proprio un sistema fiscale più garantista per non trovarsi pensioni sempre più decurtate nel loro valore. Una possibile alternativa potrebbe essere quella di introdurre per le pensioni una vera e propria “ FLAT TAX ”. La “tassa piatta” è un sistema fiscale che può prendere il posto delle quattro aliquote Irpef e dei quatto scaglioni di reddito attuali, dando vita ad una tassa unica del 15/20 per cento, almeno fino all’importo di 100.000 euro di pensione. Peraltro molto simile al regime forfettario già in atto per le partite IVA.
Qualora venisse attivata la Flat Tax sugli importi oltre a 12.000 euro ( oggi di 8.174 euro ), previsti quale no tax area, e sino a 100.000 euro, a fronte di una riduzione del prelievo fiscale, mediamente di 10 mila euro annuo, l’erario incasserebbe rispetto agli attuali 30 miliardi circa 20 miliardi, con una riduzione di 10 miliardi. Condizione assolutamente accettabile dallo stesso bilancio dello Stato e particolarmente utile a frenare il depauperamento delle attuali pensioni costrette a diventare sempre più povere.Altra forma di sostegno ai pensionati potrebbe essere quella di introdurre quanto già in vigore ad esempio in Germania, che prevede il trattamento fiscale solamente sul 50 % del suo importo. Il risparmio a livello di tassazione sarebbe quasi equivalente alla flat tax ma si manterrebbe, sul restante 50 % di pensione, il criterio della progressività delle aliquote così come previsto nel nostro ordinamento ordinario.Infine appare importante sottolineare che i trattamenti pensionistici sono frutto di cospicui contributi ( 33 % dello stipendio ) prodotti dai lavoratori nel corso degli anni di attività. Il principio è che il lavoratore si è guadagnato la sua pensione, lavorando tutta la vita, e che quindi si tratterebbe di una sorta di reddito posticipato prodotto dagli stessi lavoratori. Un trattamento fiscale di maggior favore per le pensioni compenserebbe gli sforzi prodotti dagli stessi in tanti anni di lavoro.
Negli altri Paesi d’Europa, i pensionati pagano in media il 20/ 30 per cento Ad esempio su un assegno da 1.500 euro da noi si pagano 600 euro di tasse, in Germania 60, dove in generale la pensione viene tassata al 50 %. Per una modesta pensione di 20 mila euro annui la pressione fiscale che grava sul nostro pensionato è superiore al 25 % , Se avesse abitato in Spagna, avrebbe pagato il 9,5 %, nel Regno Unito il 7,2 %, in Francia il 5,2 %. E in quattro paesi, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria e Lituania, le pensioni sono addirittura esenti da tasse.
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