Aziende e regioni

Pregliasco (Anpas): costi fuori controllo, a rischio l'assistenza socio-sanitaria ai cittadini

di Paolo Castiglia

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24 Esclusivo per Sanità24

La crisi energetica europea e l’inflazione incidono ormai su tutti i settori dell’economia, anche sull’assistenza socio-sanitaria determinando delle carenze nei livelli essenziali come il soccorso delle ambulanze. Una situazione di crisi che si verifica dopo la pandemia da Covid-19, che ha già messo a dura prova il sistema sanitario nazionale. “Nei prossimi mesi c’è il rischio concreto che i mezzi di ANPAS spariscano dalle strade italiane”. È l’allarme lanciato dal virologo Fabrizio Pregliasco, presidente ANPAS.
L’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze gestisce più di 4700 mezzi sanitari (ambulanze e automediche) che rappresentano il 40% dei mezzi circolanti in Italia. 700 mezzi di protezione civile e 2000 mezzi per il trasporto dei disabili (il 20% del totale nazionale). Ne fanno parte oltre 100mila volontari e volontarie, 500mila soci, 3171 dipendenti, 3319 ragazzi e ragazze in servizio civile. Numeri che sottolineano il valore di ANPAS, una delle associazioni laiche di volontariato più importanti sul territorio nazionale con attività di tipo sanitario, sociale, di protezione civile e di mobilità ma anche di formazione e assistenza internazionale e culturale in oltre 1100 comuni di Italia.
Il servizio di 118 oggi viene erogato attraverso l’accreditamento e il coordinamento con le istituzioni pubbliche del servizio sanitario di urgenza ed emergenza. Un’attività svolta gratuitamente per i cittadini con un rimborso spese per le associazioni, secondo quanto stabilito dal D. Lgs 117/2017.
“Un’ambulanza – spiega Pregliasco - costa da 70 ai 100mila euro, costi che si ammortizzano nell’arco di cinque anni a cui si aggiungono 5mila euro di manutenzione ordinaria e straordinaria per mezzo e circa 10 mila euro di costi di benzina. La recente crisi energetica ha comportato un aumento del 30% per quanto riguarda i costi generali e anche un incremento del 5% per quanto riguarda i costi dei materiali sanitari”.
Una situazione che a lungo andare diventerà insostenibile per le 940 associate ANPAS.
“Le modalità di erogazione dei rimborsi avviene tramite convenzioni stipulate con le ASL – sottolinea Pregliasco - che però non seguono l’andamento dell’inflazione. I costi della manutenzione dei mezzi e dei dispositivi sanitari usa e getta come l’acquisto di altri materiali utili e la gestione delle sedi, tutto è ormai fuori scala. Per compensare l’aumento dei costi le associate sono costrette a far riferimento al fundraising che invece dovrebbe servire per la promozione e l’operatività di nuovi servizi e di nuove attività. I rimborsi sono risicati e non compensano le spese reali che vengono affrontate e di questo passo se governo e regioni non ci danno una mano potremmo non essere più in grado di fornire assistenza a tante persone che ogni giorno ne hanno bisogno”.
È necessaria quindi“una ristrutturazione del sistema e soprattutto una omogenizzazione delle modalità di convenzionamento per mantenere operativi i servizi sanitari e sociali di interesse generale che ogni giorno come ANPAS eroghiamo su tutto il territorio nazionale. “Questo - conclude Pregliasco - è un grido di dolore che non è solo per noi ma è anche delle RSA e di tutte le strutture socio-sanitarie, che affronteremo anche durante il 54esimo Congresso Nazionale delle pubbliche assistenze ‘Coltivare la memoria, progettare il futuro’ previsto a Roma dal 25 al 27 novembre”.


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