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Amianto: emergenza continua in Italia con 40 milioni di tonnellate ancora da bonificare

di Ezio Bonanni*

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24 Esclusivo per Sanità24

La guerra in Ucraina, con i proiettili all’uranio impoverito, ci ha riproposto recentemente anche la dispersione delle fibre di amianto, dai caseggiati e dalle strutture distrutte, che si aggiungono alle centinaia di migliaia di decessi tra gli appartenenti agli eserciti dei due contendenti, e a decine di migliaia di civili. Per non parlare dei bimbi, che sono stati deportati in Russia.
In Europa, l’amianto continua a mietere vittime, tanto che sono in programma nuove norme restrittive per facilitare le bonifiche e cercare di arginare le esposizioni, che purtroppo proseguono con un aumento del numero dei casi sia di mesotelioma che di altre patologie asbesto correlate.
L’Italia fu tra i primi, con la L. 257/1992, a porre al bando l’amianto, anticipando anche la normativa europea, salvo poi lasciare nel cassetto i programmi di bonifica e di decontaminazione. Spesso, fu quel falso dilemma tra il diritto al lavoro e quello alla salute, come se si dovesse scegliere tra morire di fame o di malattia.
Perché troppo spesso, nei nostri luoghi di lavoro, le norme sulla sicurezza sono rimaste solo sulla carta, e le nostre istituzioni, anche nelle aziende di Stato, sono state tra i primi a violarle e ad inquinare.
Per non parlare degli acquedotti, le scuole e gli ospedali che, se realizzati prima dell’entrata in vigore della L. 257/92, hanno ancora quel carico di morte costituito dalle fibre di amianto.
I minerali di amianto hanno quell’unico comun denominatore caratterizzato dalla malattia e dalla morte, dai lutti e dalla tragedia, che in Italia ricorda i classici dell’antica Grecia. Però, nel nostro caso, non vi è un destino ineludibile, quel fato che per i nostri antenati segnava il percorso degli esseri umani. Qui sono gli uomini che uccidono altri uomini: non si tratta di fatalità, bensì dei risultati di precise scelte, spesso dettate dal profitto. Sì, perché siamo di fronte al sacrificio della vita umana per il profitto di pochi in danno di molti.
Ora, le nostre scuole, i nostri ospedali, i nostri acquedotti, con il loro carico di amianto e dunque di morte, sono i testimoni di questo destino spettrale voluto da coloro che hanno tradito i valori della Costituzione e dell’etica.
Ancora 40 milioni di tonnellate di materiali in amianto e contenente amianto, in un milione di siti e micrositi, e ancora non meno di 50mila siti industriali, e 42 siti di interesse nazionale tra i quali 10 sono solo di amianto (come la Fibronit di Broni e di Bari; l’Eternit di Casale Monferrato, etc.); 2.500 scuole (stima 2022 in aggiornamento perché riceviamo continue segnalazioni di nuove scuole e cioè di vecchie scuole cariche di amianto). Ancora, almeno più di 352.000 alunni e 50.000 del personale docente e non docente; 500.000 km di tubature con amianto tenendo conto anche degli allacci, così 1.500 biblioteche ed edifici culturali, ed almeno 500 ospedali (stime per difetto perché la mappatura ONA è ancora in corso). In questo quadro desolante oltre a languire le bonifiche assistiamo ai ritardi con i quali spesso si giunge alla diagnosi delle nuove malattie asbesto correlate, purtroppo in continuo aumento.
La mappatura che stiamo realizzando come l’Osservatorio Nazionale Amianto con l’App https://app.keystoneweb.it/var/apps/browser/index-prod.html#/5ecbe10f2cb8c/sourcecode/mobile_view/index/value_id/232 , ci disegna un’Italia di amianto e quindi un rischio che ancora oggi riguarda quasi tutti i cittadini. Siamo infatti nella fase della c.d. quarta ondata, quella che coinvolge anche coloro che sono esposti anche per motivi ambientali, che si aggiungono a quelli che queste esposizioni le hanno subite nei luoghi di lavoro.
Nel 2022, il censimento epidemiologico disposto dall’ONA disegna un quadro, purtroppo, desolante: più di 2.000 casi di mesotelioma, ritardi nelle diagnosi dovute anche al diradarsi degli screening per via della emergenza pandemica; con un tasso di mortalità che è pari al 93% entro i cinque anni, e circa il 90% nel primo anno successivo alla diagnosi; così anche i tumori del polmone, multifattoriali eppur legati all’amianto, per cui la fibra killer incide almeno per 4.000 casi, con un indice di mortalità dell’85% nei cinque anni; poi i tumori della laringe, delle ovaie, oltre alle asbestosi, per fermarci a quelli per i quali il nesso causale non può essere messo in dubbio. Poi ci sono tutte le altre neoplasie, e danni generalizzati. L’ONA stima circa 7.000 vittime nel 2022. Tragedie che colpiscono, con il loro carico di conseguenze, anche tutti i familiari, come ho denunciato ne “Il Libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022” (https://onanotiziarioamianto.it/wp-content/uploads/2022/05/libro-bianco-delle-morti-di-amianto-in-italia_ed.2022.pdf )
Sì, perché l’amianto provoca malattie altamente invalidanti e quasi sempre mortali. Ne sono coinvolti tutti i familiari, nel tentativo di salvare la vita al loro congiunto, viaggi della speranza, interventi chirurgici spesso inutili e delle volte anche a pagamento.
Questo quadro potrebbe essere risolto, e lutti e tragedie prevenuti, ove ci fosse una presa d’atto, non giudiziaria ma politico istituzionale per la bonifica, la sorveglianza sanitaria, la cura e il risarcimento dei danni.
Invece, ed è questa la realtà inaccettabile, tutto è delegato alla magistratura e la politica getta la palla in tribunale cercando di spuntare qualche infinitesimo di percentuale e qualche voto in più, dimenticando l’occhio lungo dello statista e della politica nobile.
Coinvolgiamo tutte le forze sane del Paese, e proseguiamo in modo trasversale e apartitico creando un ponte anche con coloro che in passato hanno usato la fibra killer affrancandoli da lunghi procedimenti penali che sono del tutto inutili, perché nulla restituirà la vita a chi purtroppo l’ha perduta, e perseguiamo tutti assieme la prevenzione primaria, la bonifica, la messa in sicurezza e quindi la vittoria di tutti contro l’amianto.
La nostra via per vincere contro l’amianto a favore della vita e della dignità della persona umana, deve prescindere dal fronte giudiziario, del tutto inutile. Smettiamola di intasare i tribunali costringendo le vittime a lunghe diatribe giudiziarie spesso contro apparati dello Stato. Confidiamo che anche gli imprenditori abbandonino la trincea del negare a tutti i costi. La mia battaglia contro questa ipocrisia vigliacca che si accanisce verso chi ha già perso la vita, andrà avanti anche nelle aule dei tribunali, finché sarà necessario e ne avrò la forza.

*Presidente Osservatorio Nazionale Amianto


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