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Nuove tariffe Lea/ Magi (Omceo Roma): «Per l’oculistica a rischio interventi di cataratta e iniezioni per maculopatie»
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«Il nuovo tariffario per esami, interventi e visite ambulatoriali, che doveva entrare in vigore il 1° gennaio e poi è stato rinviato al primo aprile 2024, desta la nostra preoccupazione, i nuovi Lea devono entrare in vigore, ma alcune tariffe appaiono insostenibili anche per l’Oculistica». A dirlo è Romolo Appolloni, presidente della Commissione per le patologie oculari presso l’Ordine di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri insieme al Presidente dell’Omceo Antonio Magi. Che ribadisce la possibilità di un rinvio per l’entrata in vigore del nuovo tariffario perché le nuove tariffe potrebbero a suo avviso mettere in difficoltà molte strutture pubbliche e convenzionate. «Per l’Oculistica – detto Magi – potrebbe essere proprio l’intervento di cataratta, che costituisce l’intervento oculistico più effettuato in Italia (circa 600.000 interventi all’anno), a subire le penalizzazioni maggiori per la riduzione della tariffa a poco più di 800 euro. Gli interventi di cataratta sono diventati sempre più precisi ed efficaci ma tutto ciò comporta dei costi maggiori e con il taglio dei rimborsi sarà necessario ridurre gli interventi nelle strutture pubbliche e nelle private convenzionate con un conseguente inevitabile allungamento delle liste d’attesa già sature».
La riduzione potrebbe riflettersi secondo l’Omceo di Roma anche nell’ambito delle strutture private perché potrebbero ridursi anche i rimborsi delle società assicurative che finirebbero per penalizzare anche i pazienti assicurati.
«Ricordiamo – afferma ancora Appolloni – che ritardare un intervento di cataratta può limitare fortemente l’autonomia dei pazienti affetti e può costituire un fattore di rischio importante per le cadute accidentali legate alle difficoltà visive causate da questa patologia, hanno sottolineato gli esperti. Per quanto riguarda le iniezioni intravitreali per le maculopatie (circa 300.000 iniezioni all’anno in Italia ) abbiamo un doppio problema , la riduzione dei rimborsi, che di fatto fa si che solo poche strutture pubbliche eroghino effettivamente la prestazione, e l’eccessiva burocratizzazione (legata al file F o registro di monitoraggio) che impegna giornalmente e per molte ore personale che potrebbe essere impiegato in attività assistenziali. Tutto ciò rischia di ridurre ulteriormente il numero di pazienti che potranno essere trattati efficacemente per limitare i danni di questa invalidante patologia che impegna tante famiglie e i caregivers in percorsi terapeutici complessi».
«Auspichiamo – è la conclusione del presidente Magi – che le Istituzioni regionali e nazionali possano ascoltare le nostre richieste nell’ interesse dei pazienti hanno concluso i componenti della Commissione».
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