Aziende e regioni

Tumori/ "Dove mi curo": così il paziente può scegliere l'ospedale migliore per operarsi. Oggi un intervento su quattro in strutture sotto-soglia. Schillaci: «Migliorare gap Nord-Sud e promuovere reti oncologiche». Mantoan: «Da Agenas portale trasparenza nel 2025»

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

Una diagnosi di tumore pone la persona e i suoi cari, insieme allo sconcerto, davanti all'esigenza di orientarsi per scegliere il luogo di cura migliore: una decisione non facile in un Paese a tante velocità come l'Italia, dove i Livelli essenziali di assistenza non sono garantiti ovunque neanche quando si parla di oncologia. Per questo la Rete Oncologica Pazienti Italia (Ropi) mette a disposizione di tutti una mappa dei centri che il Programma nazionale Esiti (Pne) di Agenas ha selezionato per volume di interventi, indicatore cruciale della qualità e della capacità assistenziale. «La scelta del luogo di cura – spiega Stefania Gori, presidente Ropi e di Aigom (Associazione italiana Gruppi oncologici multidisciplinari – può fare la differenza nel trattamento dei tumori. I dati della letteratura scientifica confermano una forte associazione tra volumi di attività chirurgica più alti e i migliori esiti delle cure oncologiche».
I dati appena presentati al ministero della Salute sono relativi al Pne 2022 e mostrano per le 17 patologie oncologiche considerate un quadro in via di miglioramento anche se con persistenti criticità: c'è un calo dell'11% dell'inappropriatezza (e si va da 5.670 strutture nel 2017 a 5.018 nel 2021) ma ancora un intervento su quattro (il 26% dal 29%v del 2017) si fa in strutture che non raggiungono il valore-soglia, che varia per tipo di tumore attestandosi ad esempio per la mammella sui 150 interventi l'anno. Il dato positivo è che in cinque anni i centri sopra soglia sono passati da 143.469 del 2017 a 148.491 del 2021, con un aumento del 3,5%. «La nuova mappa mostra un aumento della percentuale di interventi di chirurgia oncologica eseguiti in strutture sanitarie che superano i volumi soglia: dal 71% nel 2017 al 74% nel 2021», ha affermato Fabrizio Nicolis, consigliere Ropi e coordinatore del progetto .
Nella nuova mappa sono evidenti anche gli effetti dell’emergenza Covid-19. Nel 2020 infatti si segnala un drastico calo degli interventi chirurgici oncologici: dalle 204.380 operazioni nel 2019 si è passati a 186.122 interventi nel 2020. Nel 2021 il numero è in ripresa con 199.871 interventi totali.
Resta forte il gap regionale: a guardare le "classifiche" pubblicate da Ropi è evidente la preponderanza del Nord, elemento che spiega l'ancora alta mobilità nazionale in oncologia: Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Lazio sono le Regioni con il maggior numero di centri "bollinati", con le rare eccezioni di Sicilia, Puglia e Campania che si avvicinano a coprire tutte le principali patologie considerate nella "top ten". Nella mammella si segnala l’Humanitas di Misterbianco, Catania (8° posto con 739 interventi), nel polmone il Monaldi di Napoli (10° posto con 281 interventi), nel colon-retto il Policlinico di Bari e L’Ospedale Panico di Tricase, Lecce (4° e 9° posto con 301 e 179 interventi), nella prostata l’Ospedale Miulli di Acquaviva D.F., Bari (6° posto con 305 interventi). Nella classifica relativa alla chirurgia del tumore dello stomaco, mancano strutture del Sud nelle prime 10 posizioni.
Schillaci: «Da Piano oncologico risorse alle reti regionali e contrasto ai gap». A sottolineare punti forti e criticità del sistema è stato il ministro della Salute Orazio Schillaci: «È una giornata in cui si dà un grande segnale di trasparenza nell' informazione ai cittadini - ha esordito alla presentazione dell'iniziativa - con la scelta di incentivare una scelta consapevole sui percorsi di cura più adeguati per le singole esigenze. La malattia oncologica è complessa, per fortuna c'è una crescente disponibilità di cura e di miglioramento della sopravvivenza. In una recente classifica la prospettiva di cura per i pazienti oncologici italiani è del 63% rispetto a una media europea del 57% e questo significa che nonostante quotidianamente si legga che il Ssn sta per morire, c'è la grande qualità dei medici, degli infermieri e dei professionisti che vi operano. Dobbiamo però puntare a rafforzare la rete dell'assistenza e a superare il divario tra