Dal governo

La priorità degli Ircss? Ricucire le smagliature di una rete d’eccellenza

di Bruno Dallapiccola (direttore scientifico ospedale Bambino Gesù, Roma)

Quando un regio decreto del 1938 ha dato l’avvio agli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, sarebbe stato difficile immaginare che la rete degli Irccs avrebbe arruolato, nell’arco di 80 anni, 49 Istituti, 21 di diritto pubblico e 28 di diritto privato. La seconda guerra mondiale aveva arrestato questo programma, che è ripreso negli anni ’50, con una sostanziale espansione solo dopo gli anni ’70 fino a includere oggi 16 principali aree tematiche.

Gli Irccs sono ospedali di eccellenza che perseguono finalità di ricerca nel campo biomedico e nella organizzazione e gestione dei servizi sanitari e offrono prestazioni di assistenza clinica e cura di alta specialità. Una missione originale e unica, anche nel contesto internazionale, che appare tanto più pionieristica se si considera che, fin dalle origini, ha sottinteso il concetto di medicina traslazionale, un neologismo che si è affermato solo dopo la conclusione del progetto genoma umano.

Gli Irccs sono di fatto i bracci operativi del ministero della Salute e delle Regioni, a cui compete la tutela della salute del cittadino e il miglioramento delle cure attraverso il rapido trasferimento al letto del paziente dei risultati della ricerca, che è guidata dalle domande che provengono dalle priorità sanitarie.

I numeri degli Irccs documentano il successo globale della rete, con quasi 694.000 ricoveri annui, oltre 4.500 sperimentazioni cliniche, più di 10.000 ricercatori e quasi 12.000 pubblicazioni, con un valore complessivo di impact factor che ormai supera i 50.000 punti.

A fronte di questi dati, la rete presenta alcune “smagliature”, che si sintetizzano nella concentrazione della metà dei risultati complessivi in 10-12 Istituti; del posizionamento di 32 Istituti al di sotto della media scientifica stabilita dal ministero; della disarmonica distribuzione geografica delle strutture (60% nelle Regioni del nord, 18 dei 49 ospedali in Lombardia); del mancato incremento negli anni dei finanziamenti destinati agli Irccs a fronte del progressivo aumento del numero degli ospedali classificati.

È tuttavia importante sottolineare l’impegno profuso negli ultimi anni dal ministero della Salute nel monitoraggio delle attività, della funzione e dell’organizzazione di questo patrimonio della sanità nazionale. Una significativa innovazione è stata la creazione all’interno degli Ircss di reti tematiche, in grado di operare con maggiore competitività.

Questo processo è iniziato nel 2002 attraverso l’aggregazione di 6 Istituti oncologici che hanno fondato l’Alleanza contro il Cancro. I 3.000 ricercatori dei 20 Istituti che oggi fanno parte di questa rete sono coinvolti in 2.800 studi clinici e svolgono attività di ricerca con una produzione annuale di 21.000 punti di impact factor. All’interno dell’Alleanza sono stati creati diversi progetti originali, come la rete dei tumori rari, la rete di telepatologia e la ricerca di indici di qualità della vita dei pazienti.

La rete neurologica degli Irccs coinvolge 18 Istituti impegnati a individuare percorsi diagnostici terapeutici ed assistenziali efficaci, innovativi e sostenibili nei confronti dei cittadini affetti da malattie neurodegenerative e disabilità mentali, avvalendosi di piattaforme tecnologiche diagnostiche avanzate e della neuro-riabilitazione.

La rete cardiologica integra le competenze scientifiche e cliniche, le tecnologie avanzate, le casistiche, i registri di malattia presenti in 17 Irccs, con l’obiettivo di ottimizzare l’impiego delle risorse e promuove la ricerca, la cura e la prevenzione delle malattie oggi responsabili delle principali cause di morte.

L’ultima nata, la rete pediatrica, aggrega oggi 6 Istituti, compresi tre policlinici pediatrici, impegnati nella tutela della salute nell’infanzia e nell’adolescenza, intesa non solo come cura e prevenzione delle malattie ma anche come promozione di stili di vita, attraverso la ricerca scientifica e tecnologica.

Gli Irccs della rete sono annualmente impegnati in oltre 250 sperimentazioni cliniche che arruolano circa 4.800 pazienti ed hanno una produzione scientifica che supera i 5.000 punti di impact factor.

La filosofia delle reti è quella di fare massa critica, favorire l’accesso dei pazienti alle cure, ottimizzare e razionalizzare le risorse e le capacità di ricerca. In fondo questa è la lezione che viene anche dalle 23 reti europee per le malattie rare di recente costituzione, nelle quali l’Italia, per competenze messe in campo e numero di centri arruolati, e tra essi moltissimi Irccs, svolgerà un ruolo autorevole. Un giusto riconoscimento al ministero della Salute e alle Regioni.


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