Aziende e regioni
Healthy ageing, il made in Italy premiato dall’Ue
di Lisa Leonardini
Il 7 dicembre a Bruxelles 11 Regioni italiane - Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Veneto e la Provincia autonoma di Trento riceveranno dalla Commissione europea il premio come Siti di riferimento del Partenariato europeo per l’innovazione sull’invecchiamento sano e attivo (Reference site of the european and innovation partnership on active and healthy aging, Eip-Aha), insieme ad altri 63 selezionati a livello Eu.
Tale riconoscimento assegnato alle Regioni, e ai loro partner pubblici e privati, giunge grazie alle politiche e soluzioni innovative attuate a favore degli anziani e che contribuiscono a tradurre in pratica gli obiettivi strategici dell’Eip-Aha, tra cui: aumentare di 2 anni il periodo di vita sana e attiva entro il 2020 e ridurre i costi dei sistemi sanitari. Ruolo chiave nella scalata a Reference site delle Regioni italiane l’ha avuto il Programma Mattone internazionale salute (ProMis) che la Commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni ha istituito, il 29 luglio 2015, quale servizio a supporto delle Regioni e Pa nei loro processi di internazionalizzazione.
Il partenariato Eu prevede la collaborazione di Enti governativi regionali che si occupano di materie sanitarie, il mondo imprenditoriale, il mondo accademico e la società civile (come per esempio le organizzazioni che rappresentano gli anziani e i pazienti) in un ecosistema integrato.
Gli 11 reference site italiani si sono impegnati a investire oltre 600 milioni di euro, nel periodo che va dal 2016 al 2019, in soluzioni innovative che porteranno: miglioramenti nella qualità della vita della popolazione, efficienza e sostenibilità per la salute, supporto all’assistenza sociale e, infine, crescita economica e aumento della competitività. Si prevede che questi investimenti porteranno benefici per circa 800mila persone nei prossimi tre anni.
Come noto, in Italia i processi demografici, che perdurano ormai da diversi anni e che influenzano l’indice di vecchiaia, sono riconducibili all’incremento della popolazione in età anziana, alla riduzione di quella in età giovanile, all’aumento della sopravvivenza e al contenimento della fecondità, ben al di sotto del livello di sostituzione delle generazioni. In ragione di tali fattori, l’Italia è il 4° Paese dell’Ue per popolazione (dopo Germania, Francia e Regno Unito) e il 23º al mondo. Le persone con oltre 65 anni d’età ormai rappresentano più di 1/5 della popolazione (fonte Istat).
L’invecchiamento demografico e il calo del tasso di natalità creano stress sui sistemi di welfare e implicano la necessità di interventi mirati, come politiche d’integrazione lavorativa e d’inclusione socio-culturale degli anziani. Con l’active ageing si può agire sul sistema economico nel suo complesso, favorendo anche giovani e donne. L’aumento prospettico delle persone attive e la conseguente diminuzione dei carichi socio-assistenziali sono fonte, infatti, di ricadute positive sulla tenuta dei sistemi di welfare regionali.
La partecipazione all’Eip-Aha offre, quindi, all’Italia l’opportunità di sperimentare e implementare buone pratiche capaci di sviluppare ricadute positive: riduzione della spesa pubblica (calo dei consumi e dei costi dei servizi sociosanitari), aumento degli investimenti e della produttività nei settori delle nuove tecnologie applicate ai servizi sociosanitari, e sviluppo di nuove opportunità sul mercato del lavoro.
I siti italiani che verranno premiati stanno mettendo in campo progetti e azioni di impatto strutturale. Le Regioni come Friuli Venezia Giulia e Lombardia hanno adottato leggi specifiche che hanno dato impulso a interventi finalizzati a garantire un’ottimale integrazione socio-sanitaria, secondo una visione centrata sui bisogni del paziente, e orientata a superare la frammentazione dei servizi e i tradizionali dualismi ospedale-territorio, sanitario-sociosanitario. La Campania punta al trasferimento delle innovazioni biomediche e tecnologiche per il mercato, sfruttando l’integrazione tra ricerca, formazione e fornitura di servizi attraverso collaborazioni internazionali. La Liguria sta studiando l’applicazione di sistemi digitali che coinvolgano le zone rurali e arrivino ai cittadini maggiormente isolati. Il Piemonte scommette sulla formazione, per diminuire l’ospedalizzazione, formando alle tecniche dell’infermieristica di comunità un team di professionisti in diverse zone montane. La Puglia ha attivato i distretti tecnologici multidisciplinari attraverso l’utilizzo dei fondi strutturali (appalti pubblici per l’innovazione). La Toscana ha sviluppato il modello proattivo di prevenzione e presa in carico delle patologie croniche (Sanità d’iniziativa) e i programmi di attività fisica adattata. Il Lazio ha sviluppato un modello di valutazione della qualità delle cure promuovendo l’aderenza a cure basate sulle evidenze. L’Emilia Romagna ha sviluppato un modello predittivo per la diagnosi precoce di condizioni pre-fragili e fragili legate a fattori sociali e sanitari. La Pa di Trento ha realizzato la piattaforma di sanità elettronica denominata TreC (Cartella clinica del cittadino) attiva, attraverso le sue applicazioni, nel contesto di continuità assistenziale ospedale-territorio. Anche il Veneto è impegnato nel campo digitale con lo sviluppo della Regional health information exchange (Hie) che consente ai cittadini di accedere ai servizi sanitari elettronici. Trasversalmente, la “presa in carico della cronicità” rappresenta il cuore delle buone pratiche italiane attraverso modelli gestionali innovativi basati sulla presa in carico proattiva e integrata del malato.
Il premio sarà conferito dal Commissario Ue per l’economia e la società digitali Oettinger in occasione dell’European summit on digital innovation for active and helthy Ageing che riunirà rappresentanti politici a livello europeo e internazionale, inclusi i rappresentanti dei governi di Giappone, Canada e Usa, ministri del settore Ict del G7, rappresentanti dell’Oms, Ocse, Ong e Ceo di imprese private
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