Aziende e regioni
Sanità digitale, servono più investimenti e gioco di squadra. C'è in ballo la sostenibilità del Ssn
di Mariano Corso *
24 Esclusivo per Sanità24
Se ne parla relativamente poco, eppure è nel settore della Sanità che vanno fatte alcune delle scelte più importanti per il nostro Paese, scelte in grado di condizionare non solo la tenuta dei conti pubblici, ma anche lo sviluppo economico, l’occupazione e la stessa coesione sociale nei prossimi anni. “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”, così afferma l’articolo 32 della nostra Costituzione, eppure la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario, e soprattutto il suo carattere universalistico, sono messi oggi in discussione dalla progressiva divaricazione tra risorse disponibili e bisogni dei cittadini, una divaricazione destinata purtroppo a crescere nei prossimi anni in quanto:
- La domanda di cura aumenterà a causa dell’invecchiamento demografico: l’Italia è il secondo Paese più anziano al mondo, con il 21,8% dei cittadini over 65 e il 6,5% over 80 siamo preceduti solo dal Giappone. Nel 2050 gli anziani sopra i 65 anni saranno il 34,6% della popolazione, mentre gli ultra 80enni raggiungeranno quota 14,9%. Se a ciò si aggiunge che l’aspettativa di vita in buona salute all’età di 65 anni in Italia è tra le più basse nei Paesi OCSE, con 7,5 anni senza disabilità per le donne e circa 7,8 anni per gli uomini, si capisce come il numero di pazienti cronici e fragili sia destinato a aumentare vertiginosamente.
- Le risorse pubbliche disponibili sono limitate: la spesa sanitaria Italiana nel 2016 è stata di circa 150 Miliardi, cifra non elevata se rapportata al PIL (8,9%) e confrontata con quella di altri Paesi europei (Germania 11,3%, Francia 11% e UK 9,7%). I vincoli di finanza pubblica hanno costretto negli ultimi anni a mantenere pressoché stabile la componente di spesa a carico dei conti pubblici, facendo di conseguenza crescere l’out of pocket, la componente a carico delle famiglie, che è passata dal 21,5% del 2012 al 22,7% del 2016. Già oggi secondo Eurostat oltre il 20% della popolazione ha difficoltà a permettersi cure. Se, s fronte di una spesa destinata a raggiungere 210 miliardi nel 2025, si decidesse di lasciare a carico delle famiglie una larga parte dei 60 miliardi ulteriori necessari, molti cittadini, anche nel cosiddetto ceto medio, si troverebbero nella sostanziale impossibilità di accedere alle cure con gravi ripercussioni economiche e sociali.
A questo divario non si può rispondere con la politica dei tagli lineari. Secondo l’Euro Health Consumer Index, il livello di qualità del Sistema Sanitario Italiano è già notevolmente peggiorato passando tra il 2010 e il 2017 dal 14° al 21° posto su 35 nazioni censite. I cittadini percepiscono oggi un declino che mina la loro fiducia verso lo Stato e provoca un pericoloso senso di ansia verso il futuro. La strada per rispondere a questa emergenza è una soltanto: innovare il Sistema Sanitario a tre livelli.
- Rinnovamento organizzativo e tecnologico: occorre ripensare processi e modelli organizzativi, razionalizzando risorse e avvicinando i servizi ai cittadini. Per assorbire l’impatto della crescita di pazienti cronici, occorre spostare le cure dall’ospedale al territorio, definendo modelli di presa in carico sempre più integrati. Grazie a Cartella Clinica Elettronica, Fascicolo Sanitario Elettronico, servizi digitali al cittadino e Telemedicina, il digitale può contribuire enormemente a questo spostamento. Con Big Data e Artificial Intelligence, inoltre, sarà possibile in futuro migliorare qualità e appropriatezza evitando sprechi grazie a trattamenti personalizzati in funzione di età, stile di vita, residenza, storia familiare e patrimonio genetico del singolo paziente.
-Empowerment: il cittadino dovrà essere reso sempre più attivo e partecipe nella gestione della propria salute. Anche qui il digitale può giocare un ruolo fondamentale consentendo maggiore informazione, accesso ai dati clinici tramite il Fascicolo Sanitario Elettronico, monitoraggio dello stile di vita e una migliore comunicazione con il proprio medico attraverso canali digitali.
-Sviluppo di nuove competenze per gli operatori sanitari: la conoscenza delle opportunità offerte dal digitale tra i professionisti sono alla base della corretta promozione e della buona riuscita dell’innovazione in Sanità. Occorre sviluppare tali competenze già a partire dall’università, e continuare con formazione continua e apprendimento on the job.
I dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità mostrano che la consapevolezza di queste priorità cresce tra gli operatori, ma gli investimenti in Digitale, pur cresciuti quest’anno di un timido 2%, sono ancora del tutto inadeguati rispetto alla posta in gioco. Regioni e Aziende Sanitarie dovranno innovare collaborando tra loro, in modo da restare al centro del Sistema Sanitario e garantire il giusto equilibrio tra pressioni al centralismo e spinte centrifughe verso una privatizzazione e consumerizzazione del rapporto salute-cittadini. Dalla qualità del servizio che queste saranno in grado di erogare e dalla loro capacità di attrarre e usare efficacemente risorse per fare innovazione, dipenderanno il benessere sociale, lo sviluppo economico e l’attrattività stessa dei territori e dell’intero Paese.
* Responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale In Sanità della School of Management del Politecnico di Milano
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