Dal governo

14° Rapporto Aiop: dopo anni di tagli, l’era glaciale dei servizi. Pelissero: «Senza investimenti la sanità non ha futuro»

di Lucilla Vazza

Dopo stagioni di tagli il nostro sistema sanitario si è contratto. Ripiegato su se stesso e offre meno servizi a costi più alti per i cittadini. La conseguenza più immediata è che sempre più italiani rinunciano a curarsi (almeno 26%). È l’amara analisi che emerge dal 14° Rapporto annuale Ospedali & Salute 2016 che racconta un sistema in deflazione. E la deflazione è la spia di un sistema avviato alla recessione. Il report, realizzato da Ermeneia, è stato presentato oggi a Roma da Gabriele Pelissero, presidente nazionale Aiop, l'Associazione italiana ospedalità privata. Per la sanità privata italiana mantenere un modello basato su un processo di tipo deflattivo, negli anni finisce inevitabilmente per ipotecare il principio universalistico e solidale del nostro sistema sanitario nazionale. Diventa perciò necessario procedere a una “manutenzione straordinaria” del Ssn. Pelissero ha denunciato ancora una volta che «L'offerta delle prestazioni sanitarie è purtroppo molto diseguale e differenziata nelle regioni italiane, non siamo un Paese omogeneo». Con un Sud che si depaupera e continua a “foraggiare” con la mobilità dei propri cittadini i sistemi sanitari delle Regioni centro-settentrionali che hanno un sistema più avanzato e più virtuoso.
E per cambiare rotta andrebbero«utilizzate meglio le risorse già presenti sul territorio, anche in quelle regioni seriamente in difficoltà. Si tratta di interventi di legge sempre molto complessi dal punto di vista tecnico in sanità. Ma indirizzando meglio la spesa che già c'è, è possibile produrre più prestazioni, dare risposte alle liste d'attesa, consentire ai cittadini di curarsi meglio» ha precisato il presidente Aiop. «Oggi in Italia spendiamo per la sanità pubblica meno della Croazia e la differenza con Francia e Germania è enorme. In questo settore ad alta tecnologia, con prodotti che costano cari e cure innovative - ha terminato Pelissero - se non investiamo piu soldi è evidente che rimarremo indietro».

Il focus 2009-2014: più oneri, meno servizi
L’Aiop ha messo a fuoco i dati degli ultimi anni, dove una diminuzione dei servizi si è accompagnata a maggiori costi per i cittadini: dal 2009 al 2014 il numero dei posti letto è sceso del 9,2%, con un volume di ricoveri calato del 18,3%, delle giornate di degenza (-14%), del personale (-9% tra il 2010 e il 2014); dal 2009 al 2015 aumentano in parallelo gli oneri per gli utenti, con i ticket per le prestazioni che crescono del 40,6%, le visite intramoenia a pagamento presso gli ospedali pubblici del 21,9% e i ticket per i farmaci del 76,7%.

Insomma, il servizio pubblico non riesce a liberare risorse migliorando l'efficienza, come dimostrano i dati dei “sovraricavi”, riconosciuti ad aziende ospedaliere e ospedali a gestione diretta, che si attestano tra i 2,6 e i 3,2 miliardi di euro. Il risultato di una gestione di questo tipo è un’offerta di servizi inadeguata, con una crescita dei costi per gli utenti. E il report segnala anche un dato se vogliamo più “intimo” e personale, si registra una percezione di logoramento del sistema che implica il rinvio o la rinuncia alle cure che nel 2016 ha coinvolto il 26% degli italiani. E la causa di questo fenomeno è riconducibile all'impatto generato dai provvedimenti di spending review, intrapresi nel quadro delle politiche di austerità degli ultimi 5 anni.

Italia inefficiente
Dalle analisi condotte e dal confronto con gli altri Paesi europei - indica il Rapporto - emerge un processo di deflazione da sottofinanziamento. Nel triennio 2012-2014, infatti, la spesa sanitaria pubblica risulta ancorata al 6,8% del Pil, mentre risulta in crescita quella degli altri Paesi G7 (8,2%). Anche la spesa ospedaliera pubblica complessiva è ferma nel nostro Paese al 3,9% del Pil. Esiste poi una deflazione da inefficienza della macchina ospedaliera pubblica che non riesce a liberare risorse, come invece potrebbe, secondo Aiop, qualora fosse in grado di rivedere in maniera significativa le proprie modalità organizzative e gestionali. Se ciò avvenisse, le risorse recuperate sarebbero investite per migliorare le strutture, le attrezzature e i servizi per i pazienti.

Sovraricavi ospedalieri
Nel report di quest'anno è stata effettuata una stima del valore dei possibili sovraricavi (nel 13° Rapporto presentato l'anno scorso si erano stimati i “sovracosti”), riconosciuti ad aziende ospedaliere e ospedali a gestione diretta e che si attestano appunto tra i 2,6 e i 3,2 miliardi di euro.
La difficoltà dell'ospedalità pubblica nel fare un'effettiva ristrutturazione e riorganizzazione alimenta a sua volta una deflazione dovuta al trasferimento di oneri economici e normativi sul comparto ospedaliero privato accreditato nel suo complesso.
«È evidente - prosegue Aiop - che trasferire sistematicamente oneri economici aggiuntivi sulla componente privata finisce con l'innescare anche per quest'ultima un processo di erosione dei servizi forniti ai pazienti».
Esiste infine una deflazione da razionamento di fatto dei servizi offerti nell'ambito dell'ospedalità pubblica. La conseguenza è che bisognerà far crescere l'abilità delle strutture ospedaliere nel fare di più e meglio con meno, riuscendo così a liberare risorse oggi bloccate. «Una maggiore trasparenza dei bilanci - conclude il Rapporto - aiuterebbe a misurare il livello di efficienza delle diverse strutture all'interno del pubblico e tra strutture pubbliche e private accreditate». Insomma, oggi questo sistema non avvantaggia nessuno e colpisce le fasce più deboli della società: i cittadini che non hanno la possibilità di pagare di tasca propria per curarsi.


© RIPRODUZIONE RISERVATA