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Santagostino attiva il servizio destinato ai profughi ucraini con operatori del loro Paese

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Da oggi è attivo il canale Whatsapp messo a disposizione da Santagostino per rispondere, grazie a un’operatrice madrelingua, alle richieste di assistenza da parte dei profughi ucraini e gestire le prenotazioni in un ambulatorio di Milano, nella sede di Repubblica, in via Panfilo Castaldi 6, che sarà destinato per quattro ore settimanali all’erogazione di queste prestazioni. Per accedere al servizio i cittadini e le cittadine ucraine possono scrivere un messaggio whatsapp nella loro lingua al numero 3441003172 (per farlo è necessario salvare il numero nella propria rubrica oppure cliccare sul link: https://wa.me/393441003172), la richiesta verrà presa in carico da un’operatrice madrelingua che provvederà a fissare l’appuntamento. Il canale whatsapp è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 09 alle 18. Nelle altre fasce orarie è attivo un risponditore automatico che fornisce le indicazioni su quando rivolgersi al servizio.
Le visite non specialistiche - spiegano da Santagostino - saranno fornite da un medico professionista ucraino in collaborazione con un’infermiera diplomata ucraina. Entrambi, grazie a questo servizio, avranno una nuova opportunità in Italia di esercitare la professione.
Questo grazie alla deroga voluta dal governo Draghi al riconoscimento dei titoli professionali per medici, infermieri e Oss ucraini (che prima del 24 febbraio vivevano in Ucraina). Per loro basta essere in possesso del Passaporto Europeo delle qualifiche (EQPR) per poter esercitare in Italia. Il passaporto europeo delle qualifiche contiene informazioni sulle qualifiche più elevate conseguite da chi ne è in possesso, sulla disciplina accademica, su altre qualifiche pertinenti, nonché sull’esperienza lavorativa e sulle competenze linguistiche.
«Partiamo solo ora perché l’iter burocratico per ottenere il passaporto delle competenze è stato più lungo del previsto - ha dichiarato Luca Foresti, Ceo di Santagostino -. Ma è dal giorno uno di questa emergenza che abbiamo iniziato a pensare a questo progetto con una duplice finalità: quella da un lato di offrire assistenza medica di base (con una prima visita gratuita) a persone così provate e senza punti di riferimento e dall’altro reinserire nel mercato del lavoro professionisti che hanno dovuto lasciare il loro lavoro in Ucraina. Oggi siamo la prima e tutt’ora l’unica struttura privata a impegnarci, grazie alla collaborazione con la onlus Ascolto, da anni nostro partner in progetti sociali, per offrire un servizio a questa popolazione strappata dal proprio Paese e costretta a fuggire per la guerra».


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