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La telemedicina che batte le apnee notturne
di Luigi Ferini Strambi (professore di Neurologia, direttore Centro del Sonno dell’Università Vita-Salute S. Raffaele di Milano, presidente World Association of Sleep Medicine.)
È stato presentato dal Centro del Sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano, in collaborazione con Philips, un percorso di telemedicina in regime di solvenza e proponibile, secondo le linee guida del ministero della Salute, anche in ambito di Servizio Sanitario Nazionale, per i pazienti affetti dalla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (nota anche come Osas, Obstructive Sleep Apnea Syndrome) che in Italia conta 180mila pazienti certificati.
L’Osas è un disturbo respiratorio caratterizzato dalla cessazione intermittente del flusso d’aria oronasale durante il sonno. L’interruzione della respirazione può essere parziale, ipopnea, o completa, apnea. Nell’episodio ipopneico si ha una riduzione del flusso d’aria di oltre il 50%; nel corso di un episodio apneico la respirazione subisce un arresto completo, della durata di almeno 10 secondi, associato a ripetuti sforzi inspiratori toracici e addominali che spesso determinano un microrisveglio (arousal) cerebrale. Questi eventi determinano una frammentazione del sonno e la diminuzione dei valori di saturazione d’ossigeno che creano ipossia e ipercapnia ed un’attivazione del sistema nervoso simpatico. Questi fenomeni inducono alterazioni sistemiche quali infiammazione e stress ossidativo che sono alla base di fenomeni clinici tra cui astenia, sonnolenza diurna, deficit mnesici ed attentivi, e di un maggiore rischio per malattie cardiovascolari, neurologiche e metaboliche. Inoltre l’Osas è stata associata a un aumentato rischio di incidenti automobilistici, maggiore utilizzazione dei servizi sanitari ed una riduzione della capacità lavorativa.
Il progetto sperimentale di telemedicina è stato preceduto da uno studio condotto dal Centro del Sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano in collaborazione con Philips presupponendo 500 nuovi pazienti Osas in terapia che seguono un programma di telemonitoraggio domiciliare per i 5 anni successivi alla diagnosi e all’inizio del trattamento. L’obiettivo di questo studio è stato di valutare i benefici che la telemedicina è in grado di offrire al paziente, ai clinici e al Sistema sanitario nazionale.
La principale terapia per l’Osas (l’80% dei pazienti) è con dispositivo medico denominato Cpap (Continuous Positive Airway Pressure), ma nonostante la sua efficacia clinica documentata, si stima che solo il 50% dei pazienti lo utilizza dopo un anno di trattamento e con un tempo di utilizzo inferiore a quello necessario all’aderenza alla terapia (che deve essere superiore alle 4 ore a notte per almeno il 70% delle notti).
Un paziente su 4 lascia le cure. La percentuale dei pazienti che abbandonano il trattamento nei primi tre anni è mediamente del 25%, determinando una compromissione degli outcome clinici (M. Kwiatkowska).
Tra le cause più frequenti di abbandono del trattamento sono da annoverare il fastidio eccessivo per la pressione dell’aria, soprattutto se essa è elevata, la presenza di claustrofobia o eccessivi livelli di ansia e congestione nasale.
Il più importante vantaggio offerto dal monitoraggio tramite telemedicina nei pazienti Osas in trattamento con Cpap risulta essere la possibilità di identificare i pazienti con problemi di aderenza per poter intervenire in maniera immediata e quindi ridurre i rischi di morbilità/mortalità ed assicurare l’efficacia del trattamento.
Uno dei possibili motivi per cui la telemedicina potrebbe aumentare l’aderenza al trattamento è l’attenzione immediata a possibili effetti collaterali e la risoluzione tempestiva dei problemi con conseguente miglioramento delle condizioni cliniche dei pazienti e riduzione dei fattori di rischio soprattutto cardio cerebrovascolari legati a questa patologia. Inoltre, il paziente essendo a conoscenza del telemonitoraggio risulta essere più motivato all’utilizzo del dispositivo medico.
Vantaggiosa e-health. Dallo studio, inoltre, si evince che questi nuovi metodi di telemonitoraggio permettono una migliore qualità dell’assistenza garantendo la continuità delle cure, poiché consentono di portare direttamente presso la casa del paziente il servizio dello specialista attraverso soluzioni di auto-gestione e monitoraggio remoto. L’utilizzo della telemedicina potrebbe permettere in futuro un utilizzo più appropriato delle risorse, riducendo i rischi legati a complicanze, riducendo il ricorso all’ospedalizzazione e i controlli in ospedale, riducendo i tempi di attesa, ottimizzando l’uso delle risorse disponibili. Si stima, infatti, che è possibile garantire al Centro del Sonno un risparmio di tempo e/o di risorse diversamente necessari pari a 10.050 ore totali di attività clinica recuperata e al paziente un risparmio economico pari a 616 euro per i pazienti in Ssn e a 990 euro per chi sceglie la sanità privata (solventi) nei 5 anni di trattamento grazie alla minore mobilità richiesta.
L’importanza economica della telemedicina si esplica, inoltre, non solo in un potenziale contenimento della spesa sanitaria, ma anche in un contributo significativo all'economia, in un settore in cui l’industria europea, ma anche quella nazionale (comprese numerose piccole e medie imprese) è in buona posizione, e ha subito nell'ultimo decennio una rapida espansione.
Folli (Philips): Telehealth, sfida vantaggiosa per l’Italia
«L'Italia rappresenta per Philips un paese dove concretizzare la sfida della telemedicina prendendo come modello alcuni progetti di Telehealth già sperimentati con successo all'estero come ad esempio in Olanda e a Liverpool». Dichiara Stefano Folli Ceo di Philips Italia, Israele e Grecia.
L’importanza economica della telemedicina si realizza non solo in un potenziale contenimento della spesa sanitaria, ma anche in un contributo significativo all'economia, in un settore in cui l'industria europea, ma anche quella nazionale (comprese numerose piccole e medie imprese) è in buona posizione, e ha subito nell'ultimo decennio una rapida espansione.
«Siamo impegnati costantemente nella ricerca di nuovi strumenti e soluzioni integrate digitali e connesse che possano rispondere con successo ad una delle maggiori sfide che il sistema sanitario deve affrontare oggi, ovvero la sfida offerta dalla telemedicina e dalle cure domiciliari», spiega Folli. Lo studio per ora in fase preliminare, condotto dal Centro del Sonno dell'Ospedale S. Raffaele, dimostra che la telemedicina nel percorso ambulatoriale e in quello con ricovero permette di identificare i pazienti con problemi di aderenza per poter intervenire in maniera immediata e quindi ridurre i rischi di morbilità/mortalità e assicurare l'efficacia del trattamento e garantire risparmi concreti all’Ssn e al paziente stesso.
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