Dal governo
Reddito d’inclusione, Gentiloni sigla il Memorandum d’Intesa con Alleanza contro la povertà
di B.Gob.
Firmato a Palazzo Chigi il Memorandum d’intesa sull’attuazione della legge 15 marzo 2017, n. 33 che introduce il Reddito di inclusione (Rei). Presenti il premier Paolo Gentiloni, l’Alleanza contro la povertà e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti.
Con la firma «oggi portiamo a compimento un percorso che in questi mesi ci ha coinvolti con ruoli e responsabilità diverse e iniziamo una nuova fase che inaugura un nuovo modo di pensare all’intervento pubblico in tema di povertà», ha spiegato Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza contro la povertà. In Italia, «la povertà è una cosa seria - ha ricordato Rossini citando gli ultimi dati Istat - secondo i quali le persone in povertà assoluta, che non hanno cioè le risorse sufficienti per avere uno standard di vita minimamente accettabile sono 4.598.000, il 7,6% della popolazione e il 6,1% delle famiglie, il valore più alto dal 2005 a oggi». L’Alleanza contro la povertà è nata nel 2013 «per cercare di dare una risposta al ritardo del paese nell'affrontare il tema dell'esclusione sociale. Ad oggi, vi aderiscono 37 organizzazioni tra realtà associative, rappresentanze di Comuni e Regioni e sindacati.
«Non sarà possibile nel decreto attuativo - si legge nel Memorandum - definire i tempi della progressione graduale verso una misura pienamente universale, per necessità legate all’esigenza di reperire le adeguate coperture finanziarie. Ma il Governo e l’Alleanza concordano che non si fermi questo percorso di universalizzazione della misura da realizzarsi attraverso il Piano di contrasto alla povertà e che sin dai prossimi provvedimenti di bilancio debbano essere assicurate le risorse che permettono in tempi ragionevoli la definizione dello stesso».
Questi i punti concordati: nella definizione dei criteri di accesso, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si impegna ad affiancare alla soglia di accesso Isee, una soglia di accesso legata al reddito disponibile; per ragioni di equità, l’importo del sostegno monetario deve essere differenziato in base al reddito, ovvero calcolato come differenza tra il reddito disponibile e la soglia di riferimento dell'ISR (tenuto conto della scala di equivalenza); il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si impegna ad introdurre dei meccanismi per evitare che si crei la “trappola della povertà”, cioè un disincentivo economico alla ricerca di occupazione, prevedendo di continuare almeno in parte a concedere un sostegno economico ai beneficiari anche dopo un eventuale incremento di reddito che li portasse al di sopra delle soglie di riferimento, con tempi e condizioni da definire tecnicamente nel dettaglio; il Ministero del Lavoro si impegna ad introdurre nel Fondo per la lotta alla povertà una specifica linea di finanziamento strutturale per i servizi d'inclusione sociale connessi al ReI, in forma di quota vincolata - mai al di sotto del 15% della dotazione del Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale - da destinare ai territori. Nel decreto legislativo andrà prevista l'individuazione di una struttura nazionale permanente di affiancamento delle amministrazioni territoriali competenti, nonché di supporto tecnico, ai fini della piena ed uniforme attuazione del Rei. Il Ministero del Lavoro, infine, al fine di verificarne la piena ed uniforme attuazione nell'intero territorio nazionale, si impegna a presentare un piano operativo per la realizzazione delle attività di monitoraggio continuo del REI entro la fine del 2017 e comunque in tempo utile per garantirne l'utilizzo in sede di riparto del Fondo povertà per la quota dedicata ai servizi.
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