Aziende e regioni
La Rete Oncologica Campana "rientra" in pista: arriva anche la conferma di Agenas
di Francesco Schiavone*
24 Esclusivo per Sanità24
L'Agenas nei giorni scorsi ha divulgato tramite un webinar dedicato i risultati della "IV Indagine sullo stato di attuazione delle reti oncologiche" (https://www.agenas.gov.it/comunicazione/primo-piano/1846-presentazione-della-iv-indagine-sullo-stato-di-attuazione-delle-reti-oncologiche), ad oggi il modello organizzativo per la gestione e l'erogazione dei servizi di assistenza e di cura per i pazienti oncologici predominante in Italia e nel mondo, in quanto previsto dall'OMS e promosso nel nostro Paese nella conferenza Stato - Regioni del 2014. Per gli addetti ai lavori e i vari stakeholder del mondo sanitario il tema della spedita e corretta attuazione delle Reti Oncologiche Regionali (ROR) rappresenta un argomento centrale nel dibattito sulla managerialità, razionalizzazione ed efficientamento dei processi organizzativi ed assistenziali nel campo dell'oncologia.
L'indagine è stata condotta utilizzando una Griglia di rilevazione compilata nella seconda metà del 2020 dalle singole Regioni. Tale Griglia è costituita da un insieme di 142 item, in grado di fornire una rappresentazione della funzionalità delle Reti Oncologiche in ognuna delle 4 aree tematiche:
1) Struttura di base, per l'accertamento della presenza degli elementi necessari per l'infrastruttura della Rete e per la confrontabilità dei Sistemi, per il controllo dell'organizzazione delle risorse strutturali, economiche, tecnologiche e di personale, oltre alla conformità della Rete ai requisiti stabiliti dal DM/70 per le reti ospedaliere;
2) Meccanismi Operativi, per verificare il funzionamento e la qualità dei processi assistenziali, legati a introduzione e applicazione di criteri per la presa in carico dei pazienti, di programmazione all'accesso alle cure domiciliari in seguito a valutazioni dei professionisti che interagiscono con pazienti e familiari, di attivazione di procedure di consultazione multidisciplinari e l'individuazione dei principali PDTA da implementare, oltre all'identificazione degli indicatori di processo, volume ed esito clinico e gli standard di riferimento;
3) Processi Sociali, per la valutazione del grado di integrazione tra i soggetti che a vario titolo operano all'interno della Rete;
4) Risultati, cioè i dati di processo ed esito, rilevati dai sistemi di monitoraggio e che forniscono informazioni in merito alla qualità dell'assistenza e al benessere dei professionisti, e il grado di soddisfazione dei pazienti.
Complessivamente, la gran parte delle ROR ha migliorato la propria valutazione rispetto all'anno precedente, ma l'ISCO 2020 resta ancora insufficiente in molti casi. Dalla rilevazione emerge, inoltre, una particolare varietà di modelli organizzativi adottati nelle singole ROR italiane. I modelli più diffusi sono quello HUB & Spoke ed il Comprehensive Cancer Care Network e i risultati sembrano evidenziare che proprio quest'ultimo modello sia in grado di conseguire prestazioni più elevate. Un interessante elemento di discussione è rappresentato dalle significative differenze in termini di volumi di procedure chirurgiche tra la Lombardia e le altre regioni italiane. Dalla Figura 1, infatti, si evince che il volume di attività di chirurgia varia tra le regioni con la Lombardia con il più elevato numero di interventi di chirurgia oncologica verosimilmente per la maggiore popolosità della regione, il flusso di mobilità attiva e la concentrazione di diversi Istituti Oncologici.
Come specificato nel rapporto (pagina 3), "I dati della IV indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti Oncologiche Regionali vanno osservati nel contesto dello specifico territorio regionale e possono rappresentare uno stimolo per il processo di miglioramento continuo, in considerazione delle dinamiche di sviluppo organizzativo delle reti". La Tabella 1 consente di comprendere l'operato delle singole ROR nell'ultimo anno, da contestualizzare necessariamente rispetto alle varie criticità e specificità delle varie Regioni. Anche un risultato non esaltante potrebbe essere, in questo senso, la migliore performance possibile in un determinato contesto.
