Lavoro e professione

Radiologia geriatrica, nuova branca della diagnostica per immagini

di Andrea Giovagnoni *

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24 Esclusivo per Sanità24

Si chiama radiologia geriatrica ed è la nuova branca della radiologia medica che nasce con l’obiettivo di riscrivere l’approccio al paziente anziano, fragile per eccellenza. È il principale risultato dell’incontro dell’R7, il primo Forum delle 7 Società Scientifiche di Radiologia medica dei Paesi del G7, nella splendida cornice di Venezia. Si tratta di una necessità ormai ineludibile: in tutto l’occidente e ancor di più in Italia e in Giappone si registra l’inversione della piramide demografica con un forte incremento degli anziani e una netta riduzione dei nuovi nati. L’anziano è, per sua natura, un paziente fragile, con maggiori fattori di rischio, spesso colpito da più patologie, con minori e più impegnative capacità di recupero, che usa in modo importante le strutture ospedaliere e soprattutto di diagnostica per immagini sia in emergenza che in elezione.
Ma i dipartimenti di radiologia non sono pronti ad accogliere questo esercito di pazienti fragili che cresce a livello esponenziale: mancano spazi adeguati, macchinari particolarmente adattabili al paziente anziano, che presenta spesso limitazioni motorie e cognitive, e operatori sanitari dedicati alla gestione. Siamo ancora poco esperti di un paziente che presenta multiple patologie ed è in trattamento con un numero significativo di farmaci e presidi medici. Il Forum di Venezia ha delineato per la prima volta la necessità di un nuovo modo di concepire la diagnostica per immagini del paziente anziano per definire in maniera più accurata la distinzione fra alterazioni patologiche croniche legate all’età e quelle acute che necessitano di un trattamento immediato. Inoltre, si è rafforzata l’idea della radiologia come strumento fondamentale nella fase di prevenzione attiva. Nel paziente fragile assume una straordinaria rilevanza promuovere quelle indagini diagnostiche che possano predire il rischio di gravi eventi acuti come quelli a carico del sistema cardio-vascolare, scheletrico o del sistema nervoso che se si verificassero comprometterebbero in maniera significativa una qualità di vita degna di questo nome. Possiamo, anzi, dobbiamo promuovere queste strategie anche per superare anacronistici luoghi comuni: nella terza e quarta età si possono prevenire gravi patologie. Con i Presidenti delle principali società scientifiche del R7 abbiamo deciso di promuovere a livello internazionale sotto la spinta di Sirm la radiologia geriatrica, una vera e propria trasformazione culturale che dovrà anche avere ricadute concrete nella pratica clinica a tutto vantaggio dei pazienti. Tra poche settimane ci rincontreremo a Chicago al Congresso americano per un nuovo avanzamento del progetto ma ormai siamo partiti e andremo avanti a tutta velocità.
Il nostro Paese è all’avanguardia nella radiologia medica, branca sempre più perno dell’intera attività clinica. Il radiologo è il medico che attraverso l’uso delle tecniche di immagine (Tac, Rm, Ecografie, Radiologia tradizionale) contribuisce al processo diagnostico e terapeutico della stragrande maggioranza delle condizioni patologiche da quelle cardiovascolari alle oncologiche, da quelle infiammatorio-degenerative a quelle traumatiche sia in condizione di urgenza-emergenza che di elezione. Oggi in Italia si eseguono circa 70 milioni di procedure di diagnostica per immagini all’anno, numeri che da soli fanno capire la rilevanza di questa disciplina nella moderna medicina.
Il radiologo funge da pivot centrale, da snodo decisionale per l’utilizzo delle indagini diagnostiche e da attore protagonista nella scelta delle opzioni terapeutiche più moderne.
L’azione della radiologia riveste un’importanza fondamentale anche nei processi di prevenzione secondaria dei tumori come l’ormai decennale screeening mammografico per la prevenzione del cancro della mammella per arrivare ai nuovi progetti di screening per il carcinoma polmonare, il programma nazionale (Risp) che si rivolge a una popolazione a rischio utilizzando Tac a bassa dose fino ai programmi ancora in fase di validazione per il tumore della tiroide, della prostata e del tumore ovarico.
Lo sviluppo della radiologia geriatrica consentirà di personalizzare al meglio questo ruolo a tutto vantaggio dei pazienti, soprattutto di quella fascia di popolazione che oggi occupa la stragrande maggioranza dei posti letto negli ospedali. La Sirm è capofila a livello internazionale di questo progetto e ancora una volta si conferma la casa comune dei radiologi medici di tutto il Paese con una fortissima spinta che viene dal gruppo dei giovani radiologi.

* Presidente nazionale Sirm (Società italiana di Radiologia medica e interventistica)


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