Dal governo

Per l’Iss obiettivo meritocrazia e un Grant office per la ricerca

di M.T.

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Sei Dipartimenti, sedici Centri nazionali, due Centri di riferimento e un’amministrazione più forte a servizio della ricerca con nuovi obiettivi che interpretano le nuove domande emerse nel panorama della ricerca sanitaria. È giunto così al capolinea, con la pubblicazione in Gazzetta del nuovo regolamento, il processo di riforma dell’Iss secondo il calendario stabilito dallo stesso Walter Ricciardi durante il periodo di commissariamento e completato da presidente dello stesso Istituto.
I prossimi passi saranno adesso la costituzione fisica dei nuovi reparti, dei nuovi centri e la pubblicazione dei bandi per la nomina dei nuovi direttori delle strutture che disegneranno il nuovo Istituto. Per dirigere un centro e dipartimento, secondo il nuovo regolamento, per la prima volta, sarà necessario, infatti, superare la selezione di una Commissione nominata dal presidente dell’Istituto che valuterà attraverso la comparazione dei titoli e un colloquio finale gli esperti nazionali o internazionali che si sono candidati a dirigere le diverse strutture.
Il nuovo Istituto rafforza la sua missione di sostegno al Ssn e dal punto di vista scientifico sottolinea il valore traslazionale della sua ricerca pensata per il letto del paziente e per l’ottimizzazione e l’efficienza dei percorsi sanitari.
E per tradurre questo impegno e sostenere la competizione internazionale dei ricercatori è stato disegnato una nuovo ufficio, quello del Grant office e trasferimento tecnologico che, sul modello di quello dei grandi istituti di ricerca internazionale, ha il compito di assistere i ricercatori nel reperimento e nello svolgimento di bandi che finanziano la ricerca nazionale e internazionale. Lo stesso ufficio, a sottolineare il binomio inscindibile tra salute e economia, si occupa anche del trasferimento tecnologico della ricerca che è pensata come un’attività che possa essere sviluppata a vantaggio della salute innanzitutto ma capace di fare da volano anche all’economia del Paese. «La questione del trasferimento della ricerca è un aspetto molto delicato, ma inprescindibile dal valore dell’attività che si svolge per la sanità pubblica - afferma Angelo Del Favero, Dg dell’Istituto -. Per noi è fondamentale che parte significativa della ricerca possa essere trasformata in prodotto per la salute e indirettamente anche in un prodotto utile all’economia. Significa non disperdere le energie impiegate nei nostri laboratori e utilizzarle al massimo - continua -. Non servono a promettenti linee di ricerca nel cassetto, serve tradurle in opportunità di cura e per questo abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, anche dell’industria, negli spazi in cui è possibile far coincidere l’interesse pubblico con quello privato e nell’applicazione di codici rigorosi che tutelino la nostra attività dal conflitto di interessi».
L’attuazione della riforma, in base al nuovo progetto, verrà monitorata passo passo, non solo dal piano triennale, i cui obiettivi saranno misurati con le risorse del personale e gli strumenti finanziari, ma anche dall’attività del nuovo Ufficio di controllo che seguirà tutte le attività per misurarne efficienza e efficacia.

M.T.

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