Aziende e regioni
Gli ordini professionali di Torino intervengono sulla nuova Città della salute
di Claudio Testuzza
Con un primo ed importante stanziamento di oltre 72 milioni di euro ha preso il via il piano di investimenti sugli ospedali e sui poliambulatori torinesi elaborato dalla Giunta regionale del Piemonte. Il programma nasce dall’utilizzo di fondi risalenti alla legge 448 del 1998, e contiene il primo importante stanziamento per il nuovo ospedale unico dell’Asl To5.
Si tratta di un primo passo importante, che consolida il percorso intrapreso dalla Regione Piemonte nella ripresa degli investimenti in edilizia sanitaria. Un percorso che verrà ulteriormente rafforzato nelle prossime settimane, quando in Consiglio regionale sarà discusso il piano di interventi da 1,5 miliardi di euro sugli ospedali piemontesi, inclusi Parco della Salute di Torino e Città della Salute di Novara.
Il Parco della Salute rappresenta per Torino e la sua area metropolitana l'investimento di maggiori dimensioni degli ultimi anni.
Un progetto che, modificando le centralità della città attuale, muterà equilibri economici e sociali ed avrà impatto su struttura urbana di Torino e area sud, organizzazione urbanistica delle funzioni e dei servizi, collegamenti e trasporti.
Attraverso la costruzione del nuovo polo sanitario, di produzione innovativa e di ricerca, strettamente connesso alla sede unica della Regione, la visione di Torino subirà un radicale cambiamento che dovrà assumere il dovuto rilievo ed integrarsi con gli indirizzi del recente documento di revisione del piano regolatore, pianificando e progettando anche le aree e gli edifici degli ospedali in dismissione o che resteranno con funzioni diverse rispetto alle attuali.
La Rete delle professioni tecniche del Piemonte e la Consulta delle professioni della Città metropolitana di Torino, che rappresenta circa i 60 mila iscritti ai vari Ordini professionali, ha voluto esprimersi in merito al nuovo Parco della Salute, che dovrebbe insediarsi nell'area ex Avio ed Oval, domandandosi innanzi tutto quale tipo di “ progetto” sia stato pensato, quale tipo di procedura potrebbe essere la più consona a realizzare al meglio un'opera di notevole interesse urbanistico, architettonico, sociale e quale tipo di ricaduta potrà avere sul tessuto imprenditoriale e professionale del territorio un investimento che raggiungerà, solo per il Parco della Salute, oltre 600 milioni di euro.
Innanzitutto è stato considerato che il sistema di viabilità e cioè il collegamento con i trasporti pubblici, treno e metropolitana non risulta ancora adeguatamente studiato e definito. L'accessibilità tramite metropolitana infatti avviene a molte centinaia di metri dall'area insediativa e la stazione ferroviaria, periferica, non è attualmente collegata con la stessa area. La stazione ferroviaria ponte ( sostitutiva di quella attuale di Lingotto ) di cui si parla, esula dagli investimenti in gioco ed è demandata ad altro operatore.
La riduzione dei posti letto ventilata appare scarsamente funzionale alle esigenze di salute della cittadinanza.
Si dovrebbe passare dai circa 2.600 posti letto del complesso degli ospedali esistenti al momento dell'avvio dello studio di progetto, che dovrebbero completamente o in parte afferire al Parco della Salute, ai 1.040 posti di degenza connessa all'alta complessità, e agli ipotetici 450-500 per degenza di bassa-media complessità presso il CTO, attualmente dotato di solamente 277 posti letto comprensivi di DH, non implementabili se non a fronte di complesse e costose opere di ristrutturazione.
L'ordine dei Medici e Odontoiatri di Torino aveva, nel 2015, già prodotto e consegnato all'Assessorato alla Sanità, due argomentati documenti relativi ai piani di riordino della rete ospedaliera e territoriale, ove si denunciavano le criticità legate alla riorganizzazione del sistema sanitario nel suo complesso.
In questi documenti veniva suggerito il percorso da seguire per superare in parte queste criticità, ponendo, come prima e fondamentale tappa, la riorganizzazione vera dell'assistenza territoriale, con la realizzazione della rete delle Case della Salute e con la disponibilità di posti letto assistenziali per i malati cronici, in particolare se non autosufficienti, dimissibili dai reparti per acuti, ma non in grado di tornare subito al proprio domicilio.
Sarebbe stato, poi, estremamente utile, per chiarire le ragioni che hanno fatto preferire la scelta della zona della Fiat Avio, già ritenuta inidonea per dimensioni e posizione, sottoporre ad attenta analisi perché si dovesse superare la proposta di ricostruzione ex novo dell'attuale Città della Salute.
Secondo la Consulta infatti non risulta verosimile l'affermazione che costruire il nuovo ospedale sullo stesso territorio (Molinette) avrebbe comportato l'interruzione delle attività operative, perché il progetto prevedeva un percorso edilizio totalmente indipendente dalle attività sanitarie in corso.
Queste osservazioni avrebbero dovuto condurre ad una ponderata riflessione, prevedendo un ampia condivisione con le associazioni dei cittadini e con tutte le rappresentanze delle professioni che hanno, da sempre, avuto qualità di portatori di saperi e che, nello specifico e importante caso, non sono state mai coinvolte, sentite, considerate .
Ricorrere agli operatori economici per individuare la soluzione migliore senza aver condotto prima valutazioni, seppur indicative, di tipo plani-volumetrico e funzionale farà incorrere nel rischio di porre a base di gara una rappresentazione delle proprie esigenze troppo generica ed indeterminata.
Al fine di poter operare in sinergia per la ricerca del miglior intervento da effettuarsi nell'intento di garantire il reale benessere dei cittadini e dei pazienti, la Consulta delle professioni della provincia di Torino e la rete delle professioni tecniche del Piemonte ha richiesto di esaminare la possibilità di allargamento della cabina di regia con il coinvolgimento, all'interno dei tavoli operativi, dei vari rappresentanti dei settori coinvolti.
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