Aziende e regioni

Oltre un miliardo per l'inclusione sociale dei fragili, ora coinvolgere il Terzo settore per ridisegnare l'assistenza

di Paolo Bandiera *

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24 Esclusivo per Sanità24

Lunedì 9 maggio il Ministero del lavoro e delle politiche sociali guidato da Andrea Orlando ha dato il via libera all’assegnazione di oltre un miliardo e 250 milioni di euro destinati al rafforzamento dell’inclusione sociale per soggetti fragili e vulnerabili.  Le risorse, destinate ai vari ambiti territoriali sociali, sono legate agli stanziamenti previsti dal Pnrr, che trova proprio nel rafforzamento dei progetti di inclusione e di riduzione delle disuguaglianze una delle bussole programmatiche che il Governo si è impegnato a seguire. Famiglie, anziani non autosufficienti, persone con disabilità e senza dimora le categorie che il provvedimento vuole tutelare attraverso il rafforzamento dei servizi di sostegno, di assistenza domiciliare, ma anche soluzioni innovative per garantire una vita autonoma alle persone anziane, agli operatori sociali e percorsi di autonomia per persone con disabilità. Obiettivo quest’ultimo che da anni è al centro dell’impegno di diverse associazioni ed enti del terzo settore tra cui Aism, Associazione italiana sclerosi multipla) che proprio nel periodo pandemico ha moltiplicato gli sforzi e la capacità di risposta a partire dai servizi di sostegno e di prossimità assicurati dalla propria rete territoriale diffusa sull’intero territorio nazionale. Una linea di missione la cui massima priorità emerge con forza dalla consultazione che ha portato alla nuova Agenda della Sclerosi multipla e patologie correlate 2025, che verrà presentata alle istituzioni il prossimo 30 maggio a Roma: un’Agenda all’interno della quale sono centrali le priorità d’intervento dedicate all’inclusione e partecipazione sociale, al benessere, a partire dal riconoscimento di progetti di vita individuali personalizzati e partecipati effettivamente garantiti e pienamente integrati con i percorsi di cura .
La pandemia, infatti, ha acuito i livelli di emarginazione, le situazioni di esclusione e discriminazione, anche indirette, con impatto non solo nella sfera sanitaria, ma anche della partecipazione sociale e lavorativa di milioni di persone: nel caso della SM, in ambito lavorativo, un giovane con sclerosi multipla su 4 dichiara di aver perso il proprio lavoro a causa del contesto prodotto dal Covid-19 (Barometro Aism 2021), mentre l’occupazione di donne con disabilità raggiungerebbe appena il 41%. Gli under 29 sono la categoria più preoccupante: meno del 5% oggi ha un lavoro. E su questi temi Aism è in prima linea proprio in questi mesi per promuovere, tra varie iniziative, anche l’estensione del diritto allo smartworking per le categorie fragili, oggi riconosciuto fino al 30 giugno, partendo dalle evidenze robuste costruite in modo rigoroso attraverso un’attività continua di osservatorio della realtà, da cui far scaturire proposte contestualizzate e di valore collettivo.
Tornando ai fondi stanziati dal ministero del Lavoro a favore dell’inclusione delle categorie più fragili, è essenziale che vedano come reali co-protagonisti gli Enti del Terzo Settore secondo logiche di amministrazione condivisa effettivamente praticata.
Stiamo oggi, anche attraverso le linee di missione 5 e 6 del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, ripensando il funzionamento sistemico dei servizi di cura e assistenza: ma il nuovo sistema di risposte non potrà essere davvero prossimo, sostenibile, equo e efficace, se non attraverso un’innovazione nei processi partecipativi che garantiscano co-programmazione e co-progettazione con gli Enti del Terzo Settore e le associazioni di rappresentanza. Solo in questo modo gli investimenti del Pnrr potranno assicurare reale impatto sociale e consolidarsi oltre l’orizzonte temporale del 2026.

* Direttore Affari Generali e Relazioni Istituzionali AISM


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