Aziende e regioni
Sardegna/ Stipendi uguali in tutte le aziende Ssn
di Davide Madeddu
24 Esclusivo per Sanità24
Via libera, in Sardegna, al provvedimento che cancella il divario negli stipendi tra lavoratori delle varie aziende sanitarie pubbliche. La delibera approvata dall’esecutivo individua i criteri per la ripartizione delle risorse che ridurranno il le differenze tra il personale sanitario della dirigenza sanitaria, della dirigenza Pta (dirigenza dei ruoli professionale, tecnico e amministrativo) e del Comparto.
«Dopo quasi vent’anni siamo felici di portare a casa la chiusura della vertenza perequazione, un atto di giustizia lungamente atteso da medici e operatori della sanità come riconoscimento della loro dignità professionale e lavorativa a lungo trascurata - ha sottolineato Armando Bartolazzi, assessore regionale alla Sanità e assistenza sociale -. Si tratta di un risultato straordinario che segna un vero e proprio punto di svolta nella vicenda che vedeva un divario ingiustificato fra gli stipendi dei lavoratori delle aziende sanitarie sarde, penalizzati dal diverso consumo dei fondi aziendali a cui è legato il trattamento accessorio in base alla produttività».
La delibera individua i criteri per la ripartizione delle risorse che ridurranno il divario retributivo a partire da quelle più lontane dalla media pro capite individuata a livello regionale, ossia Arnas Brotzu e Aou Cagliari. In campo 25 milioni di euro complessivi, di cui 10 già stanziati dalla legge regionale 1/2023 e 15 dalla legge regionale n 18 del 2024. Le proposte di individuazione dei criteri e delle modalità di calcolo per la distribuzione delle risorse con criterio perequativo sono state presentate in una serie di riunioni con le organizzazioni sindacali nel corso di un confronto andato avanti per oltre un mese e mezzo, durante il quale le rappresentanze di categoria hanno potuto presentare le loro osservazioni e controproposte.
Relativamente alla ripartizione del finanziamento fra le tre aree contrattuali, come rimarcano dalla Regione, «il 25% delle risorse viene attribuito su base capitaria, ovvero basata sulla quantità di personale afferente alle diverse aree contrattuali». Inoltre «il 75% delle risorse viene attribuito avendo come riferimento l’allineamento verso il valore medio regionale dei fondi contrattuali divisi per le singole aree contrattuali». Quanto alla ripartizione del finanziamento tra le aziende sanitarie il criterio «viene definito avendo quale riferimento la copertura dello svantaggio rilevato dall’analisi dei fondi con un metodo che porti alla riduzione delle sperequazioni esistenti sul valore dei livelli medi pro capite dei fondi contrattuali, riportando i valori medi dell’ultima azienda con posizione più critica in termini di perequazione verso i valori della penultima, e a seguire, attraverso l’elevazione graduale dei valori, le ultime due aziende verso la terz’ultima e proseguendo fino ad esaurimento delle risorse».
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