Aziende e regioni
Epatite C, screening e programmi solo in metà Regioni
di Radiocor Plus
24 Esclusivo per Sanità24
Avviare un confronto aperto tra gli stakeholder chiave - clinici, istituzioni, associazioni pazienti – sull’epatite C per condividere elementi fondamentali e ruoli nell’organizzazione dello screening di popolazione, nell’ottica di contribuire a uno sviluppo efficace ed efficiente dei piani regionali, per approfondire strumenti e piani di diagnosi e prevenzione per combattere l’Hcv: sono questi gli obiettivi del convegno "Screening di popolazione per combattere l’Hcv", organizzato il 22 luglio a Roma. In Italia è possibile stimare una prevalenza dell'Hcv pari all'1% della popolazione (circa 500.000 italiani), con una maggior incidenza nelle età più avanzate (≥65 anni). Inoltre, si calcola che vi siano circa 250-300.000 infezioni "sommerse", inclusi i soggetti che hanno contratto l'infezione tramite ad esempio interventi chirurgici o odontoiatrici. Per ridurre il "sommerso", a febbraio 2020 il Governo ha stanziato 71,5 mln in via sperimentale per 2020 e 2021. Obiettivo, garantire uno screening gratuito coinvolgendo la coorte dei pazienti nati tra il 1969 e il 1989 e quelli seguiti dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) e i detenuti in carcere. Ma ha "pesato" la pandemia: oggi soltanto Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Molise, Abruzzo, Basilicata e Valle d’Aosta hanno avviato procedure operative di screening Hcv. Altre Regioni hanno solo adottato una delibera per implementare il programma di screening. Tra queste il Lazio, dove si stima la presenza di circa 53.300 pazienti con infezione cronica da Hcv attiva ancora non trattati con terapia antivirale (prevalenza 0,9%), di cui circa 35.800 con infezione cronica ancora da diagnosticare potenzialmente asintomatici, e 17.500 in uno stadio di fibrosi avanzata sintomatici ma che ancora non hanno eradicato la patologia.
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