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Toscana: c'è l'impegno ad avviare il percorso verso la prescrizione infermieristica di presidi sanitari
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Impegno della Regione Toscana nel percorso verso la prescrizione infermieristica di presidi sanitari. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini rispondendo a un’interrogazione dei consiglieri Fantozzi e Veneri. “Siamo davvero molto soddisfatti, oltre che piacevolmente sorpresi, da quanto affermato dall’assessore Bezzini in Consiglio Regionale - afferma il Coordinatore regionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Toscana Giovanni Grasso a nome di tutti gli altri presidenti -. Dire, parole testuali, che è stato avviato un percorso di evoluzione della professione infermieristica in risposta i nuovi bisogni di salute della popolazione e che tale percorso potrebbe riguardare anche la prescrizione infermieristica di presidi sanitari utili nella pratica assistenziale (esempio presidi incontinenza, protesica minore, ecc.) rappresenta un segnale assolutamente positivo che vogliamo subito cogliere come importante opportunità".
Il percorso, ha affermato ancora l’assessore, sarà intrapreso anche in raccordo con l’ordine dei medici con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di modelli organizzativi a sostegno della presa in carico della persona e dei loro caregivers. "Ricordiamo - aggiunge Grasso - che è in atto la sperimentazione della ricetta per i trasporti che è arrivata al sesto mese, che non ci sono stati rilievi da parte dell'ordine dei medici e che quindi deve essere accolta da subito la richiesta fatta di rendere autonomi gli infermieri in questo compito, sollevandoli dalla mansione di segretari e assegnandogli la funzione di prescrittori, come è logico per un professionista con laurea triennale". Come già espresso in diverse occasioni dalla Federazione Nazionale delle Professioni Infermieristiche, gli infermieri hanno chiaro il loro ruolo come supporto ai cittadini per rendere più incisivi i loro bisogni di salute, ma anche come guida per supportare i più fragili e le loro associazioni nel dedalo delle regole (anche regionali) di accesso alle terapie e alle cure del Servizio sanitario nazionale, selezionando, nel caso, con loro e per loro anche una serie di interventi mirati alle reali necessità che possono trovare supporto nell’implementare la prescrizione infermieristica specificatamente a quei presidi e materiali pertinenti all’assistenza infermieristica stessa. "Sarebbe un’occasione per promuovere la crescita della professione - continua Grasso - e dare maggiore efficacia ed efficienza all’intero sistema, agevolando i cittadini, fornendo loro risposte più congrue e rapide ai bisogni assistenziali. È essenziale adeguarsi con i tempi e con gli altri stati europei, credere nelle loro capacità e competenze, per creare un infermieristica italiana che contribuisca al miglioramento del Servizio sanitario nazionale".
La sanità europea si muove infatti a passi da gigante verso una naturale e indispensabile evoluzione, ritenuta fondamentale per affrontare le sempre nuove e impegnative sfide del domani, in primis il fabbisogno, da parte della collettività, di prestazioni sanitarie sempre più qualificate. Nell’Europa di qualche anno fa le prime nazioni ad introdurre la prescrizione in ambito infermieristico furono il Regno Unito nel 1992 e la Svezia nel 1994, seguiti poi da Norvegia, Irlanda e Danimarca rispettivamente nel 2002, 2007 e 2009. Dal 2010 ben 8 Paesi (Finlandia, Olanda, Cipro, Polonia, Spagna, Estonia, Francia e il Canton Vaud svizzero) hanno cominciato gradualmente ad autorizzare specifici gruppi di infermieri, formati ed esperti, alla prescrizione di alcuni farmaci, adeguando la loro legislazione in merito, e in tal senso ci risulta che enormi passi in avanti siano stati compiuti. In Italia, si potrebbe prevedere la prescrizione diretta di presidi per l’assistenza infermieristica, della quale l'infermiere è titolare e responsabile, ma anche di farmaci, ad esempio sulla base di protocolli condivisi con gli stessi medici, equiparando gli infermieri che operano nel nostro Paese allo stesso livello dei loro colleghi all’estero.
"Siamo quindi disponibili alla realizzazione di protocolli condivisi tra professionisti e istituzione - conclude Grasso - in grado di regolamentare e indicare con chiarezza gli ambiti prescrittivi delle professioni infermieristiche attraverso un cambiamento che permetta l'aderenza del paziente ai farmaci, la soddisfazione del paziente e la qualità della vita correlata alla salute. La prescrizione infermieristica di presidi sanitari avrebbe quindi il potenziale di consentire che l'infermiere possa gestire in autonomia i bisogni di natura assistenziale, e in tal senso i professionisti sono favorevoli ad accogliere questo nuovo ambito di responsabilità, soprattutto nell’ottica della cronicità territoriale. La Toscana ha fatto un primo importante passo, che adesso dovrà rendere concreto. Gli OPI toscani garantiranno il loro consueto supporto".
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