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Covid/ Fiaso: nell’ultima settimana crollano del 37% i ricoveri ospedalieri
24 Esclusivo per Sanità24
Ricoveri Covid in discesa del 37% nell’ultima settimana, il calo maggiore delle ultime cinque settimane di andamento negativo. Lo rileva la rete sentinella della Fiaso che registra " un vero crollo dei pazienti ricoverati".
Il dato più evidente è il -44% che arriva per i ricoverati “Con Covid”, ovvero coloro che sono in ospedale per altre cause ma sono risultati positivi al coronavirus. Percentuale in diminuzione del 25% nei ricoveri “Per Covid”, ovvero coloro che occupano posti letto nelle malattie infettive o nelle medicine con sindromi respiratorie e polmonari da riferire all’infezione da SARS COV-2. L’età media dei pazienti è di 77 anni e nel 93% dei casi si tratta di soggetti che presentano anche altre patologie.
In calo del 23% anche i pazienti Covid ricoverati nelle terapie intensive, con un 40% in meno dei pazienti “Con Covid” in rianimazione. Si tratta in termini assoluti di poche unità per ospedale e qui il profilo è quello di pazienti con età media di 63 anni e altre patologie.
Il dato più significativo: -75% è quello che arriva dagli ospedali pediatrici e dai reparti di pediatria degli ospedali sentinella monitorati dalla Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere. Non ci sono bambini in terapia intensiva e i pochissimi ricoveri continuano a concentrarsi nella fascia di età tra 0-4 anni.
“Questi dati testimoniano un crollo della circolazione virale del Covid, che ha raggiunto il picco oltre un mese fa e ora scende rapidamente. Questo sta accadendo anche con i virus influenzali, con numeri in calo nelle ultime due settimane - spiega il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore -. La riduzione dei contagi è confermata anche dal crollo dei casi nelle età pediatriche, fortunatamente anche il rientro a scuola non ha favorito le infezioni. Il problema nella gestione dei posti letto ospedaliera continua a riguardare soprattutto gli anziani. Quando il Covid colpisce queste persone fragili, con patologie pregresse, che magari non hanno fatto il richiamo del vaccino continua a fare male”.
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