Aziende e regioni
Toscana: sul Piano socio-sanitario le osservazioni di infermieri e farmacisti
di Paolo Castiglia
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Chiusa la 19esima edizione, presso Arezzo Fiere e Congressi. del Forum Risk Management, tradizionale incontro medico nazionale al quale quest’anno il promotore della manifestazione, Vasco Giannotti, aveva dato un tema importante e ambizioso: “Verso un nuovo sistema sanitario, equo, solidale, sostenibile”.
La quattro giorni di interventi ad opera della maggior parte degli operatori del settore e a cominciare dalla guida politica del tutto, il ministro della Salute Orazio Schillaci, “ha dimostrato - secondo Giannotti - che il percorso verso un nuovo sistema sanitario è in atto, ma il cammino non è concluso e la parola più pronunciata nel corso del Forum è stata senza dubbio confronto”.
Confronto costruttivo, anche se a volte molto acceso, come è avvenuto nel corso del convegno di chiusura dedicato alla presentazione del Piano Socio Sanitario della Regione Toscana. Toscana che è esempio emblematico, visto che rappresenta, come abbiamo visto dai dati resi noti nelle cronache anche in questo evento, una Regione in cui la Sanità rappresenta tradizionalmente un sistema di efficienza e buon funzionamento.
Su questo aspetto Roberta Casini, Delegata alla Sanità di Anci Toscana, a margine dell’evento, ha voluto mettere in evidenza “l’impegno che Regione Toscana porta avanti ormai da tempo per creare una vera e propria integrazione. Integrazione che è fra la parte sociale e sanitaria, fra sociale e sociale e fra la parte sociale delle aziende e il sociale dei Comuni”. Ha definito poi “il ruolo strategico che le amministrazioni comunali e i sindaci devono avere, tornare ad avere o avere in primis, per poter arrivare a mettere in piedi una vera e propria integrazione socio-sanitaria, visto che ad un bisogno sanitario corrisponde sempre un bisogno sociale: la sfida è proprio lì”. Secondo Casini “abbiamo un quadro normativo che ci aiuta in questo, l’attuazione del dm 77, la legge della non autosufficienza, la legge sulla disabilità. Essendo realizzato in forma integrata, porta veramente a compimento quello che potrebbe essere un percorso nel quale i Comuni possono avere un ruolo attuativo strategico”.
Ma torniamo alla parola confronto, perché proprio nel pomeriggio dedicato alla descrizione del piano Socio Sanitario della Toscana, descritto nei dettagli da Federico Gelli, direttore generale per la Sanità della Regione, gli operatori del settore presenti sul territorio non hanno fatto mancare le loro proposte e anche le loro rivendicazioni legate alle esigenze e alla disponibilità a contribuire attivamente “alla realizzazione del nuovo sistema sanitario attraverso il quale la Regione Toscana - come ha spiegato appunto Gelli - intende mantenere la propria efficacia sanitaria e implementare al massimo l’integrazione tra sanità pura e servizi sociali legati al settore”.
Tra gli altri intervenuti, Giovanni Grasso, coordinatore Opi Toscana, in riferimento al ruolo degli infermieri ha detto di accogliere “con favore il nuovo Piano Socio-Sanitario della Regione Toscana, che riconosce l’importanza di un’assistenza territoriale capillare e di modelli di presa in carico personalizzati. Gli infermieri sono una colonna portante del sistema sanitario regionale”. Grasso ritiene però “essenziale che il piano preveda un adeguamento degli organici e il potenziamento delle competenze avanzate e specialistiche della nostra professione: come infermieri siamo pronti a contribuire con la nostra esperienza e dedizione per tradurre queste strategie in azioni concrete, al servizio delle comunità che assistiamo ogni giorno”.
A proposito di confronto, la questione farmacie: questa è stata prima introdotta da Andrea Giacomelli, presidente Federfarma Toscana, e poi approfondita da Roberto Giotti, vicepresidente delle Farmacie Rurali toscane. Giotti ha espresso il proprio stupore e il profondo rammarico suo e della sua intera associazione “per l’incredibile, totale disattenzione nella proposta di Piano Sanitario Regionale toscano, verso le Farmacie in generale, e poi verso lo sviluppo - chiesto addirittura dal Governo con un finanziamento diretto - della sperimentazione della Farmacia dei Servizi che, contrariamente alla gran parte delle altre regioni, in Toscana è ancora fermo al palo”. Giotti ha anche rivendicato con forza “l’innegabile ruolo decisivo, assolutamente ignorato nel Piano, svolto dalle Farmacie Rurali, di fatto unico presidio sanitario di avanguardia nei territori, dove rappresentano, per i cittadini distanti da tutti gli altri servizi sanitari, la punta avanzata proprio del Servizio Sanitario nazionale che quindi non può e non deve assolutamente ignorarle ma deve invece promuoverle sui territori. La mancanza di tutto ciò nel Piano Socio Sanitario della nostra Regione è un fatto gravissimo”.
Confronto deciso anche da parte di Mario Balzanelli, presidente della SIS 118, che ha spiegato come “la riforma della Medicina del Territorio (DM 77) segna una svolta di determinante importanza nella Sanità nazionale ma non si può, però, pensare di potenziare la medicina territoriale dimenticando il Sistema di Emergenza Territoriale 118, che della medicina territoriale è diretta espressione istituzionale, in quanto specifico Livello Essenziale di Assistenza (LEA) sancito dal legislatore. Potenziare la medicina territoriale significa, naturalmente, nell’interesse peculiare ed esclusivo della comunità, potenziare il Sistema 118”.
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