Aziende e regioni

La rete lombarda dei centri nascita secondo il modello hub&spoke: vantaggi e aree di miglioramento anche in un'ottica nazionale

di Claudio Migliori *

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24 Esclusivo per Sanità24

In ottemperanza al decreto ministeriale n. 70 del 2015 che ha riorganizzato le aziende ospedaliere, ufficializzando nuovi ruoli e livelli, e recependo quanto già sostenuto dalle società scientifiche circa la necessità di centralizzare i parti ad alto rischio, nel 2019 Regione Lombardia, con le delibere n. XI/2395 e n. XI/2396, ha operato un riassetto dei suoi centri nascita secondo il modello "hub & spoke".
Gli Spoke trattano neonati sani o affetti da patologia con determinate caratteristiche e limiti, mentre gli Hub sono posti in ospedali abilitati alla presa in carico di patologie altamente complesse e dotati di Terapia intensiva neonatale (Tin). Supportata da un sistema di trasporto che permette di trasferire in modo organizzato e non casuale neonati o madri a rischio alle più opportune strutture di livello superiore, la rete clinica integrata prevista nel sistema "hub & spoke" garantisce i migliori standard di sicurezza e appropriatezza degli interventi assistenziali. Questa riorganizzazione offre inoltre il vantaggio di evitare i viaggi incongrui di neonati critici e migliora la preparazione del personale dei Centri nascita di primo livello, grazie anche alla costante collaborazione con gli Hub di riferimento.
Il modello "hub & spoke" si è dimostrato versatile e in grado di adattarsi continuamente alle esigenze del territorio, anche nel corso della pandemia da Covid. Durante la prima ondata, nella primavera 2020, Regione Lombardia aveva identificato solo alcuni hub per il trasferimento di tutte le mamme positive; con l’evolversi dell’emergenza e l’aumento dei casi, si è ampliato il numero di tali centri, per arrivare poi a gennaio 2022, quando si è stabilito che le madri con Covid non devono più essere trasferite ma possono restare nel punto nascita in cui si trovano, purché in buone condizioni di salute. Le aziende, inoltre, devono aver strutturato al loro interno dei percorsi che garantiscano la separazione tra donne positive e negative.
Il sistema ha visto di recente un ulteriore step di perfezionamento che permetterà di incrementarne l’efficienza. Da giugno dello scorso anno, infatti, l'Agenzia regionale Emergenza Urgenza (Areu) traccia e registra tutte le comunicazioni telefoniche che intercorrono tra hub e spoke. Questo consentirà di avere un quadro più preciso di quanti trasferimenti si eseguono ogni anno, quante chiamate avvengono da spoke ad hub e viceversa, quanto i Centri rispondono ai criteri per i quali sono stati accreditati. Il tutto con l’obiettivo di individuare criticità e margini di miglioramento.
Un aspetto su cui ancora occorrerà lavorare è la comunicazione e la proficua collaborazione tra le strutture, non solo secondo un modello vertice-base, ma anche intra-vertice tra i diversi Hub. L’obiettivo comune deve essere quello di cooperare per assistere il neonato nel migliore dei modi, indipendentemente dal suo luogo di nascita. Di questo si è discusso nel corso del convegno "Skills and needs in Neonatologia: ottimizzare le competenze per soddisfare le necessità", organizzato dall’Ospedale San Giuseppe di Milano – Gruppo MultiMedica.
Durante l’evento, al quale hanno partecipato importanti ospedali della Lombardia ed extraregionali, sede di centri nascita, è emersa anche la necessità di uniformare i percorsi e le competenze degli operatori, pur adeguandoli ai loro differenti contesti lavorativi. L’attuale situazione sanitaria italiana e regionale non permette la chiusura dei piccoli centri nascita o l’apertura in tutti i centri di qualunque tipo di specializzazione. Dovendo quindi mantenere questo tipo di attività sul territorio, è fondamentale equiparare le cosiddette "skills" del personale sanitario che si prende cura di neonati e bambini, sia negli aspetti clinici (abilità diagnostiche, procedurali e terapeutiche) sia in quelli relativi alla sfera sociale (umanizzazione delle cure, sostegno alla perinatalità, capacità comunicative, ecc.), portandole a un livello che riduca i rischi e i potenziali danni in caso di evento imprevisto.
In conclusione, un messaggio fondamentale emerso dal convegno, condiviso da tutti gli esperti presenti, è stata l’importanza di fare rete tra i centri nascita dei diversi ospedali, come indicato dalle linee guida nazionali e regionali. Risulta prioritario, per il futuro, favorire l’incontro e lo scambio culturale tra coloro che si occupano di assistenza neonatale, per aprire nuovi importanti canali di comunicazione tra specialisti di realtà sanitarie con differenti livelli prestazionali.

* Direttore U.O. Neonatologia, Ospedale San Giuseppe di Milano – MultiMedica


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