Dal governo

Bimbi in auto, parte la campagna sulla sicurezza. E arriva l'obbligo di dispositivi anti abbandono

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

«Una leggerezza ti costa una multa, ma un incidente può costarti la vita di tuo figlio». Il ministero della Salute è in prima linea con i dicasteri dell'Interno e dei Trasporti, nel presentare lacampagna di sensibilizzazione del Governo sulla sicurezza dei bimbi in auto . Non solo: «A breve faremo delle iniziative come esecutivo, anche di natura legislativa», avvisa la ministra della Salute, Giulia Grillo. Che nell'annunciare l'ennesima aggressione a un camice bianco, in Sicilia, ringrazia i pediatri, «professionisti da valorizzare insieme ai medici di medicina generale, rispetto alla sottovalutazione che li ha riguardati negli ultimi 15 anni e alle tante necessità di risposte che oggi i cittadini cercano e non hanno».

«La sicurezza dei bambini in auto - afferma il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli - è una nostra priorità. Precauzioni come allacciare le cinture sembrano prudenze superflue, e invece possono cambiare il destino del piccolo e della sua famiglia. Come - e questo è un mio impegno personale che diverrà presto un obbligo di legge - dovrà essere sempre installato sui seggiolini auto un dispositivo anti abbandono. Basta una piccola modifica al Codice della strada per evitare che una distrazione possa trasformarsi in una tragedia».

Nel 2017 in Italia le vittime di incidenti stradali tra zero e 14 anni sono state 25 e ben 8.396 sono stati i piccoli feriti, molti dei quali hanno riportato invalidità permanenti. Nella maggior parte dei casi, non erano assicurati al seggiolino o erano seduti accanto al guidatore in condizioni di totale vulnerabilità. «Il costo degli incidenti d'auto pesa nel complesso per il 3% del Pil - avvisa il Dg della Prevenzione della Salute, Claudio D'Amario - . Sono stati 246mila gli incidenti nel 2016, con 175mila circa feriti gravi, che oltre alla tragedia umana comportano costi successivi, per il Paese, dovuti a pensioni di invalidità o necessità di supporto alla non autosufficienza.E siamo ancora lontani di 800 unità rispetto agli obiettivi dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), di scendere a un rapporto tra feriti gravi e decessi, pari a 2.500. Anzi, in Italia l'Istat riporta un trend in aumento, soprattutto nel Sud, nel Centro e nelle isole. «Probabilmente - continua D'Amario - c'è un problema di organizzazione del sistema nel dare il primo soccorso. La rete del "politrauma" non è bene espressa in tutte le Regioni. In questo quadro, su 17.309 feriti gravi in Italia nel 2017, 242 (l'1.4%) sono bambini tra 0 e 9 anni. Cruciale è un approccio multisettoriale a un problema che troverà ampio spazio nel nuovo Piano di prevenzione nazionale».

Le accortezze da osservare comportano per i genitori un impegno di pochi secondi, che però può essere salva-vita. A entrare nel dettaglio è il direttore del Servizio Polizia Stradale, Giovanni Busacca: «Le gravi conseguenze provocate da questi incidenti ai piccoli passeggeri potrebbero, in moltissimi casi, essere evitate. I seggiolini per auto, omologati e scelti in base al peso del bambino, sono in grado di garantire al piccolo trasportato un adeguato contenimento e la migliore protezione possibile in caso di incidente. I genitori devono considerarne l’utilizzo come imprescindibile gesto di protezione per i propri figli, così come il rispetto di tutte le altre regole a garanzia di una condotta di guida improntata alla massima prudenza».
Cruciale la comunicazione capillare: «Fornire alle famiglie materiali di facile lettura, con poche ma importanti informazioni, è uno dei modi per fare efficacemente prevenzione - afferma il Presidente della Società italiana di pediatria, Alberto Villani -. L’educazione sanitaria è fondamentale in ogni campo della prevenzione, compreso quella degli incidenti stradali. Ecco perché i pediatri italiani aderiscono a questa iniziativa, impegnandosi anche a diffondere i messaggi della campagna».

Mentre per tutti il faro, ancora lontano, resta l'obiettivo comunitario "Vision zero": nel 2020 più nessun bambino deceduto sulle strade.


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