Dal governo
Covid/ Ministero Salute, una sola dose di vaccino a chi ha già avuto infezione purché ad almeno 3 mesi e non immunodepresso
di B. Gob.
24 Esclusivo per Sanità24
«È possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti Sars-CoV-2/Covid-19 nei soggetti con pregressa infezione da Sars-CoV-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica), purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa». È quanto prevede su parere del Consiglio superiore di sanità (e prima di Aifa) una circolare del ministero della Salute , che però esclude la monodose per le persone con immunodeficienza primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici. Oggi l'avvenuta infezione viene autocertificata al momento della vaccinazione attraverso un modello. Da questo momento il ministero raccomanda di «raccogliere, ogni qualvolta disponibile, evidenza di documentata infezione da Sars-CoV-2. In assenza di questa evidenza di positività al tampone, si raccomanda che l’informazione anamnestica relativa a una pregressa infezione venga raccolta nel modo più completo e dettagliato possibile». Infine, in linea con l'indicazione dell'Oms l'«esecuzione di test sierologici volti a individuare la positività anticorpale nei confronti del virus o di altro tipo di test, non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale».
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