Dal governo
Salute: nell’Atto di indirizzo priorità a prevenzione, costi e qualità delle prestazioni
Prevenzione, ricerca, qualità delle prestazioni e razionalizzazione dei costi nelle Regioni soggette a piano di rientro. Sono le priorità contenute nell’Atto d’indirizzo per l'anno 2016 pubblicato dal ministro della Salute, una trentina di pagine in cui si delineano gli interventi studiati per consolidare l'Ssn. Sono nove le macroaree individuate dal ministero guidato da Beatrice Lorenzin sui cui saranno concentrare le scelte strategiche della politica sanitaria, con un occhio attento anche al panorama internazionale:
1. prevenzione;
2. comunicazione;
3. politiche in materia di ricerca sanitaria;
4. politiche sanitarie internazionali;
5. promozione della qualità e dell'appropriatezza dell'assistenza sanitaria;
6. sistema informativo e statistico sanitario;
7. dispositivi medici e farmaci;
8. promozione della salute pubblica veterinaria e della sicurezza degli alimenti;
9. politiche per l'efficienza gestionale.
«Il Servizio sanitario nazionale italiano, malgrado il difficile contesto economico-finanziario, è ancora oggi considerato dall'Organizzazione mondiale della sanità uno dei primi in Europa e nel mondo», rileva Lorenzin nell'Atto di indirizzo. E questo in base a tre indicatori fondamentali: «Il miglioramento dello stato complessivo della salute della popolazione, la risposta alle aspettative di salute e di assistenza sanitaria dei cittadini e l'assicurazione delle cure sanitarie a tutta la popolazione. Tuttavia - nota il ministro - è diffusa nella popolazione l'idea che nella organizzazione e nella gestione attuale del Servizio sanitario nazionale si annidino importanti sprechi economici, viste le differenze nella spesa per l'assistenza pro capite tra le diverse Regioni. L'impegno primario, nel corso del 2016, dovrà pertanto essere quello di mantenere e consolidare i risultati qualitativi raggiunti nel settore dell'assistenza, migliorando la razionalità della spesa nelle Regioni soggette a piano di rientro». Il ministero della Salute «è impegnato in questo senso, sia tramite l'azione delle strutture commissariali attivate nelle Regioni in deficit, sia nella formulazione del Patto per la salute per gli anni 2014-2016».
Nel Patto «sono stati infatti affrontati il tema della programmazione triennale dei costi standard e dei fabbisogni regionali, che consente di avviare e implementare politiche di innovazione del Ssn sul territorio, e il tema della definizione degli standard relativi all'assistenza ospedaliera che, unitamente all'assistenza sanitaria transfrontaliera, all'aggiornamento dei Lea ed alla reale promozione dell'assistenza territoriale, costituiscono i pilastri su cui fondare tutte le iniziative necessarie per garantire la tutela della salute a tutti i cittadini uniformemente sul territorio nazionale».
Ma anche Health Technology Assessment, investimenti in sanità e ricerca sono «centrali per garantire le condizioni di competitività, di qualità e di sicurezza delle strutture sanitarie. Nel Patto - ricorda Lorenzin - c'è anche la previsione di migliorare il sistema di monitoraggio, analisi e controllo dell'andamento dei singoli sistemi sanitari regionali, che consenta di rilevare in via preventiva, attraverso un apposito meccanismo di allerta, eventuali e significativi scostamenti delle performance delle aziende sanitarie e dei Ssr in termini di qualità, quantità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dei servizi erogati». Il ministro non dimentica «le nuove sfide che ci attendono: l'assistenza socio-sanitaria connessa alla non autosufficienza, l'elevata presenza di anziani e grandi anziani nonché la disponibilità di terapie/diagnosi ad alto costo».
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