Dal governo

Madia: «Pronti allo sblocco dei salari nella Pa»

di Red. San.

«Siamo pronti a riaprire una stagione contrattuale, una stagione innovativa». La ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, non vede più ostacoli allo sblocco, dopo sette anni, dei salari di tre milioni di dipendenti pubblici. Il governo sarebbe quindi pronto a sedersi al tavolo insieme ai sindacati, che, a questo punto, attendono la convocazione ufficiale, bisognerà vedere se prima o dopo il referendum. Un incontro destinato a non essere semplicemente interlocutorio ma la sede, così vogliono Cgil, Cisl e Uil, per chiudere un «accordo» politico, che faccia da vademecum per la trattativa che ne seguirà.

Resta il nodo delle risorse, i sindacati spingono per aumentare il budget in manovra, mentre Madia parla già di «un investimento importante», specificando comunque che si tratta di
«un inizio». La ministra, rispondendo al question time nell'Aula di palazzo Madama, ha ricordato che il fondo per il pubblico impiego prevede 1,9 miliardi per il 2017 e 2,6 per il 2018.

Il problema è che dentro non ci sarebbero solo i denari per i rinnovi, ma anche i finanziamenti per il riordino delle carriere e le assunzioni delle forze dell'ordine, a cui spetta pure il bonus 80 euro. I capitoli non verrebbero alimentati però tutti allo stesso tempo e ci sarebbe l'impegno da parte dell'esecutivo «a massimizzare» la parte che riguarda la contrattazione, come emerso nell'incontro al ministero con il sindacato Confsal Unsa.

Ma i sindacati non chiedono solo buste paga più pesanti, da sempre pongono come condizione per i rinnovi la modifica della legge Brunetta del 2009. Finora mai applicata e vista come fumo
negli occhi, soprattutto nella parte in cui divide il personale in tre fasce, con «logiche punitive nei confronti dei lavoratori», sostiene la Cgil. Sul punto Madia apre, garantendo che si può agire sugli aspetti normativi, innovando e usando la strada del Testo unico, da presentare per febbraio.

I sindacati ora aspettano la convocazione del governo e, posto che i giochi si faranno mentre è in discussione la manovra, che stanzia i fondi, bisognerà capire se la chiamata arriverà prima o dopo il 4 dicembre, data del referendum costituzionale, oppure a cavallo (di solito passa una settimana tra l'invito e la riunione). La Cisl con il segretario confederale Maurizio Bernava, parla esplicitamente di «accordo politico» da fare «subito». La Uil, con il segretario confederale Antonio Foccillo, non ha insistito per un incontro prima del voto, come nei giorni scorsi, sottolineando che per un'intesa servono delle «condizioni».

E per la prima volta la Uil chiarisce che l'accordo sarà formalizzato in un «testo». Ecco che dal faccia faccia con la ministra dovrebbe uscire fuori un verbale, non una semplice stretta di mano, su cui poi costruire tutta l'impalcatura dei negoziati all'Aran, l'Agenzia che rappresenta il governo nelle trattative. La Cgil mette già in fila le richieste: «superamento della legge Brunetta», «ripristino della contrattazione ad ogni livello», «titolarità alla contrattazione» e «più risorse», visto che a bocce ferme l'aumento, calcolano, sarebbe di circa 40 euro lorde.


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