Nord e Sud del Paese: i report sulla mobilità sanitaria lo testimoniano. Dalla mappa proposta da Ropi basata sul Programma nazionale Esiti di Agenas - ha aggiunto Schillaci - emergono dati positivi con un aumento delle strutture sopra soglia, che la letteratura scientifica associa a migliori esiti, ed emerge al Sud una forte expertise di professionalità e competenze, sulla quale è ancora necessario investire per garantire a ogni cittadino in ogni parte d'Italia la stessa facilità di accesso in termini di qualità di accesso e appropriatezza». Poi, il riferimento al nuovo Piano nazionale oncologico, finalmente dotato di risorse: «L'effettiva erogazione dei Lea su tutto il territorio nazionale è un impegno prioritario che passa attraverso gli strumenti di pianificazione e indirizzo come il Piano oncologico nazionale orientato a migliorare il percorso complessivo della lotta contro le neoplasie - ha ricordato il ministro - : avrà una dotazione complessiva di 50 milioni con l'obiettivo di raggiungere una piena operatività delle reti oncologiche regionali, potenziare l'assistenza domiciliare, integrarla con l'ospedale e i servizi territoriali e dare anche grande attenzione a formazione degli operatori sanitari e monitoraggio. Lo stesso piano prevede che le Reti oncologiche regionali concentrino l'offerta assistenziale almeno per alcune tipologie di tumori nei centri hub di riferimento dotati anche con gli importanti investimenti del Pnrr. Ricordo anche - ha proseguito - come sul fronte della prevenzione ci sia l'impegno con i fondi europei del Programma nazionale per l'equità nella salute: in tutto 625 milioni da usare su 4 aree di intervento tra cui il rafforzamento degli screening oncologici. La grande sfida di fronte alle regioni e alle aziende sanitarie è di tipo organizzativo per costruire e implementare reti oncologiche performanti e capaci di migliorare i tempi di attesa e ridurre la mobilità dei pazienti. Noi siamo accanto alle Regioni - ha promesso Schillaci - anche attraverso il nuovo Osservatorio sulle reti oncologiche regionali e il coordinamento della rete nazionale tumori rari che arrivano a costituire il 20% delle neoplasie. E per la digitalizzazione del Ssn, lo sviluppo della telemedicina e il sostegno alle associazioni dei pazienti che svolgono un ruolo insostituibile nel promuovere l'accesso alle cure».
Mantoan: «Portale trasparenza verso il 2025». «I dati dell'Ocse mostrano che la mortalità per tumore in Italia è diminuita negli ultimi 10 anni del 15% per gli uomini e dell'8% per le donne, davanti a noi abbiamo nazioni come Germania e Francia a dimostrazione che il nostro Ssn, come ha detto il ministro, nonostante tutte le critiche è efficiente». Il Dg Agenas Domenico Mantoan è intervenuto al convegno sottolineando i progressi nelle cure ma anche nel rilevare e monitorare i dati, compito che l'Agenzia svolge da un decennio con il Programma nazionale Esiti. «Uno dei compiti che ha Agenas - ha affermato - è di monitorare l'organizzazione delle reti oncologiche perché oggi curare la patologia oncologica è anche un tema di organizzazione e di presa in carico del cittadino: per fortuna la malattia è diventata sempre più cronica, con tanto di prevenzione, cura e aspettativa di vita lunga che richiede follow-up. L'altro ruolo importante è la valutazione affidata al Pne che da 10 anni stiamo affinando - ha sottolineato -. I modelli organizzativi delle Regioni devono garantire che soprattutto la chirurgia oncologica sia concentrata in alcuni centri perché "volumi" vuol dire anche "esiti" e riconoscimento da parte dei cittadini. Le 15 migliori strutture per volumi di ricoveri in Italia per tumore della mammella sono tutte nelle quattro Regioni dove sono stati adottati modelli organizzativi che hanno favorito questo tipo di concentrazione di attività: quindi da parte delle altre Regioni serve uno sforzo organizzativo per poter garantire questi stessi risultati. Da ultimo stiamo costruendo con i Fondi Pnrr il portale nazionale della trasparenza dove saranno inseriti tutti i dati, a disposizione dei cittadini, sui modelli organizzativi delle Regioni, i dati del Pne e i risultati delle cure: il "portale" ci sarà verso il 2025 e i dati oggettivi raccolti da Agenas saranno inseriti in maniera imparziale e corretta così da informare i cittadini».


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