Aziende e regioni
Dieta mediterranea, Lea come percorsi/obiettivo e previdenza sociale con voucher tracciabili: ricetta per un'Italia d'argento che sia sostenibile
di Ettore Jorio *
24 Esclusivo per Sanità24
In Sanità il futuro preoccupa più del presente. Ciò perché: aumenta l'età media degli italiani, la riforma territoriale è monca e non avrà il personale per attuarla, la programmazione ospedaliera non c'è, a tutto vantaggio della spedalità accreditata privata, che sarà chiamata - per necessità pubblica e ovvio interesse privato - a coprire i buchi di disservizio.
A tutto questo l'attuale finanziamento del Servizio sanitario nazionale non riuscirà a dare una risposta, così come la vigente organizzazione del sistema della Salute non ha modo di fornire adeguate soluzioni, per essere divenuto da tempo obsoleto sul piano erogativo.
Gli anziani come target assistenziale e come risorsa economica
Dunque, due ipotesi di soluzioni di fondo:
- la prima, è tenere nella dovuta considerazione, umana prima che assistenziale, gli anziani che crescono a dismisura rispetto alla penuria di nascite nonché la crescita di domanda degli immigrati, di abitudini e cultura diverse da quelle tradizionalmente europee;
- la seconda è puntare sugli investimenti, ma su quelli veri che differenziano la spesa ordinaria dai quattrini seminati nei solchi della nuova Sanità, quelli nei quali fare germogliare soprattutto la prevenzione a tutto campo.
Conseguentemente, bisogna puntare non solo sull'incremento di quello che sarà il fabbisogno standard economico nazionale (Dlgs 68/2011), che ben inteso sostituirà finalmente il Fondo sanitario nazionale, ma a utilizzarlo in modo mirato, pertanto più produttivo, più rispettoso della persona, più attento ai bisognosi e ai disabili. Insomma, di quelle classi che, di fatto, si renderanno nel contempo produttori del nuovo Pil con le loro istanze sociosanitarie da soddisfare perché la Costituzione lo impone. Al riguardo solo Iddio sa quanto di quanto ci sia bisogno di generazione di nuovo Pil. A rammentarcelo ci fu nel novembre 2022 (si veda IlSole24Ore-24+) l’Istat che, per voce di Gian Carlo Blangiardo, pose il problema che il continuo calo di popolazione andrà a bruciare un terzo del Pil, per l’appunto.
Prevenire, dunque, significa difendere e generare individui più sani, ovvero meno bisognosi di accompagno e, dunque, richiedenti prestazioni al Sistema pubblico/privato, ma anche perfezionare una polizza a difesa del prodotto interno lordo.
Come fare
In primo luogo, bisogna razionalizzare e ottimizzare la spesa corrente, buttando alle ortiche il relativo finanziamento basato sul criterio di quella storica, che ha emarginato gran parte del Paese e prodotto stabilmente una gran parte degli anzidetti "ceti del bisogno". Insomma, ha moltiplicato i problemi via via che passavano gli anni.
A questo ebbe già a pensare la Costituzione del 2001, con l'introduzione del c.d. federalismo fiscale: via la spesa storica, avanti costi standard uguali per tutti e ovunque, andare di corsa verso: la determinazione dei fabbisogni standard differenziati per territorio (sempre quelli economici e non epidemiologici che sono tutt’altro ma assolutamente incidenti sul primo); costituire velocemente un fondo perequativo non vincolato a copertura della esigibilità dei Lea sociosanitari; un fondo perequativo straordinario per pareggiare la partita, nel senso di dar corso al fischio di inizio sullo zero a zero.
Quindi, i bisognosi come risorsa, rendendoli tali soprattutto con investimenti di scopo, prioritariamente, sulle procedure remissive del diabete mellito, patologia che sta invadendo e invalidando il mondo, su una forte educazione salutistica e sulla prevenzione dell'obesità. Due mali sociali, l'obesità e il diabete, che di per sé generano incrementi di costi notevoli e progressivi, spesso di vana cura con il tempo speso male, ma soprattutto condizioni di vita inaccettabili in un sistema che non è riuscito a dare le necessarie risposte.
Ecco un esempio pratico di investimento produttivo, che utilizzi la griglia operativa della medicina di prossimità sempre di più impegnata in una siffatta prevenzione e cura, tale da determinare una soluzione per l'oggi e un traguardo ammirevole per il domani.
Cosa fare
Il pilastro fondamentale di questa azione potrebbero essere, come detto, i medici di medicina generale di nuova generazione, da riconfigurare funzionalmente attraverso un loro diretto impegno nelle strutture di comunità a sostegno del benessere della popolazione. Da spendere, pertanto, nella loro funzione di "vigili dello star bene", letto a salvaguardia del divieto all'obesità e prevenzione di quella brutta malattia che è il diabete, fonte di progressiva inabilità della persona umana.
Per conseguire questo risultato, occorre prendere in considerazione tre ipotesi.
La prima, è quella programmata dall'Università Tor Vergata - che ho appreso recentemente in via incidentale comprendendo con questo della necessità di maggiore diffusione del prodotto della ricerca - dimostrativa dell'uso ineludibile della dieta mediterranea per traguardare gli anzidetti auspicabili risultati. Un percorso educativo, rieducativo e riabilitativo destinato a generare un’utenza salvaguardata e autodifensiva. Un progetto che a leggerlo sembra di trovarsi di fronte ad un manuale di best practice socializzata, di come si possa attraverso percorsi essenzialmente salutari fare sana amministrazione, tutela della società e avanzata agiatezza sociale.
La seconda è da individuarsi nella scansione dei Lea, considerati nel loro insieme di assistenza sanitaria e sociale, nel senso di prevederli non già come aspettative (tali sono stati sino ad oggi in diverse regioni del sud) bensì come percorsi/obiettivo e buone pratiche mirate allo scopo, da assicurare nel concreto a tutta la popolazione. L'occasione del lavori in atto del Clep (Comitato per l’individuazione dei Lep presieduto da Sabino Cassese), quale strumento di individuazione dei livelli essenziali per materia a mente della legge di bilancio per il 2023, sarà l'ideale per inserire nel sistema della Salute ogni strumento difensivo dello star bene collettivo e introduttivo dello star meglio, attraverso novellate condizioni di vita e di assistenza.
La terza, è quella consistente nella trasformazione dell'erogazione della «previdenza non contributiva», ovverosia sostituendo l'attuale erogazione finanziaria delle pensioni di invalidità e degli assegni di accompagnamento con voucher, spendibili ovunque e, quindi, tracciabili perché pre-finalizzati, tali da costituire un costo di erogazione per l'Inps e un ricavo di spesa, principalmente in favore del Servizio sanitario nazionale. Un modo, questo, per far coincidere il destinatario con il reale beneficiario e, dunque, evitare che con i benefit finanziari del nonno il nipote vada a divertirsi tutte le notti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA