Dal governo
Appropriatezza e Stabilità 2016: così parlò Renzi
Disponibilità a dialogare con i medici, di cui una parte, radiologi inclusi, denuncia da anni gli sprechi connessi ad alcuni esami, e difesa a spada tratta degli “aumenti” del Fondo: + 40% dal 2002. Un miliardo in più tra 2015 e 2016. Anche se si tace sul fatto che l’incremento ben più consis tente preventivato dal Patto salute di luglio 2014 è ormai solo un vago ricordo.
Nel suo intervento al question time alla Camera il premier Matteo Renzi ha dedicato ampio spazio alla Sanità, con focus su appropriatezza e risorse.
Di seguito, il testo della sua risposta.
«Grazie Presidente, la misura non è colma, nel senso che abbiamo dei dati diversi su ciò che è avvenuto sulla sanità in questi anni. Signora Presidente, caro presidente Scotto, nel 2002 erano 75 i miliardi di euro del Fondo sanitario nazionale, nel 2013 erano 106, quest'anno sono 110, il prossimo anno saranno 111. Questo perché deve essere chiaro a chi sta qui e a chi sta fuori di qui che sulla sanità questo Paese non sta tagliando. Poi, possiamo discutere di come impiegare questi denari e possiamo fare sia le consultazioni web che ascoltare alcuni dei messaggi che arrivano dai medici. La Società italiana di radiologia medica nel 2013 lancia l'allarme che il 30 per cento delle risonanze magnetiche non sono necessarie, lo dicono loro, io non sono in condizione di dire se è giusto o no. La Società italiana di medicina interna nel 2014 dice che su 64 milioni di visite specialistiche, il 10 per cento non è appropriato.
Ora, quello che voglio dire è che ci vuole un patto di serietà tra di noi, il fatto che si debba investire nella sanità è un dato di fatto oggettivo, perché la gente invecchia e, come avrebbe detto il grande Woody Allen, invecchiare è sempre meglio che l'alternativa. Invecchiando cambia il modello di cura di cui abbiamo bisogno e io sono d'accordo con lei sul fatto che, rispetto alle esigenze delle persone, dobbiamo dare un messaggio di tranquillità. Ecco perché, se c'è da cambiare qualcosa, siamo pronti a cambiare, anche se il Parlamento ha votato qualche settimana fa il provvedimento di cui stiamo parlando.
Siamo pronti a cambiare perché non dobbiamo dare l'impressione ai cittadini che non abbiano diritto alle cure. Tutt’altro. Quindi, disponibilità totale a ragionare, a discutere e a confrontarsi, però nella correttezza del racconto. Nel 2013, 106 miliardi di euro; nel 2014, 109 miliardi di euro; nel 2015, 110 miliardi di euro; nel 2016, 111 miliardi di euro. Questa sarà la nostra base di partenza.
Su tutto il resto discutiamo, confrontiamoci, riduciamo l’ospedalizzazione, pensiamo al fatto che tanti anziani hanno bisogno di cure diverse rispetto al passato perché si vive più a lungo, ma non raccontiamo che siamo in presenza di tagli, perché l’unico settore in cui c'è stato dal 2002 ad oggi un aumento del 40 per cento è la sanità.
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