Dal governo

Manovra, sui tagli i dubbi anche per la sanità dei tecnici della Camera

di Marco Rogari

Saldi sostanzialmente confermati con addirittura un leggerissimo miglioramento. Almeno a livello contabile il mini-restyling della legge di stabilità operato dal Senato non ha prodotto effetti negativi. A evidenziarlo è il dossier del Servizio Bilancio della Camera, dove la manovra ha cominciato il suo cammino in seconda lettura. Ma alcune misure, compresi diversi ritocchi apportati da Palazzo Madama, non convincono del tutto i tecnici di Montecitorio. A destare perplessità è anche il “capitolo tagli” sul fronte dei ministeri così come su quello della sanità. Soprattutto per la stretta alle dotazioni dei dicasteri nel dossier si fa notare che «non sono forniti elementi a supporto della concreta praticabilità delle riduzioni di spesa disposte». Come dire che la spending, già al di sotto degli obiettivi iniziali, potrebbe far fatica a marciare. E nel dossier si aggiunge: «In proposito appare utile che siano esplicitate le valutazioni sottostanti le previsioni di risparmio. Ciò al fine di evitare il rischio che le riduzioni indicate – in mancanza di interventi che incidano sui fabbisogni effettivi di spesa – possano dar luogo a problemi di natura operativa ed organizzativa». Il tutto mentre continua a diventare sempre più fitta la giungla delle tax expenditures, ancora in attesa di disboscamento dopo il rinvio deciso da Palazzo Chigi.

Quasi 300 agevolazioni
Come ribadisce un altro dossier della Camera, (quello del Servizio studi) le voci relative a sconti e agevolazioni fiscali sono salite a quota 296 (11 in più nel solo periodo compreso tra ottobre 2014 e settembre 2015 che valgono 634 milioni per il prossimo anno) per un impatto complessivo di 175 miliardi nel 2016, con una crescita 15 miliardi sul 2015. Dati allegati al Ddl Bilancio fin dal momento del suo varo, già registrati nel dossier del Servizio Studi del Senato e sostanzialmente in linea con il quadro fornito nelle scorse settimane dall'Agenzia delle Entrate e dall'Ufficio parlamentare di Bilancio.

Tornando al Servizio Bilancio della Camera, le perplessità sulla praticabilità di alcuni tagli e sulla loro ricaduta in termini di operatività dei dicasteri arrivano dopo le tensioni con gli stessi ministeri per la stretta sul 2015 scattata per coprire il “decreto territori” (denominato “happy days”). Le riduzioni su missioni, programmi di spesa e accantonamenti potrebbero mettere in difficoltà i ministeri rispetto ad azioni già avviate ma anche a indurli ad accelerare sul terreno della spending review per recuperare risorse preziose con la prossima legge di stabilità. Il decreto territori non avrà infatti una ricaduta diretta sulla manovra all'esame del Parlamento.

Gli stessi ministeri avrebbero fatto pervenire al ministero dei Rapporti con il Parlamento circa 200 proposte di modifica alla “stabilità” che spazierebbero dalla no tax area per i pensionati alla dichiarazione dei redditi pre-compilata fino al canone Rai. Ma, come già accaduto nel passaggio al Senato, nei prossimi giorni Palazzo Chigi opererà una consistente scrematura.

Le incognite sulla sanità
Quanto al dossier dei tecnici della Camera, a finire nel mirino è anche la sanità e in particolare il mancato aumento di 2,097 miliardi del Fondo sanitario, di cui 1,78 miliardi a carico delle Regioni a statuto ordinario (314 milioni delle Regioni a statuto speciale). Nel dossier si fa notare che «andrebbero acquisiti chiarimenti circa l'effettiva possibilità di attivare dei meccanismi» automatici o la leva fiscale «nelle regioni già in disavanzo nelle quali sono già scattati i meccanismi previsti dalla normativa vigente». Perplessità anche sulla «effettiva praticabilità» di alcune riduzioni di spesa previste con il metodo di centralizzazione degli acquisti Pa.

Dubbi pure sulla sostenibilità dei limiti al turn over nel pubblico impiego. Intanto in commissione Bilancio con la relazione dei relatori, Fabio Melilli (Pd) e Paolo Tancredi (Ap), è stata avviata la discussione generale sul testo in attesa degli emendamenti dei gruppi parlamentari che dovranno essere presentati entro domani sera. I nodi principali restano sicurezza, Sud, opzione donna e Province. Il viceministro dell'Economia, Enrico Morando, ha confermato che si sta valutando l'ipotesi d'inserire il Dl “salva-banche” nella Stabilità: «Personalmente penso sia assai più semplice».


© RIPRODUZIONE RISERVATA