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Inail: tra lockdown e lavoro agile infortuni in calo del 18,2% tra gennaio e aprile

di Radiocor Plus

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Le denunce di infortunio sul lavoro presentate tra gennaio e aprile sono state 172.319 (-18,2% rispetto allo stesso periodo del 2019), 280 delle quali con esito mortale (-7,6%). E' quanto emerge dai dati pubblicati dall'Inail secondo cui sono "in diminuzione le patologie di origine professionale denunciate, pari a 14.768 (-30,4%)". "I dati di quest'anno - spiega l'Istituto - sono fortemente influenzati dall'emergenza Coronavirus". Gli infortuni sono diminuiti dell'8,6% nella gestione Industria e servizi (dai 155.588 casi del 2019 ai 142.256 del 2020), del 25,0% in Agricoltura (da 10.199 a 7.651) e del 50,1% nel Conto Stato (da 44.933 a 22.412). "Per quest'ultima gestione - spiega l'Inail - si è registrato tra marzo e aprile un crollo delle denunce, dalle circa 22mila del 2019 alle quasi 1.400 del 2020 (-93,7%), per effetto dell'utilizzo della prestazione lavorativa in modalità agile dalla quasi totalità dei dipendenti statali e dell'assenza degli studenti nelle scuole/università statali, chiuse per evitare il propagarsi del contagio".

In controtendenza rispetto all'andamento degli altri settori economici, il settore Ateco "Sanità e assistenza sociale" ha registrato un forte incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro: +184% su base quadrimestrale e +388% su base bimestrale (marzo-aprile 2020 vs marzo-aprile 2019), passando dai circa quattromila casi di marzo-aprile 2019 ai quasi 19mila di marzo-aprile 2020 (circa tre denunce su quattro riguardano il contagio da Covid-19).

L'analisi territoriale evidenzia nei primi quattro mesi del 2020 un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più contenuto nel Nord-Ovest (-6,7%), e più accentuato nel Nord-Est (-21,8%), al Centro (-23,0%), al Sud (-26,6%) e nelle Isole (-23,8%). Se si limita il confronto al solo bimestre marzo-aprile, i cali registrati nelle singole ripartizioni geografiche risultano più evidenti: -10% per il Nord-Ovest, -40% circa per Centro e Nord-Est e -50% circa per Sud e Isole.

La flessione che emerge dal confronto dei primi quadrimestri del 2019 e del 2020 è legata soprattutto alla componente maschile, che registra un -26,6% (da 132.811 a 97.441 denunce), mentre per quella femminile si attesta al -3,9% (da 77.909 a 74.878). Nei mesi di marzo-aprile, in particolare, rispetto allo stesso bimestre dell'anno precedente, le denunce si sono praticamente dimezzate per i lavoratori (-50,7%) e ridotte del -1,4% per le lavoratrici.
Tra gennaio e aprile la diminuzione ha interessato sia i lavoratori italiani (-18,7%), sia quelli comunitari (-8,2%) ed extracomunitari (-18,0%), con diminuzioni percentuali praticamente raddoppiate se limitate al confronto del solo bimestre marzo-aprile. Dall'analisi per classi di età emergono decrementi generalizzati in tutte le fasce, ma più contenute per i lavoratori tra i 45-64 anni.


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