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Liste di attesa: in Toscana nuove regole per prescrizioni e gestione delle agende

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24 Esclusivo per Sanità24

Nuove regole in Toscana per arginare le lunghe liste d'attesa. La Giunta regionale, su proposta dell'assessore al Diritto alla salute Simone Bezzini, ha approvato "nuovi indirizzi sul governo della relazione tra domanda e offerta delle prestazioni sanitarie", con indicazioni relative a "prescrizioni e gestione delle agende". "Di fronte a un crescente aumento di richieste di prestazioni -spiega Bezzini - questa delibera è lo strumento con cui intendiamo garantire ai cittadini un adeguato accesso alle loro diagnosi e alla cura, contenendo la creazione di liste di attesa per chi di quelle prestazioni ha un urgente e reale bisogno. Gli indirizzi individuati consentiranno di riorientare il sistema e dare delle risposte alle criticità emerse negli ultimi anni".

Dopo la pandemia, secondo i dati regionali, le richieste di visite specialistiche e prestazioni strumentali sono aumentate in media del 28%. Più precisamente, sono cresciute del 24,6% le visite di primo accesso e del 31% le prestazioni di diagnostica strumentale. Le richieste per risonanze magnetiche sono esplose, facendo registrare un +56% in un anno (da 279mila a oltre 437mila), e le Tac sono cresciute del 48% (da 251mila a 372mila).

Per prima cosa, quindi, "per omogeneizzare le modalità prescrittive di risonanze e Tac" la Giunta toscana ha deciso di "recepire le note di appropriatezza prescrittiva contenute nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 riguardo i Lea", Livelli essenziali di assistenza. "Si tratta di un primo strumento - commenta Bezzini - per garantire la conduzione di esami diagnostici nei tempi opportuni per la corretta presa in carico dei bisogni di salute della persona assistita, evitando di ricorrere alla diagnostica pesante laddove la diagnosi può essere effettuata con altre metodiche".

Nella delibera toscana si richiama anche a "un corretto impiego dei codici di accesso, che si riferiscono alle condizioni di salute del paziente e alla gravità del quadro clinico. Negli ultimi anni - rileva infatti la Regione - anche in seguito alle sospensioni per Covid dell'attività delle prestazioni non urgenti, si è assistito a un incremento di richieste per visite ed esami con codici di priorità da evadere in tempi brevi". Nel testo del provvedimento si riportano dunque "le definizioni cliniche che devono indirizzare la richiesta verso un determinato codice di priorità: 4 classi diverse, con tempi diversi".

"Ma il problema non riguarda solo i numeri e i codici di priorità", precisa la Regione. "I dati sulle richieste di prime visite ripetute - rimarca - lasciano ipotizzare che molte delle prestazioni richieste come primo accesso siano da riferire a persone già conosciute per un determinato problema di salute: un'errata prescrizione, da correggere - chiede la Giunta - che crea disagi a cascata nella gestione delle agende, dove prime visite e visite successive e di controllo devono avere canali diversi, le prime a visibilità pubblica e le seconde riservate agli specialisti che hanno in cura il paziente, per una presa in carico efficace".

Nella delibera si chiarisce che va considerato "primo accesso anche l'approfondimento con uno specialista di una branca diversa dal primo osservatore, o la visita ed esami necessari a seguito del peggioramento di un paziente cronico, ma non la visita o prestazione di controllo". Ancora, il provvedimento prevede "una migliore e più dettagliata codifica dei quesiti diagnostici, utile al fine delle decisioni cliniche". L'obiettivo è sempre "il miglioramento della continuità assistenziale e la riduzione delle liste di attesa. Il quesito diagnostico - si puntualizza - descrive il problema di salute che motiva la richiesta da parte del medico di effettuare la prestazione e deve essere riferito all'insieme di prestazioni che confluiscono in una stessa ricetta. Attualmente è presente un campo obbligatorio adibito all'inserimento di questo dettaglio". Lo scopo è "incentivare e affinare l'utilizzo dell'informazione, contribuendo a un miglioramento dell'assistenza". Infine, "in questo quadro il ricorso al teleconsulto e alla telemedicina ha un ruolo di primaria importanza" per le opportunità che offre.


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