Medicina e ricerca
Asma grave, una nuova prospettiva nel trattamento
di Giorgio Walter Canonica *
24 Esclusivo per Sanità24
In Italia sono 3 milioni le persone affette da asma, di cui il 10% (circa 300.000) sviluppa l’asma grave non controllato, una forma grave della malattia che ha un impatto rilevante sulla qualità di vita. Si definisce grave la forma che, nonostante il trattamento di fondo, rimane non controllata sia per frequenza che per gravità di sintomi. L’asma grave è correlato a un importante bisogno clinico insoddisfatto ed è inoltre fortemente sotto-diagnosticato. Nell’ottica di una migliore gestione della patologia, l’avvento dei farmaci biologici non ha solo portato un cambio di prospettive nella comprensione dei meccanismi di malattia ma anche benefici trasversali, migliorando significativamente l’impatto della malattia sulla qualità di vita dei pazienti. Alle nuove prospettive di cura è stata dedicata una conferenza stampa a Milano.
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) infatti ha approvato la rimborsabilità dell’anticorpo monoclonale tezepelumab per il trattamento dell’asma grave. Il farmaco è indicato come terapia aggiuntiva di mantenimento nei pazienti di età pari o superiore a 12 anni affetti dalla patologia e che non sono adeguatamente controllati nonostante l’utilizzo di corticosteroidi inalatori ad alto dosaggio, in aggiunta a un altro farmaco per il trattamento di mantenimento. Come spiegato da Paola Rogliani, Ordinaria di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università di Roma Tor Vergata e Direttore Uoc Malattie Apparato Respiratorio della Fondazione Policlinico Tor Vergata, attualmente il trattamento dell’asma grave prevede l’uso di una combinazione di molecole per via inalatoria come terapia di base, con la possibilità di aggiungere anticorpi monoclonali per i pazienti eleggibili. In particolare, i malati con asma grave allergico o asma grave eosinofilico hanno a disposizione opzioni biologiche che mirano a bloccare singoli elementi della complessa cascata immuno-infiammatoria responsabile dei sintomi e delle manifestazioni cliniche dell’asma. Questi trattamenti lasciano attivi alcuni mediatori che possono ancora causare riacutizzazioni e compromettere il controllo della malattia. Potrebbero non essere adatti per i pazienti con molteplici vie infiammatorie coinvolte nell’asma, e quindi potrebbero non rispondere all’eterogeneità della malattia e alla sua potenziale variabilità nel tempo. Questa nuova molecola agisce direttamente sul danno epiteliale e quindi sul segnale dell’innesco della cascata infiammatoria, permettendo di modulare contemporaneamente diversi mediatori infiammatori coinvolti nell’asma. Risponde al bisogno clinico delle forme di asma grave indotte da diversi trigger infiammatori e di riacutizzazione, che fino a ora non avevano una tale opzione terapeutica disponibile. Matteo Bonini, professore di Malattie dell’apparato respiratorio presso la Sapienza Università di Roma, ha aggiunto che tezepelumab è oggi l’unico farmaco biologico disponibile in grado di agire a livello della barriera epiteliale.
Gli studi clinici Pathway e Navigator hanno confermato la sua efficacia, dimostrando come il farmaco sia in grado di ridurre le riacutizzazioni di malattia, migliorare la funzionalità polmonare, il controllo dei sintomi e la qualità della vita in tutte le tipologie di pazienti. Quanto emerso da questi trial ha confermato il meccanismo d’azione del farmaco, l’effetto sull’infiammazione e sull’iperreattività bronchiale, che caratterizzano l’asma, così come l’efficacia su tutti gli aspetti clinici rilevanti. Come poi sottolineato da Simona Barbaglia, presidente Associazione nazionale pazienti Respiriamo Insieme Aps, oggi sono ancora molti i bisogni insoddisfatti del paziente con asma grave, che convive con una patologia eterogenea e complessa che ha ripercussioni importanti su ogni aspetto della sua vita. Nonostante il peso della patologia abbia forti implicazioni sia dal punto di vista fisico che psicologico, con ricadute anche su lavoro e socialità, l’asma grave è ancora sottostimata e poco riconosciuta. La natura complessa della patologia è inoltre associata al fatto che la sua insorgenza può essere generata da molteplici aspetti, rendendo difficile la sua gestione e conseguentemente l’identificazione del percorso di cura più adeguato. Respiriamo Insieme è impegnata fin dal 2018 sul fronte del riconoscimento dell’asma grave come patologia invalidante distinta e per l’assegnazione di un codice di esenzione diverso dall’asma, che comprenda un più ampio ventaglio di prestazioni diagnostiche e terapeutiche gratuite, oltre alla garanzia di tutele sociali, oggi non commisurate alla severità della malattia. Giorgio Walter CanonicaProfessore & Senior Consultant Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergie Humanitas University & Istituto Clinico e di Ricerca Irccs Milano.
* Professore Senior Consultant Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergie Humanitas University Istituto Clinico e di Ricerca Irccs Milano
© RIPRODUZIONE RISERVATA