Dal governo
Draghi alle Camere: «Virus nemico di tutti. Combattere in ogni modo la pandemia». Poi: «Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo di ogni cambiamento delle regole». Ssn centrato sul territorio e sulle cure a casa con la telemedicina- IL TESTO
di Barbara Gobbi
24 Esclusivo per Sanità24
Combattere in ogni modo la pandemia. Subito dopo, un pensiero a chi ha subito, del Covid-19, anche le conseguenze economiche pesantissime. Questo il doppio binario su cui si è mosso il presidente del Consiglio Mario Draghi nelle dichiarazioni programmatiche fatte in Aula al Senato e successivamente alla Camera per la fiducia al Governo. «Il primo pensiero che vorrei condividere nel chiedere la vostra fiducia - ha esordito il premier - riguarda la nostra responsabilità nazionale. Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti. Ed è nel commosso ricordo di chi non c'è più che cresce il nostro impegno.
«Vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni. Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole».
Appello all'orgoglio nazionale.«Mi sono sempre stupito e un po' addolorato in questi anni, nel notare come spesso il giudizio degli altri sul nostro Paese sia migliore del nostro. Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano», ha affermato ancora Draghi. Che aveva appena precisato: «Nel ringraziare il Presidente della Repubblica, voglio dire che non vi è mai stato nella mia carriera professionale un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia».
Il Servizio sanitario nazionale punti sul territorio. Sui vaccini «gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo», ma la pandemia ha colpito molto duramente il Paese e continua a farlo, con l'aspettativa di vita - ha ricordato il premiere - abbreviata fino a quattro anni dal Covid, visti gli oltre 94mila morti, i tantissimi contagiati e il pericolo delle varianti: la lotta contro la pandemia andrà portata avanti a tutto campo mettendo insieme lo sforzo di tutti, dalla Protezione civile alle Forze armate fino al volontariato e al privato. Nessuna preclusione nell'erogazione delle dosi, e no al «limitare le vaccinazioni in luoghi specifici, che spesso non sono ancora pronti», e qui il riferimento di Draghi sembra essere alle "Primule" di Arcuri. Ma c'è un Servizio sanitario nazionale, soprattutto, da ristrutturare: la rotta è tutta puntata sul territorio, in cui andrà realizzata una forte rete di servizi di base, dalle case di comunità ai consultori, «per rendere realmente esigibili i Livelli essenziali di assistenza». L'obiettivo del nuovo Governo, da perseguire in primis nel Recovery Plan, «la casa come principale luogo di cura, possibile con la telemedicina».
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