In questo quadro la ROC (acronimo di Rete Oncologica Campana) spicca per la sua crescita dilagante rispetto al 2019. Nel complesso la performance 2020 della ROC è quasi raddoppiata (+47,30%) rispetto all'anno precedente. Come evidenziato dalle nostre elaborazioni dei dati diffusi da AGENAS, la Campania dispone della ROR con l'indice ISCO più alto nel Sud Italia, il migliore in assoluto tra le 7 Regioni italiane che attualmente stanno affrontando un piano di rientro.
Il dottor Sandro Pignata, coordinatore scientifico della ROC, in relazione a questi risultati afferma che: "Siamo entusiasti del lavoro svolto e del grande livello di collaborazione che si è instaurato tra gli specialisti del settore e la Regione, senza il quale questi risultati non sarebbero stati possibile. La Rete oncologica è un cantiere in continuo miglioramento. Il coinvolgimento pieno del territorio e della medicina generale è il prossimo traguardo da raggiungere in questo anno. Credo che la cultura della multidisciplinarietà sia ormai acquisita nell'oncologia della nostra Regione". Sulla stessa lunghezza d'onda anche il Direttore Generale del Pascale Attilio Bianchi, coordinatore della ROC, il quale dichiara: "Ci fa molto piacere che vengano riconosciuti i progressi della ROC. Vuol dire che stiamo contribuendo al miglioramento della assistenza ai nostri pazienti. Grazie a Sandro e a tutti quelli che ci hanno creduto, insieme a noi sin dal primo giorno, e continuano a sostenere questa idea comune".
Questi dati entusiasmanti della ROC sono il risultato di una serie di iniziative che negli ultimi mesi hanno animato la regia della rete campana lato, della spiccata managerialità avuta negli ultimi 12 mesi, la quale ha consentito di migliorare i risultati e i processi sociali. Un esempio emblematico di tale impegno sotto il profilo manageriale è stata l'attenta e tempestiva gestione delle criticità legata alla pandemia Covid-19 la quale, come anche evidenziato dall'indagine di AGENAS, ha imposto alla ROC l'attivazione di numerose specifiche indicazioni per l'erogazione dei servizi e l'implementazione dei processi di cura ed assistenza. Al fine di consolidare questi risultati, alcuni aspetti gestionali su cui ci dovrebbe soffermare nel futuro prossimo potrebbero un utilizzo sempre maggiore della tecnologia digitale, come ad esempio l'adozione o lo sviluppo di piattaforme informatiche per la raccolta e la gestione di dati clinici ed epidemiologici, una focalizzazione ancora più attenta sul legame esistente tra gli ospedali rientranti nella ROC e il territorio, e una più diffusa cultura manageriale delle risorse umane coinvolte a vario titolo (ad esempio, Responsabili GOM e Case Manager) nel funzionamento della rete. Queste azioni evidentemente favorirebbero ancor di più l'affermazione di logiche di valutazione ed innovazione continua dei percorsi di cura ed assistenza offerti ai pazienti oncologici campani. Vi è da dire, comunque, che tali logiche ricevono già l'attenzione del management della ROC, come dimostrato dal progetto di ricerca Val.Pe.ROC (https://www.reteoncologicacampana.it/?page_id=25275), il quale attualmente sta monitorando 4 PDTA (colon, polmone, prostata, ovaio) regionali.
Con i risultati di questa IV indagine, in definitiva, AGENAS ha certificato il percorso di miglioramento intrapreso da alcuni anni dalla sanità campana, nonostante le limitazioni imposte dal piano di rientro del SSR. Questi risultati, auspicabilmente, contribuiranno fortemente a riqualificare l'immagine della sanità campana e nel lungo periodo, potrebbero ridimensionare almeno, in oncologia, il fenomeno della migrazione sanitaria, la quale a tutt'oggi affligge in misura consistente i bilanci del SSR campano, come evidenziato dal Report Gimbe 2020, in cui si evidenzia un saldo negativo per la Regione Campania pari a € 318.029.082 per la mobilità sanitaria nell'anno 2018. La ROC, in definitiva, può candidarsi a pieno titolo ad essere il punto di riferimento dell'oncologia nel Mezzogiorno.
*Professore associato in Economia e Gestione delle Imprese
Direttore del laboratorio di ricerca VIMASS - Università degli Studi di Napoli Parthenope
vimass.uniparthenope.it
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