Dal governo
La lotta ai tumori passa dall’«oncochip», così i pazienti avranno un identikit molecolare
di Ruggero De Maria (Presidente Alleanza Contro il Cancro)
Negli ultimi vent'anni abbiamo assistito a un interesse crescente per le terapie oncologiche. I nuovi farmaci intelligenti sono stati creati per neutralizzare le molecole alterate nelle cellule tumorali, molecole che costituiscono dei veri e propri bersagli da colpire per curare il cancro.
Alleanza Contro il Cancro ha chiamato a raccolta i migliori esperti di genomica presenti nella rete per creare “ACC Genomics”, un gruppo di lavoro che creasse un “Oncochip” in grado di decifrare il DNA tumorale e identificare tutti i bersagli terapeutici presenti nel tumore di ciascun paziente, in modo da poterlo curare al meglio.
Il Programma di genomica è stato presentato oggi al ministero della Salute dalla ministra Beatrice Lorenzin. Una rivoluzione che permetterà ai pazienti italiani affetti da tumori avanzati di avere una sorta di identikit molecolare del tumore che aiuterà a personalizzare la terapia.
Il funzionamento e le tappe del progetto
ACC Genomics ha prima selezionato i geni più utili da sequenziare, poi ha identificato la migliore tecnologia disponibile per avere risultati riproducibili e a basso costo. Allo stesso tempo, ACC ha creato dei gruppi di lavoro per singola patologia in modo che fosse identificata la strategia migliore per curare ciascun tipo di tumore. Sono così nati sette “Working Group” che mettono insieme circa 200 tra ricercatori e clinici, uniti dall'obiettivo di curare meglio e di fare in modo che i pazienti possano diventare pazienti della rete, beneficiando così dell'expertise di tutti.
Si partirà ad Ottobre con mille pazienti affetti da tumore al polmone, la prima causa di morte per cancro nei paesi occidentali. Con la diagnostica attuale è possibile evidenziare un unico bersaglio molecolare e soltanto nel 10% dei pazienti affetti da tumore al polmone. Con l'Oncochip di ACC Genomics, i bersagli molecolari verranno evidenziati nel 97% dei pazienti, e ne verranno evidenziati in media più di quattro diversi per ciascun paziente. Questo significa che ogni paziente avrà la possibilità di essere curato con quattro tipi di farmaci diversi.
Poi, a gennaio del prossimo anno, si cominceranno a sequenziare gli altri tumori, sempre a costi contenuti, con degli “Oncochip” che non costino più di quanto non venga speso per quelle poche alterazioni genomiche evidenziabili attualmente. Questo programma prevede la creazione di un database in continuo aggiornamento che indicherà ai medici le opzioni terapeutiche legate alle diverse alterazioni evidenziabili e le evidenze scientifiche disponibili per ciascuna terapia.
Il primo esempio vincente è stato l'Imatinib, un farmaco che neutralizza una proteina chimerica, una fusione aberrante di due proteine diverse, alla base di una forma di leucemia che da mortale è diventata curabile, a patto di prendere ogni giorno una pillola per un costo di circa 30.000 dollari l'anno. Successivamente sono stati sviluppati altri farmaci intelligenti, scoperti lentamente per la difficoltà di individuare nuove molecole alterate e quindi nuovi bersagli terapeutici.
Con il progresso tecnologico sulle tecniche di studio del Dna, i costi del sequenziamento del genoma umano si sono ridotti di 100mila volte dal 2001 ad oggi. Questa riduzione esponenziale dei costi ha reso possibile sequenziare il genoma di migliaia di tumori e di identificare una serie di nuovi bersagli terapeutici che ad oggi sono più di 200. Purtroppo la rivoluzione tecnologica della genomica ha avuto difficoltà ad arrivare alla pratica clinica. Sebbene ciascun tipo di tumore abbia centinaia di alterazioni potenzialmente utili per indirizzare la terapia, al giorno d'oggi ne vengono evidenziate pochissime, al massimo due o tre. Questo fa si che ci siano pochissimi pazienti che vengono curati con delle terapie specifiche per il loro tumore. A questo problema sembra aver dato una risposta Alleanza Contro il Cancro, la rete oncologica degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Questa rete è stata creata nel 2002 dal Ministero della Salute per contribuire all'innovazione scientifica nel Paese.
Grazie al supporto della Direzione Generale della Ricerca e Innovazione del Ministero della Salute contiamo di riuscire a rivoluzionare la diagnostica e la terapia dei tumori in Italia, che potrebbe diventare un modello per gli altri Paesi europei. Ogni paziente diventerà un progetto di ricerca a sé: il suo genoma, infatti, sarà incrociato in tempo reale con le informazioni cliniche e scientifiche disponibili nel mondo, con l'obiettivo di usare tutte le conoscenze emergenti per ottimizzarne la terapia. Costruiremo una sorta di internet dei genomi, dove il genoma di ogni paziente sarà collegato a tutta la conoscenza disponibile e contribuirà a sua volta ad accrescere la conoscenza per il paziente successivo.
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