Dal governo
Speranza alla Affari sociali: «Per la prima volta l’Ue finanzia un Piano contro la povertà sanitaria al Sud». Riordino territorio, per i Mmg no dipendenza ma più vicini al Ssn
24 Esclusivo per Sanità24
«Per la prima volta la Commissione Ue finanzia un Piano operativo nazionale sulla Salute, per il quale avremo 625 milioni dedicati al nostro Mezzogiorno che si vanno ad aggiungere ai fondi per la salute del Pnrr. Puntiamo sul Piano nazionale Equità nella Salute per contrastare la povertà sanitaria, nelle 7 Regioni del Sud che hanno maggiori difficoltà ad erogare le prestazioni di assistenza, soprattutto alle fasce più vulnerabili». Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso dell’audizione alla commissione Affari sociali della Camera, illustrando il Piano nazionale rivolto alle Regioni meridionali, articolato su 4 priorità di intervento.
Povertà sanitaria
La prima è il contrasto della povertà sanitaria, per migliorare l’accesso ai servizi sanitari e socio-sanitari da parte delle persone in stato di povertà sanitaria, anche con l’erogazione gratuita di farmaci di fascia C e dispositivi medici extra-Lea.
Le azioni previste in questo ambito sono il rafforzamento delle partnership istituzionali e con il terzo settore per l’identificazione e localizzazione del target di popolazione, l’emersione e la qualificazione dei bisogni di salute; il potenziamento della capacità dei servizi sanitari e socio-sanitari di rispondere ai bisogni di salute con accesso a bassa soglia, anche attraverso l’attivazione di Centri di prossimità contro la poverstà santiaria (Cpps) e l’outreaching; la realizzazione di azioni di educazione sanitaria volte all’empowerment dei gruppi più vulnerabili, anche tramite l’attivazione di comunità (referenti di comunità, associazioni, mediatori culturali, ecc).
La salute mentale
Altra priorità, la salute mentale, che ha come finalità il potenziamento dei Dipartimenti di Salute mentale per la presa in carico efficace dei pazienti con disagio psicologico o disturbo mentale, anche in collaborazione con il sistema integrato degli interventi e servizi sociali e con il terzo settore, volti al recupero dell’autonomia personale, sociale e lavorativa. In questo ambito le azioni previste sono: l’adozione di modelli di presa in carico efficaci per i programmi terapeutico-riabilitativi e socio-riablitativi personalizzati (Ptrp) centrati sui bisogni complessivi della persona, orientati alla recovery del paziente e al benessere psichico della comunità circostante; la formazione/informazione dei soggetti rilevanti per la presa in carico globale e partecipata delle persone con disturbi mentali; il sostengo ai Dsm per l’adozione sistematica del Ptrp , in co-progettazione e cogestione con la persona, i suoi familiari e gli enti del terzo settore.
Screening oncologici
Fra le priorità, anche la maggiore copertura degli screening oncologici, con l’obiettivo di potenziare la capacità di individuare e includere nei programmi di screening oncologico la popolazione target, migliorante l’efficacia e l’efficienza dei programmi. Tra le azioni previste: l’identificazione della popolazione target (non aderenti vulnerabili e soggetti invisibili); il miglioramento delle modalità di reclutamento nei programmi di screening della popolazione target; il potenziamento di alcuni servizi per lo screening (punti di screening e motorhome attrezzati); potenziamento dell’erogazione dello screening alla popolazione target, sia presso la rete riorganizzata dei punti di screening sul territorio, sia mediante i motorhome.
Salute di genere
Tra le quattro priorità, infine, la Salute di Genere, con il rafforzamento della rete dei consultori familiari, il loro potenziamento strutturale funzionale e la loro messa in rete con gli altri servizi sanitari e socio-assistenziali del territorio, per l'identificazione e l'attuale di percorsi integrati di assistenza attenti alle differenze di genere.
Il riordino del territorio
Sul "Dm 71" di riordino del territorio, legato a stretto filo all'Acn per la medicina generale, Speranza ha ricordato la scadenza del 30 giugno per l'approvazione della riforma, palleggiata da mesi tra dicastero e Regioni proprio per le rifiniture sullo stato giuridico dei medici oggi convenzionati. Un braccio di ferro che vede da una parte alcune Regioni "oltranziste" che chiederebbero il passaggio alla dipendenza e dall'altro la fortissima resistenza dei sindacato, a cominciare dalla Fimmg. Ma anche l'Enpam, adducendo l'insostenibilità economica di un cambiamento di status per i Mmg, ha di fatto posto sul tavolo l'infattibilità della misura più drastica. «Contiamo in questi giorni di inviare tutta la documentazione alla conferenza Stato-Regioni», ha annunciato il ministro. Per poi precisare «dobbiamo lavorare attraverso un nuovo accordo collettivo nazionale per rompere una sostanziale distanza che c'è oggi tra il lavoro del medico di medicina generale e il resto del Ssn. Questo è un punto di debolezza perchè il medico si sente solo se sconnesso dal Ssn e il Ssn a sua volta è più debole. Sto lavorando con le regioni e i sindacati dei medici di famiglia. Una parte delle ore del medico di base continueranno a essere nello studio ma una parte sarà fuori dallo studio, a partire dalle case di comunità», ha detto di fatto confermando una soluzione intermedia o se si vuole mista per l'attività del Mmg.
© RIPRODUZIONE RISERVATA