Dal governo

Sangue: dall'Oms un piano triennale per un accesso equo e sicuro

di Alessandra Ferretti

S
24 Esclusivo per Sanità24

Dall'Organizzazione mondiale della sanità arrivano sei obiettivi strategici che coinvolgono tutti gli Stati membri per garantire un accesso equo e sicuro a sangue ed emocomponenti a livello globale. Si tratta del piano triennale ''Action Framework to Advance Universal Access to Quality and Safe Blood and Blood Components for Transfusion and Plasma Derived Medicinal Products", che ha preso il via proprio pochi giorni fa a Ginevra con un kick off meeting dedicato e che si protrarrà fino al 2023.

«Nel mondo abbiamo fortissime disparità dal punto di vista della disponibilità di sangue e dei prodotti da esso derivati, con paesi, come quelli in via di sviluppo, che hanno una capacità di donazioni anche minore di 10 unità/1000 abitanti, a fronte di paesi come il nostro che hanno invece una media di 43 donazioni/1000 abitanti, con punte che nelle Marche toccano le 53 unità», commenta Giancarlo Liumbruno, direttore generale del Centro nazionale sangue, presente a Ginevra per rappresentare l'Italia.
«Se pensiamo che nel mondo vengono eliminati oltre 9 milioni di litri di plasma, perché certi paesi non hanno le capacità per qualificarlo secondo le norme di matrice farmaceutica ovvero secondo le Good Manufacturing Practices (GMP) – prosegue Liumbruno – e che gli stessi paesi avrebbero invece estrema necessità di farmaci emoderivati, comprendiamo come questa situazione sia urgente. Tra i paesi più svantaggiati citiamo l'Africa e alcune regioni del Sud America e del Centro America».

Tutti e sei gli obiettivi strategici dell'Action Framework mirano dunque a migliorare l'adeguatezza della donazione e l'accesso universale a sangue ed emocomponenti sicuri per le trasfusioni oltre che ai farmaci plasmaderivati, anche nell'ottica della promozione della salute del donatore e del ricevente. Li enuncia il direttore del Cns: «Anzitutto un'adeguata leadership e governance per i sistemi sangue nazionali; una serie di servizi efficienti che assicurino sangue, emocomponenti e farmaci plasmaderivati sicuri; quindi un uso clinico appropriato per migliorare la salute e la sicurezza dei pazienti; la presenza di servizi regolatori e laboratori di controllo che abbiano la capacità di valutare il sangue e i dispositivi medici che si utilizzano in ambito trasfusionale; ancora, un sistema di emovigilanza appropriato che monitori il sistema sangue, incluse le reazioni avverse dei donatori e dei pazienti; infine, il raggiungimento delle priorità attraverso una collaborazione efficace e lo scambio di informazioni».

Nel corso del meeting di Ginevra, l'Oms ha definito l'Italia "modello, sia per il sistema basato sulla donazione non remunerata, sia per gli sforzi svolti per garantire la sicurezza di donatori e riceventi". E, non a caso, ha affidato al Centro Nazionale Sangue l'organizzazione della Giornata Mondiale del Donatore 2020 prevista il 13 e 14 giugno prossimi.
«Gli aspetti per cui il nostro paese è stato indicato come esempio – continua Liumbruno – consistono, anzitutto, nel fatto che il nostro sistema di donazione del sangue è volontario e non remunerato e che, come tale, raggiunge da oltre 13 anni l'autosufficienza per il sangue e livelli sempre crescenti per gli emoderivati (attualmente siamo a oltre il 70%). La nostra legge quadro prevede un "meccanismo di solidarietà per compensare i fabbisogni trasfusionali delle Regioni" e ogni anno il Ministero della Salute emana con proprio decreto il "Programma annuale di autosufficienza", in base al quale tutte le regioni concorrono all'autosufficienza nazionale di sangue ed emoderivati e quelle "in esubero" compensano quelle "in deficit". L'autosufficienza è, infatti, per definizione, non frazionabile, sovra-aziendale e sovraregionale».

L'Italia conta 1,7 milione di donatori di sangue, quasi tutti associati ad associazioni di volontariato, le quali assolvono al compito istituzionale di garantirne la quantità necessaria al paese e di fidelizzare i donatori. Questi provvedono infatti a donare sangue ai 1.800 malati trattati ogni giorno nel nostro paese, dove ogni dieci secondi viene trasfusa una sacca.


© RIPRODUZIONE RISERVATA