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Pronto soccorso/ Bilancio Simeu: aumentano i tempi di permanenza e il 3,5% dei pazienti ha eseguito più di 5 accessi nel 2023. Anziani over 80: sono il 27%

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In vista del suo congresso nazionale a Genova Simeu ha eseguito una rilevazione su un campione significativo di Pronto soccorso italiani raffrontando i dati relativi all’anno 2019 (anno pre-pandemico, con circa venti milioni di accessi nazionali) con quelli relativi all’anno 2023 (18.000.000 di accessi, dati Agenas).
I risultati, proiettati sul dato complessivo nazionale, permettono di evidenziare quanto segue.
Relativamente all’accesso di pazienti molto anziani, con più di 80 anni di età, si è rilevato:
- Anno 2019: 23% degli accessi totali, pari a circa 4.600.000
- Anno 2023: 27% degli accessi totali, pari a circa 4.860.000
Secondo il Responsabile dell’Osservatorio Simeu Andrea Fabbri «è un dato impressionante che deve essere spiegato: a fronte di una diminuzione del numero totale degli accessi di Pronto Soccorso, l’incremento relativo di pazienti così anziani provoca un aumento, in termini assoluti, di oltre 250.000 casi. Ma è ancora più importante comprendere che è la composizione della popolazione del Pronto Soccorso a mutare profondamente. Le esigenze cliniche e assistenziali di pazienti così anziani moltiplicano l’impegno necessario da parte di tutti gli operatori (medici, infermieri, Oss) per un fattore di incremento che è certamente superiore alla semplice differenza numerica».
Relativamente al tempo medio di attesa in Pronto soccorso per il ricovero in area medica il dato rilevato è il seguente:
- Anno 2019: attesa media di 25 ore
- Anno 2023: attesa media di 31 ore (+ 25%)
Il Past President Simeu Salvatore Manca commenta: «Il tempo d’attesa per il ricovero in area medica è aumentato in pochi anni del 25%: 6 ore in più. Quel tempo ha un valore assoluto che riflette il disagio dei pazienti e l’impegno assistenziale messo in atto nei Pronto Soccorso, sempre più a corto di strumenti per provvedere alle nuove esigenze. Se si moltiplica il tempo di 31 ore per il numero dei ricoveri in Medicina in un anno emerge una cifra spaventosa: decine di milioni di ore di assistenza e cura in barella».
L’indagine Simeu si è orientata anche sull’aspetto economico dell’attività di Pronto Soccorso. Sono stati presi in esame alcuni dati grezzi comparando ancora il 2019 con il 2023:
- Costo/paziente per esami di laboratorio: +13%
- Costo/paziente per diagnostica per immagini: +23%
- Costo/paziente per farmaci: +15%
Beniamino Susi, vicepresidente nazionale Simeu, spiega: «Il dato dei costi per paziente è grezzo e andrebbe approfondito e meglio definito. Quel che sappiamo è che l’incremento, in generale, è legato solo in minima parte a un aumento dei prezzi e deriva soprattutto dal crescere delle attività. Il che è certamente il risultato sia del maggior tempo di stazionamento in Pronto Soccorso di tanti pazienti, sia dell’incremento della loro complessità clinica e dell’accuratezza della diagnostica e della terapia effettuata in Ps».
Infine un dato interessante che riguarda gli accessi ripetuti: circa il 3,5% dei pazienti registrati in Pronto Soccorso ha eseguito più di 5 accessi nel solo anno 2023. «Le cause degli accessi ripetuti sono molteplici e molto differenti tra loro: ci sono persone con grandi difficoltà sociali, come i senza fissa dimora, ma anche pazienti con condizioni croniche che hanno necessità frequenti, come i pazienti con patologia psichiatrica, oncologica, geriatrica. Il denominatore comune è certamente la presenza di problematiche, siano cliniche o assistenziali, che comunque non trovano soluzioni e generano inevitabilmente la categoria dei “frequent flyers” del Pronto Soccorso: l’espressione evidente di carenze esterne all’obiettivo della Medicina d’Emergenza Urgenza ma che possono rivolgersi solo ad essa», spiega Antonio Voza, Segretario nazionale Simeu.
Secondo Fabio De Iaco, Presidente Simeu i dati analizzati evidenziano un generale incremento della complessità che il Pronto Soccorso italiano continua ad affrontare: sono numeri che esprimono incrementi aritmetici ma che andrebbero letti come esponenziali, visto che ogni segno più corrisponde a un aumento di attività su persone che hanno necessità cliniche e assistenziali che coinvolgono più professionisti. Tutto questo in un contesto di progressivo depauperamento degli organici e di frequente inadeguatezza di spazi e strutture. È «l’ennesima conferma di quanto rilevato da anni - avvisa De Iaco -: il Pronto soccorso è lo specchio della situazione complessiva del Ssn, ma anche, allo stato attuale, l’unica risposta possibile per molte condizioni. Nella discussione generale sulla necessità di una profonda riforma strutturale dell’intero Ssn i nostri dati esprimono la necessità impellente di soccorrere il mondo dell’Emergenza Urgenza, in attesa che gli auspicati provvedimenti generali - che attendiamo di vedere identificati e attuati - possano finalmente produrre effetti concreti. Il tempo delle analisi è decisamente finito. Non ci stancheremo mai di evidenziarlo: serve una corretta progettualità accompagnata da giusti investimenti».


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