Dal governo
Coronavirus/ L'Italia riparte. Timone alle Regioni per guidare la Fase 3
di Barbara Gobbi
24 Esclusivo per Sanità24
Tutti promossi con tre casi particolarmente "attenzionati":la prevedibile Lombardia e a sorpresa Umbria e Molise, quest'ultimo in seguito all'aumento dei casi dovuto a un nuovo focolaio seguito alla partecipazione di massa a un funerale e l'Umbria per un Rt superiore a zero malgrado una casistica ai minimi per tutta la pandemia. Le "pagelle-non pagelle" contenute nel "Report 0 "del ministero della Salute e dell'Istituto superiore di Sanità sono arrivate venerdì sera 15 maggio con qualche giorno di ritardo, a legittimare in parte la conquista piena del timone da parte delle Regioni. Che in un braccio di ferro serrato con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte hanno ottenuto il "libera tutti" a gestione autonoma per l'avvio di quella che di fatto e a partire da lunedì 18 maggio è la Fase 3 di convivenza con la pandemia. E se il presidente del Consiglio Conte avvisa nel firmare il Dpcm sulle riaperture che a un aggravarsi dei parametri sanitari lo Stato sarà legittimato a intervenire con nuove chiusure e il ministro della Salute e gli scienziati non si stancano di appellarsi alla prudenza, di fatto l'Italia riparte con le misure vistate e messe in campo dai governatori - a eccezione della più restrittiva Campania - anche dal punto di vista sanitario (tamponi per tutti, mascherine dove e quando, test sierologici). Mentre continuano le polemiche con il commissario Arcuri sulla mancanza di mascherine per tutti a prezzo "politico", l'Italia è ancora in attesa della App Immuni - la ministra per l'Innovazione Paola Pisano promette che arriverà a fine maggio - e mentre tutto il mondo continua nella corsa a un farmaco e a un vaccino, l'unica svolta che nel medio-lungo periodo consentirà una convivenza "sicura" con il coronavirus.
Bonaccini esulta. «Alla fine il risultato è arrivato». Così il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, al termine dell’incontro notturno con il Governo che tra sabato 16 e domenica 17 maggio ha chiuso il lungo confronto con il Governo che ha portato a recepire nel Dpcm sulle riaperture le istanze dei Governatori. «Il nostro obiettivo - spiega Bonaccini in un comunicato - è sempre stato quello di dare regole certe alle attività che da lunedì potranno riaprire e sicurezza a lavoratori e cittadini. Il Governo si è impegnato a richiamare nel testo le linee guida elaborate e proposte dalla Conferenza delle Regioni quale riferimento certo e principale dai cui far discendere i protocolli regionali. Ciò assicurerà, peraltro - afferma ancora Bonaccini - omogeneità e certezza delle norme in tutto il Paese».
Buone notizie dalla Protezione civile. Gli ultimi dati della Protezione civile inducono a un moderato ottimismo: al 17 maggio gli "attualmente positivi", cioè i malati, scendono sotto i 70mila con una decrescita di 1.836 assistiti rispetto al giorno prima. Mentre i contagi totali dall'inizio della pandemia, che sono 225.435, aumentano al minimo con 675 nuovi casi e sono 145 i decessi e 8 Regioni che nell'ultimo bollettino non segnalano neppure un morto per Covid-19. «Gli indicatori sui contagi vanno bene - spiega un tecnico - anche perché di fatto riflettono la situazione di 15 anni fa ma è su quelli di preparazione come la dotazione di personale e il tempo necessario per fare un tampone che bisogna mantenere alta l'attenzione anche perché attengono a dati organizzativi che la pandemia per la prima volta ha imposto di monitorare e non tutte le Regioni sono allo stesso livello».
Le valutazione e le precisazioni dell'Iss sulle 3 Regioni a rischio moderato.
Il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro sono in prima linea del frenare sugli entusiasmi eccessivi che - al di là del via libera generalizzato contenuto nel "Report 0: situazione alla fine del lockdown", potrebbero portare a un rialzo dell'indice Rt e avvisano che nuovi focolai sono possibili. Intanto le prime valutazioni contenute nel Report fotografano le tre realtà più critiche in Lombardia, Molise e Umbria per indice dei contagi. E di fronte alle proteste l'Iss si affretta a precisare: «L’Rt non è una pagella ma un segnale da interpretare insieme agli altri dati». E «relativamente ai valori di Rt in regioni come Umbria e Molise, che restano aree del Paese a bassa incidenza di infezioni da Covid-19, anche piccole oscillazioni nei numeri, dovute verosimilmente ad un aumento dei tamponi eseguiti, possono comportare variazioni in singoli parametri particolarmente sensibili quali appunto l’Rt. Tali variazioni possono, paradossalmente, essere la conseguenza di un miglioramento della copertura dei sistemi di sorveglianza e pertanto segnalano la capacità dei Ssr di intercettare i casi e di adottare le misure adeguate per limitare la trasmissione del contagio.
In particolare, quando il numero di casi è molto piccolo, alcune Regioni possono andare temporaneamente sopra soglia (Rt maggiore di 1) a causa di piccoli focolai locali che finiscono per incidere sul totale regionale, senza che questo rappresenti un elemento preoccupante. In questo senso vanno lette le informazioni ed eventuali situazioni analoghe che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane in altri contesti regionali. Pertanto, il movimento di un singolo indicatore è un segnale che va interpretato con cautela in Regioni comunque caratterizzate da un basso numero complessivo di casi.
I dati riportati, perciò, non possono e non debbono essere interpretati come una pagella e soprattutto vanno letti nel loro insieme come una fotografia della situazione e della capacità di risposta.
Il modello di monitoraggio e valutazione del rischio COVID-19 in Fase 2 si basa su una serie di indicatori in grado di rilevare con elevata sensibilità modificazioni sia pur piccole negli andamenti epidemiologici nonché il livello di resilienza dei sistemi sanitari delle diverse regioni italiane. Si tratta di uno strumento importante, in quanto è necessario garantire la sicurezza dei cittadini in questa necessaria fase di rilancio delle attività economiche del Paese».
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