Dal governo
Farmaci, la governance secondo Assobiotec
di Riccardo Palmisano (vice presidente Assobiotec, Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie)
Stiamo seguendo con grande attenzione gli sviluppi del confronto istituzionale sulla riforma della governance della spesa farmaceutica, una discussione ancora aperta a diverse soluzioni, serrata e molto attuale - a pochissimi giorni dal varo della prossima legge di Stabilità - che, siamo certi, avrà un impatto importante sul futuro di un settore innovativo come quello delle biotecnologie.
In tema di governance del farmaco, di sostegno all’innovatività, di cure personalizzate per il paziente, le biotecnologie ricoprono, infatti, un ruolo fondamentale nel settore farmaceutico. Basti pensare che, sebbene il settore delle biotecnologie per la salute esista da appena 30 anni, ha già aiutato più di 350 milioni di pazienti grazie ai farmaci biotecnologici, ai vaccini ed alle terapie avanzate. Solo a livello mondiale il 20% dei farmaci in commercio (190 tra farmaci e vaccini) e il 50% di quelli in sviluppo è di origine biotech. Non solo, ad oggi sono stati impiegati più di 600 farmaci e terapie biotecnologiche per trattare più di 100 patologie.
Per Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica e che rappresenta vari enti, dalle start-up e spin-off universitari, ai parchi scientifici fino alle grandi multinazionali che operano lungo tutta la filiera dei farmaci biotech e innovativi, appare chiaro che proprio questo tipo di terapie rappresentano un investimento per la salute dei cittadini ed un volano per lo sviluppo dell’economia e dell'occupazione qualificata del Paese e come tali vanno considerate invece che in un'ottica di solo costo.
E' per questo che, dopo molti anni di manovre insostenibili per il settore, apprezziamo sempre di più il lavoro che negli ultimi mesi sta portando avanti il Governo, nello specifico i ministeri della Salute e dello Sviluppo Economico, che ha riconosciuto il settore farmaceutico come strategico per il Sistema Paese. La convinzione che ha spinto tali ministeri, insieme a Mef e Miur, ad intervenire sul sistema di governance è stata la chiara insostenibilità del sistema che attualmente governa il settore, come più volte segnalata pubblicamente dalla nostra associazione.
Un sistema che ha visto succedersi per diversi anni da una parte una serie di tagli lineari, introdotti e messi a sistema perché ritenuti inevitabili a causa della diminuzione delle risorse, dall’altra l’utilizzo dei risparmi derivati dalle numerosissime scadenze brevettuali, per ridurre il tetto della spesa farmaceutica invece che per finanziare l’innovazione biotecnologica in divenire. Non solo, la suddivisione fra spesa territoriale ed ospedaliera, con la definizione di un tetto residuale per l’ospedaliera all’interno della quale erano destinati quasi tutti i prodotti ad alto tasso di innovazione, seppur inizialmente mitigata dalla possibilità del ripiano dello sfondamento in carico alle Regioni con compensazione all'interno dell'intera spesa ospedaliera, ha reso il modello insostenibile quando è stato introdotto il sistema del payback a totale carico delle imprese per una quota pari al 50% dello sfondamento. Una decisione che, al di là delle sentenze che hanno dichiarato illegittimi i calcoli alla base delle richieste di ripiano, bloccando di fatto i pagamenti e mettendo in grave difficoltà sia le aziende sia le Regioni, ha, di fatto, rappresentato l’introduzione di una vera e propria “tassa sull'innovazione” che penalizza selettivamente tutti i prodotti biotech innovativi e tutte quelle imprese di ricerca che li immettono nell'uso clinico.
D’altronde, Aifa e ministero della Salute hanno spesso sottolineato che la spesa farmaceutica ospedaliera, con un tetto del 3,5% del Fsn attuale, è e continuerà a rimanere “fuori controllo”, in una tendenza ancora più accentuata in futuro, visto il sempre maggiore impiego di farmaci innovativi e biotecnologici negli ospedali.
Prendendo atto con soddisfazione di questa consapevolezza, aggiungiamo con forza che, per risolvere il sotto finanziamento della spesa farmaceutica ospedaliera, non si può pensare di introdurre ulteriori misure penalizzanti, soprattutto se si vuole che il bio-farmaceutico diventi uno dei settori trainanti per il futuro del Paese. La logica della spending review può e deve aiutare a modificare tutti quei meccanismi che generano inappropriatezza, spreco ed inefficacia delle cure, ma non deve penalizzare l’innovazione.
Nelle discussioni a cui abbiamo partecipato e contribuito presso il Mise, abbiamo avuto la netta impressione che questo Governo abbia compreso la situazione e fatto proprio tale indirizzo, consapevole che continuare a penalizzare l'innovazione non rappresenterebbe una buona politica né per la salute pubblica (le aziende smetteranno di lanciare i nuovi prodotti in Italia) né per lo sviluppo industriale (con le multinazionali ”incentivate a disinvestire” nel nostro Paese e con le nostre imprese che si trovano a competere ad armi impari a livello internazionale).
La discussione tuttavia è ancora in atto, sia presso il tavolo di confronto degli enti centrali e regionali del ministero della Salute, che presso i Tavoli della Farmaceutica del ministero dello Sviluppo Economico. Ed è proprio in tale consesso che, negli ultimi mesi e dopo molti anni, le istituzioni nazionali e regionali, l’industria e gli esperti del settore si sono apertamente confrontati, seduti allo stesso tavolo, ragionando insieme su come cambiare il sistema attuale. Un confronto franco e molto utile, al quale Assobiotec ha partecipato con entusiasmo e fiducia nella logica di difesa dell'innovazione tout court, senza tuttavia mai perdere di vista il tema della sostenibilità del sistema.
Un metodo nuovo, quello del confronto costante ed operativo tra stakeholders e ministeri competenti, che ha permesso anche alle istituzioni di presentare, lo scorso 8 luglio, alla presenza del Ministro Guidi e del Sottosegretario De Vincenti, un messaggio chiaro: il settore farmaceutico è strategico, e le proposte, da tutti i componenti condivise nei tavoli di lavoro, diventeranno obiettivi concreti da inserire nella Legge di Stabilità.
Siamo pertanto fiduciosi che tali proposte, condivise dai partecipanti, siano già in questi giorni base di discussione del Governo e delle Regioni, certi che costituirebbero veramente un passo importante, e decisivo per il rilancio di un'industria strategica come quella delle biotecnologie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA