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Covid/ Altems: in calo tasso di mortalità e pressione sugli ospedali

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"Continua il calo di incidenza, mortalità, età dei contagi e pressione sui servizi assistenziali, mentre la popolazione over 80 nazionale ha quasi completato la vaccinazione della prima dose". Lo rileva il report settimanale dell'Altems, l'Alta Scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell'Università Cattolica, campus di Roma.

"La settimana appena trascorsa - sottolinea il report - evidenzia un calo dell'incidenza settimanale di contagi da Covid-19, registrando un valore nazionale pari a 95 ogni 100mila residenti, una letalità (decessi su positivi) pari al 2,75 per 1.000 (in calo rispetto al 2,94 x 1.000 della precedente settimana) e una mortalità (decessi su popolazione) del 2,17% (in calo rispetto al 2,55%). Al 10 maggio, tutte le Regioni sono al di sotto delle soglie del 30% e del 40%, quelle oltre le quali vi è un sovraccarico rispettivamente per la terapia intensiva e per l'area non critica".

Il report affronta anche il capitolo vaccinazioni. Ad oggi sono state vaccinate con la prima e seconda dose il 27,53% dell'obiettivo, fissato dall'Ue, dei circa 29 milioni da raggiungere al 22 settembre 2021, pari a 7.892.785 persone vaccinate. È stato poi analizzato il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali, esprimendo così un numero medio di vaccinazioni effettuate da ciascun punto di somministrazione regionale. Il valore più alto dell'indicatore si registra in Campania, dove dall'inizio delle vaccinazioni ciascun punto di somministrazione ha effettuato circa 42.239 vaccini. Negli ultimi 7 giorni, le regioni che hanno effettuato il maggior numero di inoculazioni per punto di somministrazione sono state la Campania (6.806), la Lombardia (5.218) e il Molise (3.546).

Il report sottolinea anche "l'aumento delle iniziative di telemedicina in epoca Covid-19, ma l'incremento maggiore riguarda le iniziative dedicate ai pazienti non-Covid". "La 52esima edizione del report propone un focus sulla resilienza dei sistemi sanitari con riferimento alle prestazioni ordinarie. Una buona organizzazione - afferma Americo Cicchetti, direttore Altems - è sicuramente indicativa della capacità di resilienza dei sistemi sanitari. Incrociando i dati sulle prestazioni ordinarie (ricoveri ordinari, ricoveri chirurgici, day hospital, specialistica ambulatoriale) perse nel 2020 causa Covid e la capacità di reazione delle Regioni (misurata come velocità nel definire delibere e documenti per la ripartenza dopo la fase I), ne abbiamo identificato 4 approcci: proattivo, proattivo non impattante, reattivo non impattante, reattivo".

"Le Regioni identificate come proattive - chiarisce Cicchetti - sono quelle che hanno reagito prima, emanando delibere per la ripresa dell'attiva subito dopo il termine della fase 1. Tale capacità organizzativa ha esitato in un minor decremento di attività rispetto all'anno precedente. Al contrario, le Regioni più reattive, ovvero quelle che hanno impiegato più giorni per riprendere l'attività 'ordinaria', sembrerebbero averne pagato scotto in termini di decremento dell'attività rispetto all'anno precedente".

"Tra questi due approcci - sostiene Cicchetti - notiamo altri due comportamenti assunti dalle Regioni. Alcune Regioni da noi identificate con proattivo non impattante, infatti, nonostante abbiamo tempestivamente deliberato la ripresa delle attività ordinarie registrano forti contrazioni dell'attività, probabilmente dovute all'assenza di mobilità sanitaria in entrate e/o alla circolazione del virus che non ha consentito una piena ripartenza. Infine, in altre Regioni la ripartenza tardiva sembrerebbe non aver inficiato il decremento di attività rispetto al 2019: si tratta - conclude Cicchetti - delle Regioni caratterizzate per un approccio reattivo non impattante".


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