Dal governo
Circolare sulle varianti, con Delta rischio da "alto" a "molto alto" per chi non è vaccinato o solo a metà. E l'Iss: Delta al 16,8% e si avvia a diventare prevalente. Locatelli: «Non esclusa la riattivazione di zone rosse»
di B. Gob.
24 Esclusivo per Sanità24
«Si raccomanda di continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti del virus Sars-CoV-2, di rafforzare le attività di tracciamento dei casi e dei contatti di caso e di applicare tempestivamente e scrupolosamente sia le misure di contenimento della trasmissione previste, che le misure di isolamento e quarantena in caso di variante Delta sospetta o confermata». Così il ministero della Salute nella circolare in cui aggiorna la classificazione delle nuove varianti - siamo arrivati alla lambda - di Sars-CoV-2, inquadra la loro diffusione in Italia e chiede il rafforzamento del tracciamento. Un focus particolare è sulla variante delta: comporta un rischio "da alto a molto alto" per la popolazione generale non vaccinata o vaccinata solo a metà; il rischio diventa "molto alto" nelle persone fragili non protette o protette solo parzialmente dai sieri.
La circolare fa il paio con il terzo bollettino dell'Istituto superiore di sanità sulle varianti. Il quadro, seppure preliminare in attesa della flash survey che fotograferà la situazione nel Paese poiché garantirà la rappresentatività del campione, non è roseo: aumentano in Italia i casi di variante Kappa e Delta, la cosiddetta "indiana" e un suo sottotipo - spiegano gli esperti Iss - che passano dal 4,2% nel mese di maggio, al 16,8% del mese di giugno (dati estratti al 21 del mese). L'Istituto superiore di sanità precisa che al momento la più diffusa rimane la variante inglese (Alfa) al 74,92%. I dati sulla variante Delta non sono ancora consolidati, precisano dall'Iss, ma il dato del 16,8% si rileva dalle prime segnalazioni di sequenziamenti eseguiti, monitorati dal Sistema di sorveglianza integrata Covid-19 dell’Iss. «Dalla nostra sorveglianza epidemiologica – dice Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss – emerge un quadro in rapida evoluzione che conferma come anche nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, la variante Delta del virus stia diventando prevalente. Con la prossima flash survey avremo una stima più precisa della prevalenza».
«Per metà agosto, aveva peraltro avvisato il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli, è plausibile una prevalenza al 70% della variante delta in Italia, che arriverebbe al 90% a fine agosto». In Lombardia intanto i dati parlano di un 4% ma contro la viarante "indiana" c'è massima attenzione anche perché, ha affermato Locatelli, non basta una sola dose per proteggersi ma va completato il ciclo vaccinale». E se da lunedì 28 tutta l'Italia sarà "bianca", già si guarda all'ipotesi di nuove chiusure in caso di focolai. «Il modello flessibile che abbiamo applicato in questi mesi è sempre in piedi», ha ricordato il coordinatore del Cts.
© RIPRODUZIONE RISERVATA