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Istat: +45% decessi a marzo-aprile 2020, il 60% attribuibile al Covid

di B. Gob.

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Nei mesi di marzo-aprile 2020 i decessi in eccesso sono stati 49mila rispetto alla media degli stessi mesi nei cinque anni precedenti. Il 60% è attribuibile al Covid-19 (29.210), il 10% a polmoniti e il 30% ad altre cause. Lo rileva l'Istat nel primo report dettagliato sulle cause di morte dall'inizio della pandemia. «In questi due mesi - spiega l'Istituto di statistica - i deceduti residenti in Italia hanno subito un incremento del 45%. Si tratta di 159.310 decessi, quasi 49mila casi in più rispetto alla media calcolata nello stesso periodo del quinquennio 2015-2019». Solo una piccola parte dell'incremento è imputabile all'invecchiamento: senza il Covid, si stima che l'aumento dei decessi sarebbe stato limitato a +6.648 decessi. L'incremento di mortalità si è concentrato soprattutto al Nord-ovest, dove sono esplosi i primi focolai: qui i decessi in più sono stati 34.449 con un raddoppio dei casi e un effetto dovuto all'invecchiamento contenuto (+1.833 decessi). I decessi per polmoniti - rileva ancora l'Istat - triplicano (+211% per polmoniti e influenza) e aumentano quelli per demenze, diabete e cardiopatie ipertensive. Sul totale dei decessi per Covid-19 circa l'85% è di persone di oltre 70 anni. Tra i 50-59enni un decesso su cinque è dovuto al Covid-19. Boom di morti nelle Rsa con +155%, a seguire +46% negli istituti di cura e +27% nelle abitazioni.
Importanti le ipotesi sulla correlazione tra le "altre morti" e i decessi attribuibili direttamente al Covid: «L’analisi del tipo di diagnosi di Covid-19 indicata dai medici nei certificati di morte (sospetto o confermato) in relazione al luogo del decesso fornisce ulteriori interessanti spunti di riflessione - spiegano infatti dall'Istituto -. Se negli istituti di cura prevale nettamente la quota di diagnosi confermate da test di laboratorio (21.308 casi su 22.808 decessi), nelle abitazioni è rilevante il numero di morti da Covid-19 "sospetto" (573 casi su 913 decessi in casa). Nelle strutture residenziali o socio-assistenziali, pur prevalendo i casi di decessi da Covid-19 "confermato" (65% delle morti Covid-19 in questo tipo di struttura), il numero di deceduti da Covid-19 "sospetto" è elevato e ammonta a 1.502 casi. L’aumento di morti negli istituti di cura si osserva in tutte le aree del Paese, ma è nel Nord che l'eccesso è particolarmente rilevante. Analogo discorso vale per le strutture residenziali o socio-assistenziali per le quali però, anche nelle zone in cui l'incremento della mortalità è stato meno forte - sottolineano dall'Istat - i decessi sono aumentati di oltre il 50%. Le variazioni del numero di decessi nelle abitazioni delle diverse aree del Paese rispettano la diversa diffusione del virus: aumentano in tutte le ripartizioni, maggiormente al Nord, tranne nelle Isole dove si riscontra una lieve diminuzione».


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