Dal governo

Coronavirus/ UniCattolica, top tamponi a Trento e in Veneto, in coda Puglia e Sicilia

di Ernesto Diffidenti

S
24 Esclusivo per Sanità24

E' un'Italia a macchia di leopardo quella alla ricerca del coronavirus attraverso i tamponi anche se il trend nazionale è in crescita: rispetto alla settimana scorsa, il tasso per mille abitanti è passato da 6,52 a 7,07. Il dato emerge dall'Instant Report su Covid-19 dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell'Università Cattolica aggiornato al 15 maggio. Il tasso settimanale più basso si registra in Sicilia (è di 2,74 tamponi per mille abitanti nell'ultima settimana), seguita dalla Puglia (3,07). Basso anche in Sardegna (4,03). Si tratta di Regioni sfiorate dal virus dove la scelta dei dirigenti di non fare tamponi a tappeto probabilmente si è incrociata con la scarsa disponibilità dei dispositivi. Mentre il tasso più alto si registra nella provincia di Trento (16,4 tamponi per mille abitanti), seguito dalla Valle d'Aosta (15,37) e Veneto (12,89) dove il governatore, Luca Zaia, ha già annunciato di voler eseguire 30mila tamponi al giorno a partire da settembre. Lombardia e Piemonte ne fanno un terzo in meno del Veneto (rispettivamente 8,74 e 8,44) mentre il Lazio si ferma a 4,72, ben al di sotto la media nazionale (7,07).

"Osservando il dato dall'inizio dell'epidemia - spiega Altems - a livello nazionale il 2,89% della popolazione ha ricevuto il tampone". Il valore massimo si registra in Valle d'Aosta con il 6,33%, il minimo in Campania (0,95%). La Regione con maggiore incidenza settimanale di casi positivi è la Lombardia (42 casi ogni 100mila abitanti), che effettua un numero di tamponi per 1000 abitanti pari a quelli della Toscana in cui, tuttavia, l'incidenza è di 5 casi ogni 100mila. Dall'inizio dell'epidemia, sono stati effettuati oltre 3 milioni di tamponi ai quali corrispondono 1 milione e 900mila persone testate. Spesso si è parlato di carenze di materiale, non tanto legato ai "bastoncini" necessari a effettuare i prelievi, quanto ai reagenti necessari ai laboratori per identificare un'eventuale presenza di virus. Carenza o meno, con l'abolizione del lockdown cresce la richiesta di attuare immediatamente e continuativamente un programma di screening. L'appello parte proprio dall'Ordine dei medici di Trento che sollecita "l'estensione dell'uso dei tamponi a partire dagli operatori sanitari che non si limiti al monitoraggio dei sintomi, ma orienti la ricerca anche sui portatori asintomatici ora incomprensibilmente del tutto dimenticata (l'esperienza del Veneto con i suoi dati incoraggianti insegna)".


© RIPRODUZIONE RISERVATA