Aziende e regioni
Campania: al via il progetto Master per misurare l'efficienza della Rete oncologica regionale
di Francesco Schiavone*
24 Esclusivo per Sanità24
L’ultimo anno e l’emergenza sanitaria che l’ha contraddistinto hanno messo in risalto alcune criticità e limiti del Sistema sanitario nazionale, compromettendo anche il rispetto dei principi cardine che, da sempre, lo caratterizzano: universalità, uguaglianza ed equità. La peculiare struttura del sistema sanitario e la sua frammentazione in un elevato numero di attori, più o meno interconnessi tra loro, sono state causa di difformità nei processi decisionali che hanno determinato elevati livelli di incertezza e, talvolta, un alto grado di disparità di trattamento tra i cittadini. Le difficoltà emerse non hanno avuto impatto negativo solamente nella gestione della pandemia, dei pazienti affetti da Covid-19 e della successiva campagna di vaccinazione, ma hanno significativamente condizionato anche altre famiglie di patologie, in particolar modo le malattie cardiovascolari e i tumori, causando ritardi in ogni fase di gestione di tali patologie, dalla prevenzione ai trattamenti terapeutici, passando per le fasi di diagnosi e di presa in carico. Si è recentemente stimato dalla FOCE, la Federazione di oncologi, ematologi e cardiologi, che il 20-30% degli interventi chirurgici in oncologia è stato ritardato, se non addirittura cancellato, a causa della pandemia.
Le disfunzioni affiorate devono essere, dunque, uno stimolo per una ristrutturazione dei sistemi sanitari regionali, al fine di creare modelli a rete, costituiti da attori pubblici e privati, più fluidi, interconnessi e collaborativi con lo scopo di garantire maggiore efficienza e tempestività dei processi clinici e organizzativi ed uno scambio migliore di informazioni tra i vari operatori coinvolti nell’erogazione di servizi assistenziali molto più patient-centred.Un settore in cui sono, ormai da diversi anni, conosciuti i vantaggi della gestione in rete dei pazienti, è l’oncologia. Nella conferenza Stato – Regioni del 2014 il modello delle reti oncologiche regionali è stato riconosciuto come il sistema idealmente in grado di garantire equità di accesso alle cure e una precoce presa in carico del paziente oncologico, dalla prima diagnosi all’accompagnamento al fine vita, in particolar modo attraverso l’individuazione delle strutture più adatte al trattamento delle specifiche patologie e grazie alla costituzione di team interdisciplinari per la condivisione delle conoscenze. Eventuali inefficienze nelle reti oncologiche regionali o una comunicazione poco efficiente tra i medici del territorio e i centri di oncologia, potrebbero comportare la mancata capacità di sfruttare a pieno i vantaggi e le possibilità offerte dal modello a rete applicato all’oncologia.
Proprio per tale motivo, la regione Campania ha da tempo recepito la necessità di verificare i risultati dell'applicazione di tale modello, istituito per rispondere ad una serie di problemi strutturali che ledono sensibilmente la capacità di rispondere completamente ed efficientemente alla domanda di Salute e di garantire un efficiente ed efficace utilizzo delle risorse a disposizione. In tale prospettiva, da quasi due anni si sta portando avanti il progetto “Val.Pe.ROC” (https://www.reteoncologicacampana.it/?page_id=25275 ), i cui risultati stanno mostrando, tra le varie evidenze, il ruolo centrale, ma ancora non esplorato, ricoperto dalle ASL e dal territorio. Infatti, questi attori si rivelano indispensabili per rendere efficiente il percorso di accompagnamento del paziente sia in fase di prevenzione primaria e adesione ad eventuali screening sia nella fase di follow-up/riabilitazione e reinserimento sociale del paziente.
Alla luce di tutto ciò, il VIMASS (https://vimass.uniparthenope.it/ ), laboratorio in Valore, Innovazione, Management e Accesso nei Sistemi Sanitari del Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, l’Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G. Pascale”, centro di riferimento regionale per la diagnosi e cura delle patologie neoplastiche – con funzione di coordinatore della ROC – e l’ASL Napoli 1 Centro, comprendente l’intera città metropolitana di Napoli e l’isola di Capri, per una popolazione totale di 1.005.792 abitanti, collaboreranno al Progetto Master, cioè un progetto ancillare al succitato Val.Pe.ROC, per la “Misurazione della Assistenza Sanitaria sul TERritorio”, finalizzato a comprendere come i pazienti della ROC vengano gestiti a livello territoriale. Sarà, pertanto, fondamentale analizzare il lavoro svolto dagli operatori della ASL coinvolta nello studio, nonché le modalità e le tempistiche con cui i pazienti sono inviati alla ROC e come, dopo essere stati assistiti, essi siano gestiti nella fase di assistenza domiciliare. A tal fine, il progetto mira a sviluppare, infatti, un sistema di monitoraggio e valutazione delle performance, e del livello di coinvolgimento delle ASL e, in particolare, delle figure professionali che operano nel sistema “allargato” della ROC, attraverso la definizione di una dashboard di Key Performance Indicators (KPI). Mediante questo strumento sarà possibile esaminare quanto effettivamente la medicina territoriale stia contribuendo al funzionamento della ROC ed al soddisfacimento dei bisogni dei pazienti oncologici napoletani in termini di adeguatezza, tempestività, equità ed efficacia della continuità assistenziale.
Lo scopo di tale progetto, svolto con la collaborazione di Novartis e di cui il sottoscritto è responsabile scientifico, sarà verificare il ruolo e il contributo offerto dalle ASL in tutte le fasi della patologia tumorale, la prevenzione, la diagnosi, la condivisione dell’approccio terapeutico, il monitoraggio del paziente per diagnosi precoce di eventuali recidive di malattie, l'attivazione e l'effettuazione dell'assistenza domiciliare integrata dei pazienti della ROC. Grazie alla succitata dashboard di KPI “il progetto Master consentirà di sviluppare un modello che sarà poi utilizzabile con le rimanenti 6 ASL che hanno attivi i percorsi di continuità territoriale della ROC in modo da sostanziare con numeri le scelte programmatiche da adottare per potenziare il sistema” dichiara il dottor Sandro Pignata, referente scientifico della ROC. Sulla stessa lunghezza d’onda l’ingegnere Ciro Verdoliva, direttore generale dell’ASL Napoli 1 Centro, il quale afferma che «un’efficace integrazione ospedale-territorio è essenziale per migliorare la capacità del sistema sanitario di rispondere ai bisogni della persona affetta da patologia. Il progetto Master mette in luce la forte volontà delle istituzioni coinvolte di definire percorsi assistenziali che garantiscano la continuità assistenziale sul territorio». Attilio Bianchi, DG dell’Istituto Nazionale Tumori Pascale, si dimostra entusiasta per l’avvio di questa nuova progettualità scientifica e afferma che “Master è un nuovo importante tassello per l’assistenza oncologica campana e ci consentirà di verificare quanto il nuovo sistema organizzativo sia partecipato tra le strutture che erogano diversi livelli di assistenza”.
Tra dicembre e gennaio prossimi venturi è prevista la presentazione dei risultati preliminari del progetto in un evento organizzato dal VIMASS.
*Università degli Studi di Napoli Parthenope
Direttore Scientifico del VIMASS Research Lab
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