Dal governo
Covid: epidemia corre con indice Rt a 1,7 e quadro in peggioramento
di Ernesto Diffidenti
24 Esclusivo per Sanità24
"L'epidemia sta correndo e il quadro è in peggioramento". Non usa giri di parole Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità, presentando i dati del monitoraggio della Cabina di regia, condotto insieme al ministero della Salute e alle Regioni. "Il valore di incidenza nel nostro Paese - spiega - è pari a circa 280 casi positivi per centomila abitanti mentre l'indice Rt è arrivato a 1.7 ed è superiore a 1 in tutte le regioni ". E desta allarme anche "la crescita dell'occupazione dei posti letto in terapia intensiva". "L'obiettivo che noi abbiamo è di garantire tutti i bisogni assistenziali", aggiunge sottolineando che nelle ultime settimane è "in lieve crescita" l'età media dei contagiati mentre per i decessi "la media si conferma superiore agli 80 anni".
"È fondamentale - spiega ancora Brusaferro - che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie ed è altresì fondamentale rimanere a casa il più possibile". Franco Locatelli, presidente del Comitato tecnico scientifico, accompagnare Brusaferro nella conferenza stampa al ministero della Salute e ricorda anche l'obbligatorietà di adottare "comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine".
Misure fondamentali anche perché, ricorda Brusaferro, "l'Italia è in uno scenario 3 mentre alcune Regioni sono in scenario 4, il massimo". Le Regioni a rischio elevato sono 11 (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Valle d'Aosta e Veneto) mentre l'indice Rt ha raggiunto quota 2 in Lombardia e Piemonte. Ma ancora non si parla di lockdown. "Il Governo ha adottato misure tempestive - aggiuge- limitando le interazioni tra cittadini. Ma non c'è una ricetta magica e sarà il monitoraggio continuo e condiviso con le Regioni che dovrà fornire gli elementi per valutare i prossimi passaggi tra cui misure specifiche in singole realtà laddove se ne presenti il bisogno".
"Dalla prossima settimana - sottolinea dal canto suo Locatelli - faremo 100mila tamponi antigenici rapidi oltre ai 200mila molecolari che stiamo già facendo ma è necessario che i medici di medicina generale svolgano un ruolo fondamentale per la gestione dei malati alleggerendo la pressione sugli ospedali". Insomma, dovranno diventare "cruciali per garantire la gestione ottimale dei malati". Intanto è allo studio la possibilità di fornire agli italiani i "saturimetri" che servono a misurare l'ossigenazione del sangue. "Dovranno diventare di uso comune nelle famiglie - continua Locatelli - al pari dei termometri".
Anche perché continua ad aumentare il numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (49.511 casi questa settimana rispetto ai 23.018 della settimana precedente) che supera l'80% dei nuovi casi segnalati in alcune Regioni e Province autonome.
" Questa settimana - sottolinea il monitoraggio Iss-Salute - per la prima volta è stato segnalato il superamento in alcuni territori della soglia critica di occupazione in aree mediche (40%) ed esiste un'alta probabilità che 15 tra Regioni e province autonome superino le soglie critiche di terapia intensiva e/o aree mediche nel prossimo mese".
Spetta a Gianni Rezza, infine, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, illustrare l'ultimo bollettino che segna un nuovo record di contagi (31.084, +4.253), e di tamponi eseguiti (oltre 215mila). "Non sono buone notizie", commenta. La Regione con il maggior numero di nuovi contagi resta la Lombardia che sfiora i 9mila casi (8.960) seguita dalla Campania (3.186) e dal Veneto (3.012). Gli attualmente positivi salgono a 325.786 (+26.595) con 16.994 pazienti ricoverati con sintomi (+1.030) e 1.746 in terapia intensiva (+95). Sono in isolamento domiciliare 307.046 pazienti mentre sono 4.285 le persone dimesse o guarite.
"La percentuale dei positivi sui tamponi effettuati supera il 10% - conclude Rezza - e non è un buon indicatore. Il rapporto tra test e contagi indica che l'epidemia galoppa e che il virus circola in maniera abbastanza veloce".
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