Medicina e ricerca

Contrasto al tabagismo: le politiche fiscali sono una leva importante e ancora non sfruttata

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24 Esclusivo per Sanità24

In Italia ogni anno si contano 90mila vittime dovute al fumo, e si stima una spesa di 26 miliardi di euro fra costi diretti e indiretti. Nel mentre, il numero di fumatori non scende (12 milioni nel 2023) e aumentano le opportunità di consumo di nicotina offerte dal mercato. Da tempo la comunità scientifica internazionale riconosce nell’incremento delle accise sui prodotti del tabacco una misura essenziale per tutelare la popolazione, in particolare le nuove generazioni, dai rischi del tabagismo.
Ma quanti sono i Paesi che applicato queste misure fiscali? E con quali risultati? Quali sono i fattori sociali, economici e sanitari da tenere in considerazione?
Se ne è discusso oggi in occasione dell’incontro “Ricerca, numeri e proposte. Politiche di tassazione e strategie di contrasto al tabagismo in Italia”, presso la Sala Caduti di Nassirya,
Senato della Repubblica, su iniziativa della Vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone, in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi ETS.

Oltre ad un’analisi dell’impatto del fumo in Italia, vengono illustrati i dati preliminari dello studio multiprospettico triennale “Politiche di tassazione dei prodotti a base di tabacco per il contrasto al tabagismo”, condotto dal Centro di Ricerca sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale (CERGAS) dell’Università Bocconi, promosso e sostenuto da Fondazione Veronesi.

In questa prima fase di lavoro, dalla revisione della letteratura sugli impatti delle politiche di tassazione dei prodotti del tabacco, emerge che:

•aumentare la tassazione dei prodotti del tabacco è efficace nel contrastare il tabagismo, generando una riduzione nella domanda di tabacco, nel consumo e nella percentuale di popolazione utilizzatrice

•l’effetto deterrente si osserva anche nei giovani

•si registrano effetti positivi sulla salute pubblica

•si registrano effetti positivi sull’equità, ovvero con benefici superiori nei gruppi di status socioeconomico più basso

•non emerge una chiara associazione tra l’aumento della tassazione del tabacco e quello del commercio illegale

•non emerge alcun impatto netto sui posti di lavoro o sull’economia del Paese produttore di tabacco.

Eppure, in Italia le accise sul tabacco - e di conseguenza il prezzo al consumo - sono più basse della media europea e molto più basse rispetto a Paesi come Francia e Regno Unito (5-6 euro il prezzo di un pacchetto di sigarette rispetto a 12-15 euro).

“Come Cergas siamo molto lieti di collaborare con Fondazione Veronesi nell’esaminare l’evidenza scientifica sugli impatti delle politiche di tassazione del tabacco. Rispetto ad altri Paesi europei ed oltre, l’Italia è stato fino ad ora timida nell’applicare queste politiche. Abbiamo applicato incrementi modesti delle accise senza un chiaro obiettivo di salute pubblica. Eppure l’evidenza che queste politiche possano far diminuire il consumo di tabacco è molto solida e l’evidenza che questo porti a benefici in termine di salute e anni di vita guadagnati comincia ad accumularsi. Tesi quali quella dell’aumento del commercio illecito del tabacco o dell’impatto negativo sull’economia di un Paese non trovano invece supporto nella letteratura scientifica. Anzi, la stessa Banca Mondiale sostiene che tassare il tabacco possa portare ad un Paese un doppio beneficio in termini di salute e di sviluppo economico”, afferma Amelia Compagni, professoressa Associata presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche Università Bocconi e Direttrice del CERGAS, centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale, di SDA Bocconi.

“Ogni anno in Italia contiamo 44.000 nuovi casi di tumore del polmone, in nove casi su dieci legati al fumo. Il fumo è la prima causa di morte e malattia, ed è un fattore che potremmo evitare. I ragazzi che oggi restano intrappolati nella rete della nicotina rischiano di essere i fumatori che domani si ammaleranno. Per questo abbiamo il dovere di lavorare sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce – dichiara la professoressa Giulia Veronesi, Direttore Programma Chirurgia Toracica Robotica Ospedale San Raffaele e Professore Ordinario Università Vita e Salute San Raffaele di Milano, Membro del Comitato di Lotta al Fumo di Fondazione Umberto Veronesi ETS -. Sappiamo che le politiche fiscali sono una leva importante e ancora non sfruttata, ormai già diversi paesi nel mondo anche vicino a noi si sono mossi con misure lungimiranti. È urgente spezzare l’immobilismo e agire con misure efficaci e adatte al contesto italiano. È un tema complesso e per molti scomodo, ma la conoscenza è la risposta, ecco perché sosteniamo una ricerca libera e di alta qualità per trovare soluzioni concrete ed efficaci”.


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