Aziende e regioni
Sardegna: annunciato un piano triennale che prevede più di 5mila assunzioni
di Davide Madeddu
24 Esclusivo per Sanità24
Un piano triennale che prevede più di 5 mila assunzioni, potere decisionale e gestionale alle aziende sanitarie che diventano nuovamente locali e crescita dell’organico. Sono alcuni dei punti che riguardano la riorganizzazione della sanità illustrati dal presidente della Regione Christian Solinas con l’assessore alla Sanità Mario Nieddu nel corso di una conferenza stampa. Uno degli elementi più significativi, il piano del personale approvato dalla Giunta regionale, per il triennio 2021-2023, “con l'obiettivo di rispondere al fabbisogno delle aziende del sistema sanitario regionale, riequilibrando la forza lavoro in uscita, e potenziando gli attuali organici, prevedendo un saldo positivo di 2.081 unità”.
Quanto ai numeri, tra il il 2021 e il 2023 si prevede il pensionamento di 3.046 dipendenti del sistema sanitario regionale tra personale sanitario, tecnico, amministrativo e professionale. “Per lo stesso periodo sono state programmate 5.127 assunzioni”. Quanto ai dettagli: “L'organico delle aziende che prenderanno il posto dell'attuale Ats, cioè in Ares e nelle Asl che presto saranno operative in attuazione della riforma, passerà da 14.284 unità a 15.763 a fronte di 2.245 cessazioni; all'Arnas G. Brotzu da 3.133 unità a 3.409, a fronte di 587 cessazioni, all'Aou di Cagliari da 1.371 a 1.500, al netto di 57 cessazioni; all'Aou di Sassari da 2.547 a 2647, a fronte di 156 cessazioni; Areus da 87 a 111”.
I concorsi programmati attualmente sono 66 per l’inserimento di 799 dipendenti a tempo indeterminato tra personale sanitario, tecnici e amministrativi delle aziende sanitarie. Le procedure sono state avviate per 62 concorsi di cui 25 già conclusi per un totale di 191 posti.Nel corso dell’emergenza covid sono state effettuate 1.587 assunzioni tra medici, infermieri, tecnici e amministrativi. “Negli ultimi due anni - ha detto ancora il presidente -, la Regione ha recuperato un pesante ritardo sul fronte dell'assistenza primaria dei medici di base, con l'attribuzione delle titolarità delle sedi carenti individuate dal 2014 al 2017, che, nel 2019, ancora non risultavano assegnate. A febbraio e ad agosto l'assessorato della Sanità ha bandito sedi carenti del 2018, 2019 e 2020, 244 sedi solo per le ultime due annualità, attualmente in fase di assegnazione”.Venti milioni di euro poi sono stati destinati per “potenziare l'assistenza, incrementare il volume delle attività ambulatoriali ospedaliere e territoriali e ridurre i tempi d'attesa necessari per l'accesso alle prestazioni da parte dei cittadini”.
Per far fronte all’emergenza generata dalla recrudescenza della pandemia e “rafforzare l'azione complessiva, sono stati stanziati anche 11 milioni per il comparto sanitario privato convenzionato”. Poi la richiesta al ministro per “specifiche deroghe” per rispondere “in modo particolare, alla diffusa carenza di medici specializzati”. Non solo, “laddove è presente un punto di Guardia medica e risulti la carenza del medico di base - ha detto l’assessore alla Sanità -, è stato chiesto al Ministero di poter estendere l'operatività del Punto di Guardia medica da 12 ore a 24 ore. Mentre dove non ci fosse un punto di Guardia, ma sussista la carenza del medico di base, è stato richiesto di prevedere l'istituzione di un Punto di Guardia”. Un incremento di un milione di euro ha riguardato il tetto di pesa per le Rsa e di 645mila euro per i Centri di salute mentale e r”aggiunto un accordo con i sindacati dei medici di specialistica ambulatoriali con il quale sono state aumentate di 110mila (in modo strutturale e quindi permanente) le ore disponibili per le prestazioni nei poliambulatori”.
Inoltre uno stanziamento di “141 milioni di euro per l'ammodernamento tecnologico e gli interventi in edilizia sanitaria degli ospedali e delle strutture territoriali della Sardegna, cui si aggiungono 9 milioni e 959mila euro del Programma di riqualificazione e ammodernamento tecnologico dei servizi di radio terapia oncologica di ultima generazione”. Poi le borse di studio nelle scuole di specializzazione medica e non medica, con una programmazione pluriennale (2021-2023) di 30 milioni per 253 nuove borse di studio ogni anno.
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